L’Ilva dice addio alle cause contro i Riva, che in cambio versano 1,3 mld di euro. Il Premier Matteo Renzi aveva anticipato l’annuncio ufficiale, che poi ha trovato conferma nelle parole dell’azienda. Ma la polemica non finisce, visto che quel denaro in realtà potrebbe non essere affatto destinato al risanamento di Taranto.

“Confermiamo l’esistenza di un accordo e che è stato chiuso per un valore di circa 1,3 miliardi”, dicono infatti dal Gruppo. Così si scrive la parola fine sulla battaglia contro i Riva, che trasferiranno dalla Svizzera il denaro posto sotto sequestro dai magistrati italiani dopo l’apertura dell’inchiesta a carico dei fratelli Adriano ed Emilio Riva per reati di tipo fiscale e valutario.

Oltre al versamento i Riva rinunciano a qualsiasi contenzioso contro lo Stato, vale a dire contro la decisione di esproprio e commissariamento. Da parte sua, l’Ilva rinuncia invece alle cause contro i Riva, per oltre 2,5 miliardi.

La vendita della società sarà invece completata entro gennaio 2017. I contendenti ormai noti sono 2: AcciaItalia (Cdp, Arvedi, Delfin e Jindal) e ArcelorMittal-Marcegaglia.

“Questi soldi, alla fine quasi 1,3 miliardi, saranno una compensazione che andrà a risanare Taranto e l’Ilva”, ha annunciato Renzi.

Ma è davvero così? Basta questo? Il denaro sarà destinato all’azienda o anche a Taranto?

Questa la posizione dei Verdi e del loro leader Angelo Bonelli:

“Non corrisponde alla realtà quanto dichiarato del presidente del consiglio Renzi che 1,3 mld di euro andranno a risanare Taranto. In primo luogo è bene ricordare che quei soldi a cui fa riferimento il capo del governo sono sottoposti a sequestro dall’autorità giudiziaria di Milano per i reati di evasione fiscale commessi dai Riva. Secondo: quei soldi sono da sempre stati conteggiati nei numerosi decreti salva Ilva e sono destinati all’azienda Ilva e non alla città di Taranto che in questi anni non ha visto avviare le bonifiche ambientali sui terreni, le falde, i fondali marini contaminanti dai veleni emessi dall’Ilva ma ha invece subito una sospensione del diritto alla salute attraverso i numerosi decreti del governo. Non vi è alcuna compensazione, come dichiarato da parte del capo del governo, da parte dei Riva che ripeto hanno commesso dei reati e in ragione di quei reati fiscali hanno avuto quelle somme sequestrate. Quello che non è stato fatto, inspiegabilmente, in questi anni dal governo è l’avvio della procedura di danno ambientale prevista dal Dlgs 157/2006 a carico della famiglia Riva: il governo doveva bussare ai conti correnti dei Riva e prendere i soldi per fare le bonifiche che secondo Arpa Puglia hanno un costo di oltre 5 mld di euro i danni provocati all’ambiente: tutto ciò non è mai stato fatto. Quello che presumibilmente accadrà è che in virtù di questo accordo, di cui ha parlato Renzi, tra i Riva, la procura di Milano e i commissari llva ci sarà una proposta di archiviazione da parte della procura di Milano delle posizioni dei Riva che a loro volta autorizzeranno lo sblocco delle somme ferme in una banca Svizzera e in un trust del Jersey . 1,3 miliardi di euro rientreranno nell’azienda Ilva che favoriranno la vendita dell’Ilva ad Arvedi o Arcelor i quali potranno cambiare il piano ambientale secondo i loro interessi in base a quanto previsto nel penultimo decreto. A Taranto e ai tarantini non arriverà nulla come non sono arrivati i 50 milioni di euro arriveranno per la sanità tarantina che versa in uno stato comatoso. Continua l’accanimento contro Taranto”.

Non è convinto di questa mossa nemmeno il governatore della Puglia Michele Emiliano, con cui è scattato negli ultimi giorni un confronto a suon di frecciatine a distanza con il governo:

“Io sono ossessionato dai tumori dei pugliesi, sono ossessionato dai tumori dei bambini di Taranto e dal fatto che tali tumori non derivano dal fato ma da un inquinamento di Stato, consentito da decreti del Governo. Penso che sia giusto che la mia Repubblica, che purtroppo agevola questi dati epidemiologici, faccia il suo dovere almeno di portare i feriti in ospedale e di curarli in modo adeguato. Se il Governo non riesce a far smettere di sparare la mitragliatrice, che almeno porti i feriti in ospedale”, diceva Emiliano, riferendosi al mancato emendamento alla Legge di Bilancio che avrebbe destinato 50 milioni alla sanità tarantina, vale a dire agli ospedali che si occupano anche dei danni causati dall’Ilva.

Anna Tita Gallo

 

FONTE: Greenbiz

 

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