Il primo ministro australiano Malcolm Turnbull difende il carbone come parte fondamentale del mix energetico del Paese negli anni a venire. E piovono critiche.
“Per molti, molti, molti decenni” le fonti fossili saranno fondamentali in Australia.
Il premier l’ha affermato in un’intervista radiofonica, mentre in Senato si dibatte sulla“green lawfare”, una legge che punta a limitare sostanzialmente le battaglie legali dei gruppi ambientalisti quando le singole realtà non sono direttamente coinvolte o non subiscono danni diretti dimostrabili.
Secondo Turnbull abbattere l’industria del carbone non si tradurrebbe in nessun passo avanti nella lotta per ridurre le emissioni di gas serra.
In altre parole, se è vero che l’Australia ha firmato l’accordo di Parigi, è anche vero che il carbone resta fondamentale perché viene esportato e perché anche altri Paesi fanno allo stesso modo.
E per Turnbull non c’è nessun dibattito da aprire sul futuro.
“Rispetto a quello di altri Paesi, il carbone australiano è più pulito. Se blocchiamo le esportazioni, domani semplicemente saremo costretti ad aumentare le importazioni da Paesi come Indonesia, Colombia, Cina”, afferma, riprendendo peraltro contenuti che circolano in Australia da mesi, basti pensare allo spot incentrato sulla presunta qualità elevata delle fossili.
Anna Tita Gallo
FONTE: Greenbiz