La utilizza un gruppo di 110 persone. Serve a comprare oggetti, tempo e competenze

di Leila Codecasa

Micaela Bonfarnuzzo, a Biassono, aveva bisogno di due salopette da neve per i suoi bambini. Dieci Fidi e le ha comprate usate. Poi aveva un orologio nuovo da parete da vendere: 40 Fidi e ha trovato una persona a cui serviva. Paolo Mantegazza invece ha messo a disposizione il suo tempo per lavori di giardinaggio, ma non ha ancora avuto risposte, mentre Milena Pietrucci di Macherio aveva venduto per 5 Fidi una yogurtiera e a distanza di tempo chi l’ha acquistata le ha scritto entusiasta ringraziandola e lei si è commossa. Poi pochi giorni fa lei stessa ha avuto bisogno di una calcolatrice scientifica per suo figlio e in cinque minuti, con 6 Fidi, l’ha trovata.

Fidi è la nuova moneta virtuale che circola in Brianza. Ci puoi scambiare oggetti, informazioni e professionalità. «Ma soprattutto ci scambi altri valori: fiducia, relazioni e dignità», spiega Sara Didoni, che sta curando, con Sergio Venezia, il progetto «Mi Fido di noi». È partito in via sperimentale all’interno del Desbri, il distretto di economia solidale della Brianza ed è tutto regolamentato: un Fido vale sei minuti di tempo, oppure un euro, che accumuli sul tuo profilo personale nel gruppo online. Quindi 10 Fidi valgono dieci euro, oppure un’ora del tempo di chi cede o prende.

E così c’è l’architetto che, se hai bisogno di un consiglio per una mensola, ti chiede qualche «moneta»; c’è la mamma esperta di rammendi che in un’ora di Fidi ti mostra come applicare le toppe; c’è chi vuole disfarsi del vecchio salotto e crede che non sia etico buttarlo in discarica, meglio riutilizzarlo. «Il gruppo sperimentale — continua Sara Didoni — è formato da 110 persone. Stiamo testando il meccanismo dal punto di vista tecnico per capire quale possa essere il suo utilizzo futuro».

Milena Pietrucci

Milena Pietrucci

Per partecipare alla sperimentazione bisogna iscriversi al Desbri, entrare sul sito (www.desbri.org/progetti/mi-fido-di-noi), leggere il regolamento, e si viene inseriti nella piattaforma «monetaria», con un credito iniziale di 300 Fidi. «Però, l’aspetto più importante per noi è ovviamente quello del senso — precisa Didoni —. Abbiamo deciso di dare vita a questa moneta virtuale partendo da una lista di “cerco e offro” attiva da anni nel distretto che permetteva di scambiare beni. Con la moneta Fidi possiamo scambiare anche competenze e tempo, in un clima di fiducia e su una base equa: ad esempio, il valore della nostra moneta è stato stabilito calcolando il valore medio in Italia di un’ora di lavoro. Ci sono persone, in un periodo di crisi come questa, che hanno professionalità che il mercato non riconosce: con dignità possono metterle a disposizione degli altri nel nostro sistema. Oppure c’è chi ha ridotte disponibilità economiche ed il riuso o l’acquisto di oggetti usati è un aiuto importante. A tutti quelli che ci contattano in ogni caso facciamo capire, al momento dell’iscrizione, che il clima che si respira con la moneta virtuale deve esser quella del mutuo aiuto fiducioso, non dello sfruttamento». Tant’è vero che non è possibile accumulare troppi Fidi: «L’obiettivo — aggiunge Micaela Bonfarnuzzo — non è quello di capitalizzare, ma di poterci aiutare vicendevolmente».

Paolo Mantegazza

Paolo Mantegazza

La cerchia di utilizzatori di Fidi si allarga anche oltre la Brianza. Paolo Mantegazza, ad esempio, è di Cologno Monzese «ma l’idea mi ha incuriosito. E la moneta permette di regolamentare quel che si cerca e si offre». Con un valore aggiunto: «Ti rendi conto che non sei solo — continua Milena Pietrucci — se hai bisogno c’è qualcuno in rete. Io avevo bisogno di servizi e oggetti, ho messo una richiesta, ho avuto risposte, ma anche sorrisi, incontri, contatti con persone che credono in questo progetto, come me. È una moneta che aiuta a creare relazioni. La sfida è ora quella di allargare la rete».

Intanto, per dare un valore quanto più possibile realistico ai Fidi, il gruppo di partenza ha studiato esperienze simili in Italia e all’estero, e l’11 febbraio il modello brianzolo verrà raccontato, insieme ad altri nazionali ed internazionali, all’Urban Center di Monza, in un seminario nazionale sui sistemi comunitari di scambio, dal titolo «Monete sociali per rigenerare territori e comunità» (per info e iscrizioni: www.desbri.org), dove è invitato anche Rolf Schroeder, studioso tedesco delle monete comunitarie, che racconterà del contesto europeo di riferimento.

Corriere della Sera

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