Alessandro Lattanzio, 23/7/2015dc671a8425426aae3a78c522c0e4dba4

L’11 luglio, presso Mukachevo, in Transcarpazia, nel caffè Antares del complesso sportivoChervona Korka di proprietà del deputato Mikhail Lanio, scoppiava uno scontro a fuoco tra 21 neonazisti di Pravij Sektor e dei poliziotti. I neonazisti, che avevano usato mitragliatrici e lanciagranate, erano venuti per discutere con i rappresentanti di Lanio la “redistribuzione delle sfere d’influenza” locali (contrabbando), ma la polizia giungeva sul posto per cercare di bloccarli. Almeno quattro morti (due neonazisti e due civili) e undici feriti (quattro neonazisti, cinque poliziotti e due civili) risultavano dagli scontri, mentre 3 auto e un posto di blocco della polizia, e un distributore di benzina, venivano distrutti. In precedenza un convoglio di sette autoveicoli del nazibattaglione “Donbass” si era diretto verso la località, mentre presso il posto di blocco di Nizhni Vorota, sull’autostrada Kiev-Kop, quattro autoveicoli di Pravij Sektor erano riusciti a passare verso Mukachevo, e altri neonazisti si disperdevano nelle circostanti zone boschive di Lavki, inseguiti da una task force speciale del ministero degli Interni e del SBU.
55a1868fdb999-11733300-870253616382131-68458514-nI pubblici ministeri ucraini descrivevano l’incidente di Mukachevo come un atto terroristico. Poco dopo, Poroshenko ordinava alle forze dell’ordine “di disarmare e arrestare i criminali che hanno aperto il fuoco e ucciso dei civili a Mukachevo“. Il 12 luglio, Servizio di sicurezza ucraino (SBU) e ministero degli Interni dichiaravano di “prendere tutte le misure necessarie” per disarmare e arrestare gli uomini dell’organizzazione neonazista Pravij Sektor a Mukachevo. “Su richiesta dei pubblici ministeri, SBU e ministero degli Interni, nel rigoroso rispetto della legislazione vigente sono pronti a prendere tutte le misure necessarie per disarmare e detenere il gruppo criminale organizzato che ha commesso i gravi reati dell’11 luglio nella città di Mukachevo usando armi, anche pesanti“, dice il comunicato pubblicato sul sito del SBU. Le forze dell’ordine promettevano ai terroristi neonazisti di portarli a Kiev “per un’inchiesta obiettiva e imparziale” se deponevano le armi. Il ministero degli Interni e SBU si aspettavano che Dmitrij Jarosh, capo dell’organizzazione neonazista, “faccia di tutto per convincere i suoi a deporre le armi“. In effetti i neonazisti avevano detto che avrebbero posto fine allo stallo solo dietro ordine diretto di Jarosh. Ed infatti, Jarosh ordinava ai suoi uomini di indire proteste a Kiev, Dnepropetrovsk, Odessa, Zaporozhe, Ternopol, Marjupol, Kherson, Kramatorsk e Poltava per chiedere le dimissioni del ministro degli Interni Avakov, procedimenti contro gli enti locali della Transcarpazia e il deputato Mikhail Lanio, la scarcerazione dei “prigionieri del nuovo regime”, l’amnistia per gli assassini del giornalista Oles Buzina, e l’arresto dei poliziotti che secondo i neonazisti erano responsabili dello scontro di Mukachevo. In realtà, il 12 luglio, Pravij Sektor riusciva a raccogliere solo 200 manifestanti a Kiev, ma il primo ministro Arsen Jatsenjuk difendeva Pravij Sektor e sosteneva il cambio del personale e della polizia doganale in Transcarpazia assieme al suo partito Fronte nazionale, mentre altri tre partiti neonazisti, Partito radicale, Autodifesa e Patria di Julija Timoshenko, sostenevano la richiesta di Pravij Sektor delle dimissioni del ministro Avakov.
