Dedefensa 11 luglio 2013
Questo è un caso a prima vista banale, se non irrisorio rispetto ai grandi affari mondali, in particolare la notevole dimensione della crisi Snowden/NSA. Ma i tempi, e forse l’intuizione, ci offrono una prospettiva diversa. Si tratta in effetti di una legge già approvata e inizialmente votata all’anonimato virtuale, che potrebbe diventare un importante simbolo di questi grandi eventi. Ciò autorizza l’autore Seaborn Larson di DailyInterLake.com (8 luglio 2013) ad iniziare il suo testo con questa affermazione enfatica: “Il Montana fa la storia avendo approvato, questa primavera, la prima legge statale per impedire al governo di spiare chiunque nello Stato, monitorandone le informazioni personali memorizzate nei dispositivi elettronici“. La natura sorprendente di ciò è, ovviamente, che questa legge non ha nulla a che fare con la crisi Snowden/NSA essendo stata approvata il 6 maggio 2013 dal Congresso e ratificata come legge statale del Montana dal governatore Steve Bullock, esattamente un mese prima dello scoppio della crisi Snowden/NSA. Il deputato dello Stato Daniel Zolnikov, repubblicano, è l’autore della legge, che naturalmente nota il carattere strettamente locale e completamente casuale, isolato, della sua iniziativa; “Non sapevo nemmeno che fosse il primo nel Paese“, ha detto Zolnikov. “Abbiamo appena visto altre normative e pensato, ‘perché non lo facciamo anche noi?‘” La legge definisce il dispositivo elettronico, “un dispositivo che consente l’accesso o l’uso di un servizio di comunicazione elettronica, servizio di elaborazione remota o di un servizio di localizzazione. Ciò potrebbe indicare cellulari, laptop, tablet e altri prodotti elettronici.”
• Notiamo la situazione che caratterizza l’emanazione effettiva di questa legge dello Stato, il 6 maggio 2013: “nemmeno la legislatura del Montana è stata la prima ad approvare una legge di questo tipo, Zolnikov ha detto che l’idea si ispira a un’iniziativa legislativa del Texas, parallela a quella del Montana. Zolnikov ha detto che il disegno di legge non è passato in Texas perché era troppo annacquato. Nel Montana, ha detto Zolnikov, la sua proposta di legge è passata più grazie all’età che all’appartenenza di partito. “I democratici e i repubblicani più giovani erano quelli davvero interessati al disegno di legge“, ha detto Zolnikov, che ha 25 anni. “I legislatori più anziani di Helena non hanno detto molto a favore o contro di esso.”
• Ora notiamo la situazione attuale, vale a dire, la situazione post-Snowden, quando la questione della tutela dei diritti individuali e della vita privata è diventata una componente della crisi (Snowden/NSA) di dimensioni globali, in prima linea nelle attività del sistema di comunicazione: “La settimana scorsa, il New York Times ha riferito che oltre una dozzina di altri Stati, tra cui Maine e Massachusetts, pensano a una legge simile per quest’anno. I gruppi nazionali dei sostenitori dei diritti alla privacy salutano la nuova legge del Montana, dicendo che altri Stati che pensano a una legge simile hanno ora un esempio da seguire. La legge statale può fornire anche un nuovo slancio per la Geolocation Privacy and Surveillance Act, la controparte federale della HB603. “Forse i montaniani, noti per il loro amore per la libertà e la privacy, sono intuitivamente sensibili nel comprendere come le informazioni sulla posizione in cui sei e quanto ci stai, possano rivelare chi sei“, ha osservato recentemente Allie Bohm, patrocinatore e stratega politico dell’American Civil Liberties Union, in un commento online. “La maggioranza delle legislature statali sono state aggiornate quest’anno, speriamo che seguiranno l’esempio del Montana, quando si occuperanno del monitoraggio della posizione nelle prossime sessioni.”
