Macron farà “le  riforme” che Berlino chiede,  spiega Le Monde. Le farà nei primi cento giorni. E, applaudendo alla bravura: Le farà “per decreto”, senza passare per le camere. In cui non ha maggioranza. I sindacati scenderanno in piazza? I sindacati protestano sempre per qualunque ragione,hanno già protestato il giorno dopo la  trionfale elezione del candidato europeista. L’importante, è capire la strategia. Ad ogni richiesta di Parigi alla Germania di fare “più Europa”, ossia di emettere titoli di debito europei (mettere in comune i debiti pubblici) e soprattutto ridurre l’enorme attivo commerciale tedesco, Berlino ha risposto: prima fate le “riforme”, tagliate i vostri costi del lavoro, del sistema pubblico.

Ora Macron farà “le riforme”, e poi, vedrete, obbligherà la Germania a fare più Europa, a mettere in comune i debiti, obbligherà Berlino a fare dell’euro una vera moneta, con trasferimenti dalla Germania ai paesi miserabili del terzo mondo europeo. Vedete che rischi corre Macron, che coraggio mostra, per fare più Europa. Ridurrà i francesi alle austerità, che lo vogliano o no.

Passiamo a Washington. Dicono Politico, McClatchy, insomma i siti del gossip del Colle: Comey, il capo dell’FBI, aveva chiesto al governo più mezzi, più fondi e più uomini da dedicare alle indagini sulla collusione di Trump con Putin. Esasperato, Donald ha licenziato Comey.

Questa dell’interferenza di Mosca è una narrativa creata dai neocon (che vogliono la guerra con la Russia per il bene supremo di Sion) e di diversi democratici  clintoniani, per “spiegare” come mai Hillary Clinton ha perso. Non c’è uno straccio di prova, come ha dovuto confermare la senatrice Dianne Feinstein alla CNN martedì, dopo una visita alla Cia. “Nessuna prova finora”. Sono sei mesi che Comey ha impegnato lo FBI e i suoi potenti mezzi nella ricerca delle prove; ed ora ha chiesto soldi alla sua vittima per poterla incriminare.

Agente di Mosca.

L’effetto del licenziamento non ha però fatto calare l’accusa a Trump di essere soggetto a Putin:  anzi adesso i democratici pretendono che l’inchiesta venga accelerata, intensificata; anzi di più; che si nomini uno “special prosecutor”; un procuratore speciale –  come quello  che fu  nominato per indagare Nixon sullo scandalo Watergate (stranamente, i  democrats non ricordano mai l’altro special prosecutor, quello che  perseguì l’impeachment  di Bil  Clinton per  aver mentito sui suoi rapporti (carnali) con Monica Lewinsky).  I media ovviamente appoggiano  ululando  la causa:  la caccia a Trump spia russa è entrata in una fase nuova, più  violenta e decisa.

Le oligarchie hanno fretta

E chiaro  che a Parigi come a Washington, gli eventi hanno una cosa in  comune: gli atti di forza. Le oligarchie forzano le procedure, calpestano le norme democratiche e le classi sociali, abbandonano persino la semplice razionalità, pur di ottenere quello che vogliono. “Sanno di avere poco tempo”. Con ciò, sfidano le loro vittime a  rispondere con atti di forza e forzature, in una escalation ineluttabile che avvicina alla guerra civile, o semplicemente alla guerra. Ai neocon, agli oligarchi “europeisti”, non importa nulla. Hanno fretta.

http://www.presstv.com/Detail/2017/05/10/521408/US-Russia-Mattis-NATO-Baltic-Madsen/

Blondet & Friends

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