Se a Leopoli avvenivano delle esplosioni nei pressi di due stazioni di polizia, probabilmente attribuibili a Pravij Sektor, l’organizzazione neonazista allertava le sue unità armate a Kiev, facendole lasciare le basi e adottando modalità operative da combattimento, mentre un suo nazibattaglione, il 5.to, lasciava il fronte per Kiev. Inoltre, i capi di Pravij Sektoraccusavano ministero degli Interni e SBU di volerli distruggere, e quindi ordinavano al DUK, il braccio armato di Pravij Sektor, di eliminare a partire dal 13 luglio tutti coloro che attaccano l’organizzazione neonazista, in tutto il territorio ucraino e qualsiasi posizione occupino; nel caso di tentativi di arresto o disarmo, di aprire il fuoco; e infine di prepararsi all’insurrezione armata in tutta l’Ucraina contro “il regime criminale-oligarchico” di Poroshenko. Pravij Sektor imponeva dei posti di blocco intorno Kiev, mentre Aleksej Bik, portavoce del 13.mo battaglione di Pravij Sektor diceva che “Sulla strada tra Zhitomir e Kiev c’era già un checkpoint” e il portavoce di Pravij Sektor Artjom Skoropadskij affermava che altri checkpoint venivano istituiti “Non solo a Kiev, ma anche in altre località, così la polizia non può passare né in Transcarpazia, né a Kiev“. Pravij Sektor sostiene di disporre di 20 battaglioni, ma solo 2 erano impegnati contro la Novorossija, essendo gli altri assegnati alla ‘riserva’. “Non possiamo ritirare gli uomini dal fronte, ma possiamo richiamare le riserve ora in addestramento“, aveva detto Skoropadskij, “Invieremo i battaglioni di riserva contro l’ufficio presidenziale e il ministero degli interni se dobbiamo“. Difatti, però, le unità di Pravij Sektor iniziavano a disperdersi. Il 7.mo battaglione del DUK (63 elementi) aderiva al reggimento Azov; una manovra del suo comandante Ruslan Kashmala per mettersi al sicuro entrando in un’unità dipendente direttamente dal ministero degli Interni maidanista. Kashmala aveva detto di voler discuterne con Jarosh ma che “non era riuscito a raggiungerlo per telefono”, e che condannava i fatti di Mukachevo. In realtà Pravij Sektor è un’organizzazione piuttosto debole rispetto ad altre, e sebbene sia stata utilizzata da Gladio nel primo anno di guerra contro la Novorossija e per effettuare il golpe a Kiev, ora appare superflua ed imbarazzante. Con l’attivazione di nuove unità della polizia ucraina addestrate ed equipaggiate dagli statunitensi, l’organizzazione criminal-neonazista appare sempre più sacrificabile, anche come capro espiatorio per i disastri militari ed economici della junta di Kiev. La sua posizione appare sempre più debole, quindi non sorprende che i capi di Pravij Sektor inizino ad abbandonare il loro ducetto Jarosh, soprattutto in prospettiva di uno scontro diretto con la junta, rispetto cui in realtà appare troppo debole anche solo per resistergli. Intanto le forze armate ucraine inviavano un convoglio composto da 11 BTR, 2 autocarri carichi di soldati e un’autocisterna a Mukachevo, mentre il SBU a sua volta inviava 10 blindati e 2 minibus ed unità delle forze armate ucraine lasciavano il Donbas dirette a Kiev, “In condizioni di crescente tensione politica, la maggior parte del comando ucraino ha lasciato le proprie unità per recarsi a Kiev, per difendere il governo ucraino e ricevere nuovi ordini criminali“, dichiarava il Vicecapo di Stato Maggiore della milizia popolare della RPL Igor Jashenko.