Tutti sanno, e soprattutto Zolnikov, che la legge del Montana è frontalmente e radicalmente contraria alla legislazione sulla polizia e il controllo federale. Pertanto, questo caso, molto probabilmente finirà davanti alla Corte Suprema su iniziativa del governo federale e per conto del primato teorico della legge federale sulle leggi degli Stati dell’Unione. Il clima oggi, 6 giugno, è radicalmente diverso da quello del 6 maggio, quando la legge fu approvata dal governatore del Montana, e ciò che avrebbe potuto essere un caso minore con poche possibilità di resistere al bulldozer legale e alle leve del governo federale, normalmente, diviene molto più aperto nel clima post-Snowden. In questo caso, questo evento locale e banale rischia di diventare l’anticipazione di uno scontro nazionale tra Stati e governo federale, con effetti internazionali.
Tanto più che si dovrà porre questa ipotesi nel quadro generale descritto l’8 luglio 2013, della “balcanizzazione-devoluzione” strisciante degli Stati Uniti, Stati-contro-centro, e il centro continua a indebolirsi nella sua meccanica istituzionale, legislativa ed esecutiva dell’esercizio diretto del potere. Inoltre, il caso è ancora più interessante dato che la debolezza del governo federale non dovrebbe impedirgli di essere intransigente in un caso del genere, perché non è esso in questione, ma il potere già occulto, e ora scoperto (in termini di comunicazione) del mostro-NSA, di cui il governo federale è praticamente prigioniero, come altri centri di potere più potenti di esso. Da questo punto di vista, possiamo essere certi dell’intransigenza della NSA, organismo burocratico mostruoso che non conosce e non ha alcun limite, e imporrà il suo diktat al governo federale affinché nessuna restrizione sia imposta al suo impero imperativo, la cui ambizione è monitorare ovunque e per l’eternità, senza alcun limite concepibile agli scopi di questo controllo (un aspetto di questa “razionalizzazione della pazzia” secondo Chris Hedges e il capitano Achab). Di fronte a tale intransigenza e data la nuova situazione degli USA (“balcanizzazione-devoluzione”), gli Stati, in particolare se saranno in molti a seguire l’esempio del Montana, saranno anch’essi spinti all’intransigenza coinvolgendone la sopravvivenza come comunità con un certo grado di autonomia e fortemente dipendenti dai desideri e dalle pressione dei loro cittadini. (Ciò tanto più se consideriamo che leggi del tipo Montana potranno comparire, oggi, in altri Stati che, logicamente, dovrebbero essere molto più dure di quella del Montana, essendo nell’era post-Snowden.)
In altre parole, può essere un caso dovuto alla situazione menzionata nel citato testo dell’8 luglio 2013, quella di un’”interferenza grave“: “Questa formula s’installa al momento senza ulteriori indugi, senza significativi rumori o una qualsiasi reazione, poiché nessuna interferenza importante ha ancora avuto luogo. (Per “grave interferenza” s’intende, per esempio, una grande sollecitazione dal “centro” agli Stati su una delle sue attività di sicurezza-sistema)…” Questa è ovviamente una semplice ipotesi e non uno studio prospettico, tanto meno una previsione. Ci sono stati, negli ultimi anni, casi di scontri tra il “centro” e gli Stati che sembravano destinati a crescere d’importanza e che poi sono diluiti in favore del “centro” (vedi il caso dell’Arizona per la legge anti-immigrazione, il 26 luglio 2010). Nessuna previsione è possibile… Semplicemente, c’è il riconoscimento della crescente disparità, come spiegato nel testo, tra gli orientamenti e gli interessi degli Stati membri e le richieste massimaliste del sistema di sicurezza globale di Washington. La NSA è uno dei suoi più grandi pilastri, e opera in questo caso su una specifica area, spesso accettata dai cittadini statunitensi al livello generale, nel quadro degli Stati Uniti contro il ROW (resto del mondo), ma la cui narrativa diventa sempre meno tollerabile, se non insopportabile per i singoli Stati dell’Unione.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora