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Fonte: Sancara * |
Stando al rapporto vivevano negli slum 41 milioni di cittadini della Nigeria, 11 milioni della Tanzania, 11 milioni dell’Egitto, 10 milioni del Sudan, 10 milioni dell’Etiopia, 8 milioni del Sudafrica, 7 milioni del Kenya, 5 milioni del Marocco, 5 milioni del Camerun e 5 milioni del Ghana. Numeri impressionanti.
Anche allo scopo di monitorare uno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, per l’esattezza il settimo, si è voluto nel 2002 creare una definizione dell’abitazione di uno slum. Ovvero: “un gruppo di individui che vivono sotto lo stesso tetto e mancano di uno o più di questi elementi: a) accesso all’acqua in quantità sufficiente all’uso familiare e a prezzo sostenibile b) accesso ai servizi igienici attarverso bagno privato o pubblico condiviso da un numero ragionevole di persone c) spazio vitale sufficiente (meno di tre persone in 4 metri quadri) d) abitazioni permanenti edificate in luoghi non pericolosi e) esistenza di documenti attestanti la garanzia di possesso.” In definitiva nella difinizione si tralasciano le valutazioni relative agli aspetti socio-economici, concentrandosi esclusivamente su questioni abitative.
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La discarica di Dandora a Nairobi |
E’ chiaro che l’origine della formazione degli slums è legata alla rapida migrazione dagli ambienti rurali verso le città. Nel passato la grande richiesta di lavoro non specializzato ha imposto la migrazione delle popolazioni dalle aree rurali alle città e gli slum hanno funzionato da mitigatori delle migrazioni. I “nuovi cittadini” trovavano alloggi a basso costo, e in modo informale, negli slum e solo successivamente alcuni erano in grado di compiere il salto verso la società urbana. In fin dei conti la città allora era una offerta di occasioni sociali ed economiche. Oggi la situazione è radicalmente mutata. Il nuovo capitalismo (secondo alcuni i cicli dello stesso), la globalizzazione e infine la crisi hanno da un lato imposto la fuga dalle aree rurali e dall’altro costretto una moltitudine umana ad ammassarsi nelle baraccopoli nella speranza semplicemente di sopravvivere. Oggi negli slums la stragrande maggioranza degli abitanti sopravvive grazie ad “attività informali”, funzionali al sistema economico, ma assolutamente prive di qualsiasi rispetto per l’uomo. Infatti una delle attività può complesse – ed economicamente dispendiose – per una grande metropoli è il trattamento dei rifiuti urbani. I miserabili degli slums – in tutte le parti del mondo – assolvono a questo compito in modo rigoroso e senza nessuna tutela sanitaria. Una manna per i cittadini.
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Slum di Città del Capo |
E’ chiaro che la vita negli slums non vale nulla. Gli abitanti oltre ad essere privi di qualsiasi diritto ed esclusi dalla vita sociale, sono soggetti ad epidemie di tutte le malattie legate all’igiene e alla promiscuità (dalla dissenteria al colera, dall’epatite all”AIDS), in balia delle condizioni atmosferiche e spesso nelle mani di organizzazioni criminali che li sfruttano in ogni modo. Tanto per sfatare un mito, il rapporto di UNHabitat sottolinea come i miserabili delle bidonville sono spesso più vittime della criminialità che soggetti attivi del crimine.
Se le previsioni delle Nazioni Unite sono corrette, nel 2030 saranno oltre 2 miliardi gli abitanti del mondo che vivranno negli slums (un quarto della popolazione mondiale). Intervenire oggi è assolutamente necessario. Se è vero che tra gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio vi è anche quello di “favorire l’accesso all’acqua potabile almeno a 100 milioni di abitanti degli slum” è altrettanto vero che – seppure fosse raggiunto – sarebbe una goccia in un mare. Naturalmente le organizzazioni internazionali non sono esenti da responsabilità sia nella parte che ha prodotto un progressivo abbandono delle aree rurale (vedi politiche economiche dela Fondo Monetario e della Banca Mondiale) sia poi nella gestione del fenomeno bidonville.
Slum di Korogocho in Kenya |
Tra le tante realtà che operano negli slums linko il sito di Liveinslums
Vi segnalo anche questa recensione di Jan Breman sul libro si Mike Davis “Il pianeta degli slums“, pubblicato in Italia nel 2006 da Feltrinelli.