55a186a4b0589-11739731-870252363048923-85423174-nPreoccupati dall’estremismo neonazista, “improvvisamente apparso” in Ucraina, e ‘scoprendone’ perfino le connessioni con lo Stato islamico, l’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev, l’intelligence statunitense e della NATO in territorio ucraino si attivavano. L’assistente del segretario generale della NATO per il Caucaso meridionale e l’Asia centrale, James Appathurai, affermava: “Tutti gli Stati membri dell’alleanza vogliono vedere scomparire gli estremisti dalle Forze armate dell’Ucraina il più rapidamente possibile“. La NATO è particolarmente motivata in ciò, tanto che avviava la guerra d’informazione contro i neonazisti ucraini, affidata alla ONG Peacebuilding UK dello statunitense Almut Rochovansky. La missione di Peacebuilding UK è colpire Pravij Sektor, Azov e gli altri gruppi neonazisti. Infine maidanisti e atlantisti avviavano una campagna di disinformazione dipingendo i neonazisti ucraini come “agenti di Putin” che ostacolano il regime di Poroshenko. La junta di Kiev così avviava la notte dei lunghi coltelli contro l’ala neonazista della “rivoluzione della dignità”, eliminando i nazibattaglioni inadatti a un regime post-Majdan. “Ora Kiev e Washington considerano tale variante dei nazionalisti ucraini come loro principale minaccia interna, da liquidare con urgenza”. E puntualmente, durante la riunione del Consiglio della sicurezza nazionale e della difesa del 13 luglio, Poroshenko affermava che “Nessuna forza politica in Ucraina dovrebbe essere composta da gruppi armati e bande criminali“. Poroshenko sottolineava che le forze dell’ordine devono disarmare tutti i gruppi armati illegali in Ucraina, “Il capo dello Stato ha osservato che l’aumento della tensione sulla linea di contatto in Donbas è stranamente sincronizzata con il tentativo di destabilizzare la situazione nell’entroterra, lontano dal fronte, dove vi sono persone con armi pesanti. Il presidente rilevava che durante la guerra i tentativi di destabilizzare la situazione sono un potente colpo alla difesa del Paese e dello Stato, e il potere non lo permetterà“, riferiva il servizio stampa di Poroshenko.
Poroshenko quindi segue la nuova direttiva degli Stati Uniti, che tenta di consolidare la sua posizione contro gli altri oramai inutili fantocci di Gladio e NATO come Kolomojskij, Nalivajchenko e Jarosh. Davanti alle dichiarazioni di Poroshenko, Pravij Sektor iniziava a piegarsi e a trattare, nonostante i proclami “per continuare la rivoluzione“; il portavoce del movimento neonazista Skoropadskij diceva che le dichiarazioni di Poroshenko, sulla necessità di disarmare le milizie, non riguardavano Pravij Sektor, e il 17 luglio il rappresentante del DUK, Andrej Sharaskin, affermava che Pravij Sektor non intendeva continuare la resistenza armata contro la polizia. “La cosa più importante è che dobbiamo dimostrare che non cerchiamo d’iniziare una guerra civile, e Dio non voglia, continuare la resistenza armata. Dobbiamo combattere contro il male e non cercare di destabilizzare la situazione nel Paese. Di conseguenza, l’escalation del conflitto non è accettabile. Vogliamo alleviare la tensione“. Comunque Poroshenko nominava nuovo governatore della Transcarpazia Gennadij Moskal, noto aguzzino della popolazione di Lugansk, il giornalista e agente di Soros Mustapha Nayyem, responsabile della riforma nella regione, e nuovo capo della polizia locale Sergej Knjazev, già capo della polizia di Marjupol, che secondo Avakov “è un uomo con esperienza in battaglia, oggi a capo della polizia criminale sul fronte del Donetsk, a Marjupol“. Intanto, la notte del 14-15 luglio le auto del Procuratore della regione della Transcarpazia furono bruciate. Infine il 17 luglio, il deputato della Transcarpazia Mikhail Lanio, minacciato da Pravij Sektor, veniva arrestato mentre cercava di lasciare l’Ucraina per l’Italia.

