Steven Mnuchin, il nuovo segretario al Tesoro, ha lavorato alla banca d’affari Usa prima mettersi in proprio. Ma è polemica: tra le critiche alla Clinton c’erano proprio le accuse di essere legata alla finanza di New York

di Manuel Follis

Dopo Hank Paulson, segretario al Tesoro degli Stati Uniti sotto la presidenza di George W. Bush, anche Trump, repubblicano come Bush Jr. porta un ex esponente di Goldman Sachs al timone dell’economia Usa.

Era una delle nomine più attese da parte del neo presidente americano e alla fine Donald Trump ha scelto Steven Mnuchin come segretario al Tesoro. Mnuchin, 53 anni, ha lavorato appunto alla Goldman Sachs prima di iniziare una sua attività ed è stato premiato per la sua “fedeltà” a Trump visto che è stato il tesoriere della campagna elettorale fin dall’inizio dell’avventura politica del magnate.

Fa tuttavia discutere che il nuovo presidente abbia scelto una figura proveniente proprio da quel mondo della finanza che Trump aveva dichiarato di non appoggiare, tanto che parte della sua campagna contro Hillary Clinton si era focalizzata sull’eccessivca contiguità della candidata democratica agli ambienti della finanza di New York.

Tra gli esempi citati il tycoon immobiliare aveva puntato il dito contro i 675.000 dollari ricevuti proprio dalla Goldman Sachs come onorario per alcune conferenze a pagamento (problema che per la verità era stato sollevato anche da Bernie Sanders).

FONTE: Milano Finanza

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