Larve e semi, i nuovi invasori 

Nelle aree costiere del Polo Sud la temperatura si è alzata di oltre 3 gradi centigradi e ha consentito agli invasori – larve e semi – di sopravvivere. I ghiacciai si sono ritirati e c’è più terra esposta, colonizzata da muschi cresciuti più rapidamente che mai, ideale “casa” per i nuovi arrivati. Tutto ciò si nota particolarmente nella Penisola Antartica, area del continente più vulnerabile al global warming.

Le mosche, simbolo del pericolo

A parlare sono gli scienziati:

“La mosca comune è il perfetto esempio del problema: arriva sulle navi, dove prospera nelle cucine, poi si stabilizza sulla terraferma. E ora ha più possibilità di sopravvivenza visto che l’Antartide è più caldo. E’ un pericolo. Insetti come le mosche portano con sé agenti patogeni che hanno un impatto devastante sulle forme di vita indigene”, spiega Dominic Hodgson della British Antarctic Survey.

Tutti i pericoli per le forme di vita dell’Antartide

Nell’Antartide vivono oggi moltissime specie di insetti, che insieme a muschi e licheni sono sotto attacco. I maggiori rischi derivano da: turismo crescente, riscaldamento globale, spedizioni scientifiche. Tra il 2015 e il 2016, 38 mila turisti hanno visitato l’Antartide e se ne aspettano 43 mila nella prossima stagione. Spesso i turisti sono molto scrupolosi e non lasciano spazzatura né trascinano fango con gli stivali, sapendo che potrebbero lasciare poi nella zona semi o larve alterandola. Nonostante tutto però è difficile evitare le contaminazioni.

“Le custodie delle macchine fotografiche sono un problema particolare, le persone non le puliscono mai e vengono trasportate da continente a continente, poi appoggiate a terra”, spiegano ancora gli scienziati, facendo notare la semplicità con cui un seme possa viaggiare.

Ma a rendere verde e vulnerabile l’Antartide è soprattutto il global warming. Le temperature sono salite costantemente dal 1950, cioè da quando gli scienziati hanno iniziato a raccogliere i dati. E, appunto, negli ultimi 60 anni la temperatura si è alzata di circa mezzo grado a decennio.

Come risultato, la flora, che cresce soltanto nello 0,3% del continente, è cresciuta esponenzialmente. Uno studio condotto da Dan Charman della Exeter University si è concentrato sui muschi e ha evidenziato che la loro crescita è di 4-5 volte più rapida rispetto agli anni precedenti al 1950.

E’ facile quindi dedurre che nel prossimo futuro la regione sarà interessata da cambiamenti molto incisivi e che troveremo in queste aree molte piante non native senza che questa invasione al momento sia in qualche modo controllata .

Anna Tita Gallo

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