La Legge della Sintropia nasce dalle equazioni che uniscono la relatività ristretta con la meccanica quantistica. Queste equazioni hanno una duplice soluzione: una positiva che descrive energia che diverge nel verso a noi familiare, cioè dal passato verso il futuro, e una negativa che descrive energia che diverge a ritroso nel tempo, dal futuro verso il passato. La soluzione negativa era stata rifiutata dai fisici in quanto ritenuta impossibile, ma nel 1941 il matematico Luigi Fantappiè si rese conto che mentre la soluzione positiva è governata dalla legge dell’entropia (en=divergente, tropos=tendenza), la soluzione negativa è governata da una legge simmetrica che Fantappiè denominò sintropia (syn=convergente, tropos=tendenza). Per noi che ci muoviamo in avanti nel tempo la sintropia descrive energia che si concentra e che porta all’aumento della differenziazione, della complessità, delle strutture e dell’ordine. Fantappiè ravvide queste proprietà nei sistemi viventi e arrivò alla conclusione che la Sintropia è l’energia della vita e che la vita è mossa da cause finali, in quanto si alimenta di sintropia. L’allargamento della scienza alla sintropia viene così descritto da Fantappiè in una lettera ad un amico:
“In seguito ad alcune discussioni con due colleghi, uno biologo e uno fisico, mi si svelò improvvisamente davanti agli occhi un nuovo immenso panorama, che cambiava radicalmente la visione scientifica dell’Universo, avuta in retaggio dai miei Maestri, e che avevo sempre ritenuto il terreno solido e definitivo, su cui ancorare le ulteriori ricerche, nel mio lavoro di uomo di scienza. Tutto a un tratto vidi infatti la possibilità di interpretare opportunamente una immensa categoria di soluzioni (i cosiddetti “potenziali anticipati”) delle equazioni (ondulatorie), che rappresentano le leggi fondamentali dell’Universo. Tali soluzioni, che erano state sempre rigettate come “impossibili” dagli scienziati precedenti, mi apparvero invece come “possibili” immagini di fenomeni, che ho poi chiamato “sintropici”, del tutto diversi da quelli fino allora considerati, o “entropici”, e cioè dai fenomeni puramente meccanici, fisici o chimici, che obbediscono, come è noto, al principio di causalità (meccanica) e al principio del livellamento o dell’entropia. I fenomeni “sintropici”, invece, rappresentati da quelle strane soluzioni dei “potenziali anticipati”, avrebbero dovuto obbedire ai due principi opposti della finalità (mossi da un “fine” futuro, e non da una causa passata) e della “differenziazione”, oltre che della “non riproducibilità” in laboratorio.”
Fonte: http://www.sintropia.it/