Usando il termine “apartheid“, il rapporto apre nuove prospettive alla visione delle Nazioni Unite sulla situazione nella Palestina occupata
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John Reynolds, professore di diritto presso la National University of Ireland, Maynooth, ha detto ad Al Jazeera che il rapporto “apre nuove prospettive nel contesto dell’analisi della situazione in Palestina dalle Nazioni Unite”.
“Il tentativo di infangare e falsamente etichettare l’unica vera democrazia in Medio Oriente con la creazione di una falsa analogia è spregevole e costituisce una palese menzogna”, ha detto.
La portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, interrogata circa il rapporto, ha detto che è stato rilasciato senza previa consultazione del Segretariato delle Nazioni Unite e le sue opinioni non riflettono quelle del segretario generale.
Il rapporto è stato scritto da due critici di pratiche israeliane: Virginia Tilley, professore di scienze politiche presso la Southern Illinois University, e Richard Falk, ex relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi e Professore emerito di diritto internazionale presso la Princeton University.
Il rapporto dice che Israele è “colpevole di politiche e pratiche che costituiscono il reato di apartheid“, e che “il consenso degli esperti è che il divieto di apartheid è universalmente applicabile e non è scomparso a causa del crollo dell’apartheid in Sud Africa”. [L’Apartheid] è un crimine contro l’umanità ai sensi del diritto internazionale consuetudinario e dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale”.
I cittadini palestinesi di Israele sono descritti come “sottoposto a oppressione sulla base della loro non-ebraicità“, aggiunge il rapporto.
L’apartheid resta un crimine contro l’umanità
I palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sono governati dalla “legge militare” al fianco di coloni ebrei “governati dal diritto civile israeliano”, dice il rapporto.
I rifugiati e gli esuli palestinesi sono “interdetti di tornare a casa in Israele e nel territorio palestinese occupato”, perché essi costituiscono una “minaccia demografica” e il loro ritorno “modifica il carattere demografico di Israele”.
Il rapporto suggerisce anche che un parere consultivo debba essere chiesto alla Corte internazionale di giustizia “per sapere se i mezzi utilizzati da Israele per mantenere il controllo sul popolo palestinese costituiscono il crimine di apartheid”.
Lo stato sionista è definitivamente associato al concetto di apartheid