408017_original9hung-rom-ukrVa rilevato che Mukachevo è un importante centro delle rete dei gasdotti ucraina, essendo uno dei maggiori snodi del traffico del gas liquefatto dell’Ucraina. Non è un caso quindi, che Pravij Sektor iniziasse ad accusare i suoi avversari in Transcarpazia di “separatismo”, tentando di scaricare le cause della crisi sulla minoranza locale ungherese, e il generale ucraino Vladimir Ruban esprimesse il timore che in Transcarpazia si vada verso la creazione della repubblica popolare indipendente. Tutto ciò quindi dava ragione e motivo a Budapest di temere per la sicurezza dei 150000 abitanti di origine magiara della regione. Infatti, Janos Lazar, capo dell’ufficio del primo ministro ungherese al Parlamento dichiarava che i servizi segreti ungheresi effettuavano operazioni in Ucraina, nella Transcarpazia, “la situazione della sicurezza in Europa orientale è cambiata radicalmente negli ultimi anni. L’Ungheria confina con un Paese in stato di guerra, e agenti ungheresi a Kiev difendono gli interessi di Budapest. Servizi di intelligence di altri Paesi nella regione operano allo stesso modo. Ni prossimi decenni si aggraverà il problema della minoranza ungherese in Transcarpazia. Di conseguenza, servizi speciali conducono operazioni, per la prima volta in 25 anni, per la protezione degli ungheresi apertamente e spesso le loro azioni sono in contrasto con gli interessi e i desideri di Kiev. Il Ministero degli Esteri dell’Ucraina fa tutto il possibile per impedire che spie e diplomatici ungheresi conducano operazioni in Ucraina“. Per il consulente politico russo Anatolij Wasserman, ciò “in generale è una pratica comune. Ma il fatto che il capo dell’amministrazione ungherese abbia parlato pubblicamente dei contrasti tra Ucraina e Ungheria è insolito, una mossa politica grave che mostra l’Ungheria estremamente contrariata non solo dagli eventi in Ucraina, ma dal relativo atteggiamento dell’Unione europea“. Ad aprile il deputato dell’Ungheria Tamás Gaudi-Nad aveva avanzato pretese territoriali a Kiev: “l’Ucraina è uno Stato artificiale di cui in particolare la Transcarpazia fa parte, che per molti anni aveva appartenuto all’Ungheria. Inoltre, i rusini della Transcarpazia non sono riconosciuti in Ucraina“. “Non vedo nulla di insolito. L’Ungheria si dichiara costantemente preoccupata per la situazione degli ungheresi in Ucraina. Continuerà a tutelare i diritti dei compatrioti“, affermava l’ex-agente segreto Mikhail Ljubimov. “Vedete, ci sono state violazioni dei diritti di ungheresi e ruteni. E gli ungheresi ne sono molto preoccupati. Il governo ungherese non può abbandonarli. Ora tutto può succedergli in Ucraina. Proteggono i propri fratelli e gli ungheresi cercheranno di rivendicazioni territoriali in Ucraina, se possibile“. “In primo luogo, c’è il vecchio conflitto, e in secondo luogo, gli eventi a Mukachevo domostrano agli ungheresi che ‘Pravij Sektor’, vietato in Russia, è spietato e la pulizia etnica fa parte del suo programma. Naturalmente, la dichiarazione del capo dell’ufficio del primo ministro è puramente politica, il cui scopo è avvertire l’Ucraina“. Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria, aveva dichiarato: “gli ungheresi che vivono in Transcarpazia dovrebbero avere la doppia cittadinanza e l’autonomia. La situazione di 200mila magiari che vivono in Ucraina rende questo problema rilevante. La comunità ungherese dovrebbe avere la doppia cittadinanza, tutti i diritti pubblici e anche la possibilità di autogoverno. Questo è ciò che ci aspettiamo dall’Ucraina nuova“. Il 15 giugno il Consiglio di coordinamento delle organizzazioni rutene della Transcarpazia faceva appello a Consiglio d’Europa, Commissione europea, OSCE e Nazioni Unite, nonché ai parlamenti di Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia per chiedere a Poroshenko di concedergli l’autonomia. Ma come sottolineava Ljubimov “Dato che Kiev è nella morsa di un altro gruppo di terroristi al servizio degli USA, nell’essenza poco diverso da al-Qaida, mi chiedo come qualcuno possa parlare educatamente con tali imitazioni di esseri umani. L’aumento del bilancio dell’intelligenza ungherese (da 30 milioni a 46 milioni di dollari all’anno) indica la serietà e l’importanza di questo problema per l’Ungheria. In questo ambiente, le rivendicazioni territoriali diventano solo questione di tempo, soprattutto considerando che la politica di Kiev è sempre più aggressiva“. “Penso che gli ungheresi possono presentare reclami territoriali solo in caso di disintegrazione dell’Ucraina”, affermava Anatolij Wasserman, “cioè se la Transcarpazia terrà un referendum sull’indipendenza da Kiev e il ricongiungimento con l’Ungheria, Budapest lo considererà come Mosca il referendum in Crimea. Inoltre, in questo caso l’Ungheria probabilmente aggraverà le relazioni con l’Unione europea. Gli ungheresi non sono favorevoli ad eventuali suggerimenti all’uso della forza. Ma se rispondessero alla pacifica espressione della volontà dei cittadini, come è avvenuto in Crimea, il governo ungherese potrebbe ricorrervi“.
