Le autorità russe non si sono esentate dal puntare il dito contro le interferenze statunitensi nel controverso processo elettorale in Russia. Dopo aver denunciato le dichiarazioni fuori luogo di Hillary Clinton, hanno sottolineato il finanziamento da parte dell’agenzia governativa USAID all’organizzazione “Golos”, responsabile del monitoraggio delle elezioni e che ha evidenziato un’intensa attività da diverse settimane, per dimostrare il carattere fraudolento delle elezioni legislative del 4 dicembre 2011.
Di Jean-Marie Chauvier

Mondialisation

Questo legame tra “Golos” e USAID è stato “rivelato” dalla rivista americana “Life”, ma si poteva fare a meno di ciò: i documenti dell’USAID ne fanno periodicamente menzione, le “elezioni democratiche” in Russia erano una delle maggiori preoccupazioni del governo degli Stati Uniti.
L’associazione “Golos”, presieduta da Gregory Melkoyants ha diversi uffici regionali e figura anche nelle liste delle ONG assistite dal NED (National Endowment for Democracy), la fondazione di stampo conservatore creata nel 1983 da Ronald Reagan per combattere la Russia e il comunismo e che lavora dal 1991 per estendere l’influenza e i clienti di Washington in tutta l’area ex sovietica.

Figurano allo stesso modo, nelle liste del NED, numerose associazioni russe di lotta per i Diritti Umani e per la libertà, per l’inventario dei crimini dell’era sovietica, contro il razzismo e la guerra in Cecenia. Tra queste associazioni non mancano nomi noti al pubblico occidentale, come fonti d’informazione dei giornalisti stranieri in missione o in servizio a Mosca: il centro studi Youri Levada, la Fondazione Andrei Sakharov, il Comitato ceceno di salvezza nazionale, le associazioni “Sova”, “Memorial”, ecc… (vedi allegato).

Gli “agitatori” statunitensi sono vicini, politicamente, alla maggior parte dei leader della contestazione liberale. La loro speranza di vecchia data è di avviare in Russia una “rivoluzione colorata” che permetterebbe di tagliare fuori Vladimir Putin – principale “bestia nera” degli avversari russi e stranieri del regime in posto a Mosca.

Il 10 dicembre, oltre a liberali di destra, movimenti come “Fronte di Sinistra” e i nazional-bolscevichi manifesteranno in Russia per esigere nuove elezioni e una “Russia senza Putin”. Saranno affiancati da partiti comunisti e da “Russia Giusta”, i principali beneficiari degli scrutini ma che, contrariamente ai liberali, non vogliono essere strumentalizzati dall’esterno per destabilizzare il loro paese. Manifestazioni sono previste in diverse città, tra cui il centro di Mosca, attorno al quale sono già dislocate imponenti misure di sicurezza.

Il PC sta organizzando anche un’altra manifestazione per il 18 dicembre.

La contestazione democratica e “di sinistra” avrà molto da fare per non essere coinvolta in un’avventura manipolata.
In questo clima teso ogni provocazione rischierebbe di trascinare la Russia in una deriva di violenza e di tensioni dal partito al potere, “Russia Unita”, poco incline a sostenere una rivalità politica seria.
Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Ale Baldelli
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