(in collaborazione con Gabriele Giuliani) Il ministro per la Trasparenza brasiliano Torquato Jardim ha consegnato questo martedì al presidente Michel Temer un disegno di legge per la regolamentazione del lobbying. Proprio pochi giorni prima dello scoppio di uno dei più grandi scandali della storia politica del Paese carioca.
“La luce del sole è la migliore medicina contro la corruzione“, ha detto Jardim annunciando il progetto di legge sul lobbying, che prevede che Ministri e funzionari pubblici ricevano i lobbisti in una fase di “pre-accreditamento”, e che l’agenda dei loro incontri fosse pubblica. Il termine per indicare l’attività di lobbying sarà un unicum nel panorama internazionale: “rappresentanza sociale non istituzionale“, un’attività che promuove, in un ambiente di tolleranza e democrazia, il dialogo multilaterale tra le parti, cercando di rappresentare interessi collettivi e al di fuori degli interessi dello Stato”.
Per il direttore della regione sud dell’Associazione brasiliana di relazioni istituzionali Edgard Usuy, questo pdl rappresenta sicuramente un miglioramento, che però non risolve i problemi. Ha inoltre evidenziato che l’ABRIG (Associazione brasiliana di relazioni istituzionali e di governo) che ha partecipato al gruppo di lavoro, non ha avuto accesso al testo finale. L’associazione chiaramente difende la regolamentazione, ma ha molti dubbi sul fatto di creare regole troppo severe e che comportano un eccesso di burocrazia. L’eccesso di rigore può portare all’effetto contrario, e alimentare fenomeni di lobbying non professionale.
In merito ai doni, sono pressoché vietati. Viene posto un limite molto basso di di 100 reals (30 euro). Viene anche ampliato l’obbligo a tutti i funzionari pubblici, mentre al momento ne sono soggetti solo gli alti dirigenti. Sembra un paradosso che proprio poche ore dopo la presentazione del pdl lobby è scoppiato uno scandalo-corruzione che ha colpito proprio il presidente Temer. Il quotidiano O Globo ha svelato la presenza di una possibile tangente da parte di imprenditori del settore della carne, molto influenti in Brasile, per il presidente di ben 480 milioni di reais (160 milioni di euro) in rate ventennali. La cifra sarebbe servita per “comprare il silenzio” di Eduardo Cunha, compagno di partito di Temer, accusato anch’egli di corruzione. Anche il senatore Aecio Neves, presidente del partito di minoranza della coalizione che regge il governo Temer, è stato accusato di aver intascato 2 milioni di reais e rimosso dall’incarico, rimanendo indagato a piede libero. Dopo la notizia le opposizioni in massa hanno richiesto le dimissioni del governo brasiliano, e la borsa carioca ha perso 10 punti percentuali.
Michel Temer però non ha intenzione di dimettersi. E vista la situazione, purtroppo, l’ennesimo disegno di legge sulle lobby rischia di naufragare sul nascere a causa di eventi politici esterni. Il colmo, per un provvedimento che sarebbe stato utile proprio ad evitare scandali come quello che rischia di segnare la fine del governo Temer.
Scritto il 2017-05-19 da Giovanni Gatto