L’Arpa ha reso noti i risultati delle analisi sui frammenti incombusti prelevati nelle zone limitrofe alla raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi (Pv), a seguito dell’esplosione dello scorso 1 dicembre. I sindaci per precauzione ricordano di non consumare i prodotti degli orti, ma ecco spuntare un dettaglio allarmante: per i cittadini è praticamente impossibile rintracciare il piano di emergenza che i comuni in aree simili devono mettere a disposizione della popolazione.

A dare notizia delle comunicazioni dell’Arpa sono gli stessi comuni della zona, quelli sul cui territorio sorge l’impianto Eni. Questa la nota del comune di Sannazzaro: “Nel primo pomeriggio di oggi (il 23 dicembre, ndr) sono stati comunicati gli esiti analitici delle analisi effettuate sui frammenti incombusti prelevati in data 3 dicembre nelle vicinanze del parco Ferraretti (Sannazzaro de’Burgondi). Tali materiali incombusti, sono da classificare come rifiuti pericolosi in quanto dalle analisi emerge una elevata presenza di Zn (46.857 mg/Kg TQ). Ai fini della tutela ambientale, ARPA ritiene che la ricaduta del materiale grossolano contenente composti stabili, in alcuni punti del paese e recuperato nei giorni immediatamente successivi all’incendio, non possa aver cagionato in maniera significativa la matrice suolo”.

La stessa nota riferisce inoltre che i sindaci hanno immediatamente chiesto riscontri igienico sanitari all’ATS che ha confermato i consigli riportati nella nota del 7 dicembre riguardo al consumo di verdura degli orti. A scopo precauzionale, le amministrazioni comunali hanno programmato e concordato con il dott.Cambielli dell’ARPA e d’intesa con l’Autoritá Giudiziaria un campionamento e analisi a scopo conoscitivo di terreni delle zone interessate dal rinvenimento dei frammenti ed alcune aree sensibili dei centri abitati per poter valutare l’effetto delle ricadute anche dei materiali più fini.

Il prossimo 27 dicembre prenderà il via questa misura. Parteciperà anche ATS. Infine, la nota ricorda comunque che, in attesa dell’esito degli approfondimenti analitici, a titolo precauzionale e cautelativo, si consiglia di evitare di consumare i prodotti coltivati negli orti comunali.

Intanto, spunta un dettaglio clamoroso. I cittadini non hanno accesso al cosiddetto Piano di emergenza esterno, che i comuni in aree a rischio di incidente rilevante devono poter consultare in qualsiasi momento di pericolo o presunto tale. Si tratta di un piano che predispone il prefetto d’intesa con le Regioni e con gli enti locali ma che risulta incompiuto.

Anna Tita Gallo

FONTE: Greenbiz

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