L’analisi di Francesco Scorza
Finché a dire queste cose è l’Ania, l’associazione di categoria delle compagnie d’assicurazione, si può capire. Ma quando a sposare queste tesi sono direttamente il regolatore, cioè l’Ivass, e il governo, allora quella frase apparentemente di buon senso pronunciata da Rossi sulla concorrenza assume tutto un altro significato. Le nuove leggi e i regolamenti, infatti, non tutelano la parte debole (l’assicurato e gli aventi diritto), ma si curano piuttosto di garantire alle compagnie ulteriori benefici.
È il caso del ddl Concorrenza, che con l’approvazione dell’emendamento proposto dai due relatori del Pd, Silvia Fregolent e Andrea Martella, alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera non solo confermerebbe il drasticotaglio dei risarcimenti per danno biologico che si avranno con la nuova tabella nazionale, ma addirittura ne stabilirebbe laretroattività, sforbiciando così i contenziosi già in essere a tutto vantaggio dei conti economici delle assicurazioni. Conti peraltro floridi a dispetto delle lamentele sulle truffe e sulla scarsa predisposizione degli italiani ad assicurarsi: secondo il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, il 2014 è stato un anno molto positivo per l’industria assicurativa che ha registrato complessivamenteutili per 6 miliardi di euro con una redditività del capitale del 10%, tornata finalmente sui livelli medi europei.
Alla luce di quanto detto, non stupisce che le compagnie di assicurazioni continuino a lamentarsi delle frodi, ma non spingano per leggi volte a combatterle efficacemente: tanto guadagnano comunque. Anzi, le compagnie stesse tendono a rendersi complicidi molte truffe perché denunciarle e aprire contenziosi legali con i presunti truffatori ha costi spesso superiori a quelli dei risarcimenti stessi e così ci si “viene incontro” per non intaccare la redditività del business. Del resto, con le leggi attuali, ai fini del risarcimento non è obbligatorio denunciare i sinistri se non entro il termine di due anni. E spesso capita che vengano richiesti e ottenuti risarcimenti per autovetture che i periti non possono nemmeno più visionare in quanto dal momento del presunto sinistro alla sua denuncia alla compagnia d’assicurazione la proprietà del veicolo è cambiata.
Su questo però il legislatore preferisce non intervenire, anche perché rischierebbe di colpire un discreto serbatoio elettoralefatto di avvocati, medici, periti, meccanici, carrozzieri e del loro indotto. Che, come dimostrano centinaia d’inchieste della magistratura, sulle truffe assicurative campano. Si preferisce invece incidere su tutti gli assicurati tagliando le prestazioni e garantendo alle compagnie di massimizzare i benefici economici. Quando si dice il coraggio delle riforme…
[Potete aiutare i blogger a sopravvivere anche con una piccolissima donazione di 1€ ciascuno]
L’informazione libera non può accedere ai finanziamenti statali ma vive di pubblicità… USALA