Di Federico Artizzu
La maggiore stazione televisiva d’Israele ha trasmesso un report dettagliato su come lo Stato ebraico effettuerà l’attacco contro gli impianti nucleari iraniani nel caso in cui la diplomazia e le sanzioni dovessero fallire nel far retrocedere Teheran dal proseguire il suo programma nucleare che Tel Aviv ritiene sia diretto a raggiungere le capacità necessarie per costruire un’arma atomica.

Secondo il giornalista, Alon-Ben David, autore del servizio, l’ordine di attacco non sarà quasi certamente dato almeno fino a quando non finiranno i colloqui tra l’Iran e le principali potenze mondiali che s’incontreranno nuovamente a metà maggio. “Ma la prossima estate rischia di essere non solo calda, ma anche molto tesa”, ha detto il reporter.
Nel caso i negoziati fallissero e Israele decidesse di dare ordine all’IAF di effettuare un attacco contro le strutture nucleari della Repubblica Islamica, “dozzine se non più aerei” prenderanno parte alla missione: jet d’attacco e di scorta, aerei cisterna per le operazioni di rifornimento in volo, aerei per la guerra elettronica ed elicotteri di soccorso, secondo quanto riferito dal rapporto.
Ben-David ha affermato che Israele non “ha la capacità di distruggere l’intero programma nucleare iraniano”. “Non assisteremo ad una replica degli attacchi decisivi sul reattore di Osirak in Iraq nel 1981, o su quello siriano nel 2007″. “Il risultato non sarà definitivo”. Il reporter ha aggiunto che se i negoziati tra l’Iran ed il gruppo dei 5+1 falliranno e se l’Iran muoverà parti fondamentali del suo programma nucleare nell’impianto sotterraneo di Qom, “è probabile che sarà dato l’ordine all’aviazione israeliana di intraprendere il lungo viaggio verso l’Iran”. “Anni e anni di preparazione potrebbero essere messi in pratica”, ha detto, aggiungendo che “il momento della verità è vicino”.
Ben-David ha potuto intervistare diversi capi squadriglia, piloti e altri ufficiali durante il suo soggiorno insieme alle truppe dell’IAF. Egli ha osservato che i piloti israeliani sono consapevoli del fatto che molti di loro “non torneranno vivi dalla missione”. Un ufficiale di nome Gilad ha detto che è “ingenuo” pensare che non ci saranno perdite tra i militari.
L’IAF appare molto preoccupata dagli avanzati sistemi anti-aerei che la Russia ha venduto ai paesi della regione. Tra questi i sistemi SA 17 e SA 22 in dotazione alle forze armate siriane ed iraniane rappresentano una vera sfida per i piloti israeliani.
Secondo il rapporto l’aereo destinato a ricoprire un ruolo preminente nel possibile attacco all’Iran sarebbe l’F-15. Un pilota ha ammesso che il caccia in questione “è un aereo con una vasta gamma di qualità” per quanto riguarda armi e capacità di volo. Particolare fiducia viene data anche al gigantesco drone senza pilota, “Eitan” che si dice sia in grado di volare fino in Iran.
Il report conclude prendendo in esame le possibili rappresaglie che potrebbero seguire ad un attacco israeliano verso l’Iran. Il blitz, dice il rapporto, scatenerebbe presumibilmente una guerra nel nord d’Israele con attacchi missilistici da Hezbollah dal sud del Libano. “Non ci sarà né pace né tranquillità in ogni parte d’Israele”, ha detto Ben-David.
Il report che è stato seguito da milioni di telespettatori israeliani potrebbe essere un tentativo del governo di Tel Aviv di preparare la popolazione dello Stato ebraico alla possibilità che la leadership israeliana decida di ordinare un attacco militare contro l’Iran. Il rapporto, reso pubblico soltanto 24 ore dopo la fine dei colloqui tra l’Iran e le potenze mondiali, potrebbe inoltre esser stato pensato per esercitare pressioni sugli alleati occidentali d’Israele che hanno chiesto più tempo per far lavorare la diplomazia e la pressione economica sulla Repubblica Islamica.
Una cosa è certa, anche a Teheran qualcuno avrà guardato il servizio di Channel 10. “Il momento della verità è vicino”, dice Ben-David.