Nasce prima l’uovo o la gallina? E chi lo sa! di certo possiamo conoscere come viene prodotto l’uovo. Basta leggere sul guscio: possiamo così sapere se la frittata la facciamo con uova prodotte da galline trattate in modo naturale e all’aria aperta, oppure costrette a gonfiarsi di mangimi, ammucchiate in spazi strettissimi a ritmi forsennati o addirittura ingabbiate a vita e rimpinzate di farmaci. Sopra ogni uovo infatti c’è un codice di undici caratteri, numeri e lettere, che ne indicano la provenienza: nazione, comune e provincia, azienda.
Il primo numero ci dice inoltre come vivono e vengono trattate le galline. Sono 4 le possibilità, dallo zero al numero 3:
– 0 è allevamento “biologico” con libertà di movimento, all’aperto con vegetazione e cibi naturali.
– 1 è l’allevamento “all’aperto”, con 4 metri quadrati per animale che può razzolare un po’ di ore al giorno su terreno con vegetazione.
– Il numero 2 indica allevamento “a terra” con 4 ovaiole per metro quadrato chiuse in capannoni.
– Infine il numero 3 significa che le uova provengono da allevamenti intensivi in gabbie, da galline bombardate di luce artificiale, antibiotici e mangimi chimici. Questo sistema prevede l’uso massiccio di farmaci, visto che le povere bestie pennute, ammassate come sardine, vengono su deboli e rischiano facilmente di ammalarsi (osteoporosi o infezioni varie). Ricorrente anche il cannibalismo.
L’indagine Eurobarometro della Commissione Europea rileva che per oltre il 57% dei cittadini europei  l’allevamento delle galline ovaiole nelle gabbie di batteria debba essere profondamente cambiato per la sofferenza che arreca agli animali. Ma oltre al rispetto per gli animali, cambia proprio la qualità delle uova.
Oltre ai farmaci, infatti, negli allevamenti più intensivi e stressanti vengono somministrati mangimi con aggiunta di coloranti (carotenoidi) e altri  coloranti per aumentare la colorazione del tuorlo. Ora l’Unione Europea ha stabilito di vietare – a partire dal 1 gennaio 2012 – le uova in gabbia, mentre tutti gli allevamenti “in batteria” nati dopo il 2003 sono di fatto già fuori legge. Secondo la Commissione Europea la riconversione verso sistemi di allevamento alternativi non in gabbia può avere un costo compreso tra 1,3 e 2,6 centesimi di euro per uovo. Dunque non si tradurrà in chissà quali rincari: una manciata di centesimi in più a confezione ce la possiamo permettere tutti. Meglio non fare i polli.
NATURALE, LAGER O INFERNALE? Lo dice il primo numero sul guscio
0 – Biologico (NATURALE). Galline libere di razzolare  in terra con vegetazione, fuori e in capannoni aperti
1 – All’aperto (ALCATRAZ). Una gallina ogni 4 mq,   libertà di razzolare alcune ore al giorno
2 – A terra (LAGER). 4 galline ogni mq su terreno, in capannoni chiusi
3 – In gabbia (INFERNO). 16-18 galline per mq, al chiuso. luce e ventilazione artificiali, senza nidi
LAVARLE? Lavando le uova, si elimina la cuticola esterna, quella pellicola molto sottile, ma estremamente importante, poiché impedisce il passaggio di microbi attraverso i pori. Dunque, prima di metterle in frigo per vari giorni, non conviene il lavaggio. Se occorre, meglio uno spazzolino o un panno leggermente umido.
PER SAPERE SE È FRESCO L’uovo non è fresco se, immerso in acqua con un po’ di sale, tende a galleggiare da una sola estremità, in verticale. Se invece va orizzontalmente sul fondo, vuol dire che è fresco.
QUANDO SCADE ?
• Fino al nono giorno può essere commercializzato con il marchio “Extra” o “Extra fresco”
• Dal nono giorno in avanti va  conservato in un luogo fresco, asciutto e buio
• Dopo il 18° giorno, dev’essere conservato in frigorifero
• Dal 22° giorno dev’essere utilizzato velocemente. Non può essere più venduto ai consumatori
• La data di preferibile consumo è considerata superata il 28° giorno
Queste le norme di  legge: di fatto la “scadenza” arriva quando l’uovo puzza. La data di deposizione delle uova è indicata sulla confezione
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