1099414Intanto in Transcarpazia, i militari ucraini circondavano il monte Javornik dove 20 terroristi di Pravij Sektor si nascondono dall’11 luglio. La montagna è a 25 km dalla frontiera polacca e a 15 km da quella slovacca. Il sergente del nazibattaglione DonbassEvgenij Shevchenko diceva: “Abbiamo iniziato un’operazione speciale nella regione per neutralizzare i membri di Pravij Sektor nascostisi nelle foreste di Velikij Bereznij. Gli elicotteri compiono sortite e altre unità della guardia nazionale arrivano per chiudere l’accerchiamento“. Infatti, almeno tre colonne di veicoli militari ucraini si muovevano su Mukachevo, mentre il 18 luglio, alle 20:00, un elicottero Mi-8 sbarcava un gruppo di soldati ucraini tra Velikij Bereznij e Zabrid, e l’area boschiva occupata dai neonazisti veniva bombardata da un aereo; “Tutto questo per mezza dozzina di militanti di Pravij Sektor?” Domanda legittima confermata dal fallimento totale dell”Assemblea nazionale’ convocata a Kiev da Pravij Sektor, il 19 luglio, che raccoglieva solo 100 manifestanti. Ma il 21 luglio, a Kiev, 3000 neonazisti di Pravij Sektor si riunivano per lanciare la “nuova fase della rivoluzione ucraina“, come annunciava Jarosh, da avviare con un referendum sul voto di sfiducia del governo e le dimissioni del ministro degli Interni Avakov. Inoltre, il ministro degli Interni della regione di Odessa, il georgiano Giorgi Lortkipanidze, corteggiava Pravij Sektor che chiede l’apertura di un’inchiesta sui fatti di Mukachevo. Lortkipanidze assicurava di sostenere la richiesta di creare una Commissione d’inchiesta. Ma dall’altra parte, 23 nazibattaglioni del ministero degli Interni ucraino esprimevano sostegno ad Avakov; si trattava dei battaglioni Kievshina, Santa Maria, Kiev-1, Kiev-2, Gorpun, Kirovograd, Zolotoe Vorota, Sich, Bogdan, Nikolaev, Kharkov, Kharkov-2, Vinnitsa, Skif, Chernogov, Sicheslav, Lugansk, Bolgrad, Slobozhanshina, Tyman, Artjomovsk, “Lvov eStorm. I membri di tali unità si dichiaravano pronti ad eseguire gli ordini di Avakov. Pravij Sektor invece raccoglieva il sostegno di 5 nazibattaglioni: Azov, OUN, Ajdar, il cui capo è stato arrestato per mafia, e Tornado il cui capo è stato arrestato per torture, omicidi e stupro di ragazzi minorenni. In realtà si tratta dello scontro tra Kolomojskij e Avakov sul controllo di una zona cruciale per la residuale economia ucraina, lo snodo gasifero di Mukachevo. Anche il primo ministro Jatsenjuk e Julija Timoshenko difendevano Pravij Sektor contro Avakov, e quindi contro Poroshenko, accusandoli di essere dei corrotti a capo di un’amministrazione e di forze di polizie “coinvolte nel contrabbando su tutte le frontiere dell’Ucraina. Non sono forze di sicurezza, perché partecipano ad ogni tipo di contrabbando. Non c’è alcuna autorità e fidarsene è impossibile“. Mesi prima Artjom Skoropadskij, portavoce di Pravij Sektor, aveva detto, “Nel caso di una nuova rivoluzione, Poroshenko e i suoi sostenitori non potranno lasciare il Paese come ha fatto il presidente precedente. Non possono aspettarsi che un cella buia per l’esecuzione effettuata da un gruppo di militari ucraini o membri della Guardia Nazionale“.Ukraine Attack


Da Sito Aurora

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