Petrolio nel Polcevera, una parte finita in mare, moria di pesci, uccelli a rischio

Petrolio nel Polcevera, una parte finita in mare, moria di pesci, uccelli a rischio
Un’oca coperta di petrolio salvata dai volontari Enpa nel Polcevera 

L’Arpal conferma: piccole chiazze oltre la Diga Foranea. Timori per la pioggia. Toti chiama Curcio (Protezione Civile) per un sopralluogo

di DONATELLA ALFONSO e NADIA CAMPINI

Proseguono a Genova le operazioni per impedire che il greggio fuoriuscito da una conduttura della società Iplom domenica sera, e finito in due torrenti della città, tra cui il Polcevera, che sfocia in porto, arrivino in mare aperto. Benchè l’Arpal, in serata, abbia confermato le voci circolate nel primo pomeriggio di uno sversamento di greggio dal letto del torrente Polcevera in mare. Alcune chiazze di modesta entità, sospinte dal vento e dalle correnti, sono infatti sfuggite alle panne e si stanno indirizzando verso il largo. Proseguono anche i monitoraggi della qualità dell’aria, senza rilevamenti particolarmente critici, e campionamenti dell’acqua lungo le sponde dei torrenti interessati dall’emergenza, anche se alcuni abitanti del quartiere di Fegino avrebbero accusato negli ultimi giorni leggeri malesseri, tra cui nausea, mal di testa e bruciori alla gola e agli occhi, dovuti probabilmente alle esalazioni di petrolio.

“Intervenga la Protezione Civile”. “La Regione Liguria ha chiesto l’intervento del capo del dipartimento nazionale della protezione civile, fabrizio curcio per fare un sopralluogo e una verifica dello stato della situazione dei luoghi di genova colpiti dallo sversamento del petrolio”. Lo annuncia il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti con l’assessore regionale all’ambiente, Giacomo Giampedrone nel corso della riunione in prefettura convocata per fare il punto della situazione sul Polcevera, con il prefetto, la capitaneria di porto, Arpal, i tecnici ispra inviati dal ministero, la asl 3 genovese, il comune di Genova, la città metropolitana e l’azienda Iplom.

La bonifica. E’ un impegno senza sosta in Valpolcevera il lavoro per rimuovere il petrolio che impregna i greti del rio Pianego e dei torrenti Polcevera e Fegino. Dalle prime luci di stamane squadre di tecnici specializzati di ditte chiamate dalla società Iplom stanno operando con autospurghi e ruspe nei pressi delle barriere create ieri con le panne, dove si è accumulato più greggio. Il sole e il vento hanno aiutato le operazioni di disinquinamento, mail timore per un possibile peggioramento del tempo, non atteso prima del fine settimana, è forte: le panne, infatti, potrebbero non essere sufficienti a contenere l’innalzamento del livello del Polcevera dovuto all’acqua piovana. Ulteriori problemi potrebbero arrivare dalla direzione dei venti, responsabili della discesa verso valle del greggio e dall’evoluzione del moto ondoso alla foce del torrente, che sfocia nello specchio d’acqua del porto. I modellisti stanno simulando gli scenari peggiori per potenziali inquinamenti della falda e della dispersione in mare.

Sversamento di petrolio nel Polcevera, le riprese dall’elicottero

Intanto, il fascicolo per disastro ambientale colposo aperto dalla procura è passato al gruppo che si occupa di reati ambientali ed è in mano al procuratore aggiunto Vincenzo Calia. Al vaglio degli inquirenti tutta la documentazione che riguarda le concessioni e autorizzazioni per verificare che non vi siano state delle irregolarità. Sotto la lente degli investigatori anche uno smottamento di terra in prossimità della rottura del tubo. Con ogni probabilità la procura nominerà un geologo per stabilire se sia stata la frana a causare la rottura dell’ oleodotto o se lo smottamento sia avvenuto a causa della fuoriuscita di greggio. Gli inquirenti stanno vagliando anche i tempi di chiusura delle valvole per capire se si sia provveduto in tempo a bloccare l’oleodotto o se vi sia una qualche responsabilità.

Moria di pesci, uccelli a rischio.Il greggio fuoriuscito domenica sera dall’oleodotto Iplom a Genova ha causato una moria di pesci e sta mettendo in pericolo molti uccelli – anatre, aironi, papere, germani e oche -che vivevano nei torrenti e in mare. L’allarme arriva dalla responsabile della Lipu di Genova, Daniela Filippi, che solo ieri ha soccorso e salvato 27 germani reali completamente coperti di greggio e incapaci di volare. “Tredici di loro ora stanno bene, gli altri invece sono gravi perché hanno respirato le esalazioni del petrolio”. Attivi anche i volontari dell’Enpa, che hanno recuperato decine di esemplari, attivando anche un numero di emergenza – lo 010.5531696 – al quale residenti e istituzioni possono inoltrare segnalazioni relative ad animali in difficoltà.

Un germano reale coperto di petrolio è stato segnalato alla guardia zoofila Gian Luigi Termanini dai portuali del terminal Messina, nel porto di Genova, e conferma che il greggio è arrivato dentro lo scalo, fra i moli.
Una moria di pesci è segnalata alla foce, dove sono affiorati cefali e altre specie di pesci che vivono in mare nei pressi del torrente Polcevera. Più a monte, nel rio Pianego e nel Fegino, vicino alla zona del guasto, gli abitanti segnalano anche una moria di rane. “La cosa più triste è accorgersi che i greti dei nostri torrenti, sino a sabato habitat ideale di molti uccelli e altri animali, sono all’improvviso diventati un deserto quasi senza segnali di vita animale” dicono i residenti. Alcune associazioni animaliste ed ambientalista genovesi stanno pensando di costituirsi parte civile per chiedere i danni ai responsabili del disastro ambientale che ha colpito la Valpolcevera

Doria in consiglio: “Così cambieremo le regole”. “L’amministrazione comunale sta acquisendo tutti gli elementi giuridici. In presenza di fatti certi e comprovati l’amministrazione comunale e’ intenzionata a valersi di tutti gli strumenti giuridici sia per attribuire le responsabilita’ che per i provvedimenti da assumere per evitare che fatti del genere si debbano ripetere”. Il sindaco Marco Doria fa il punto in consiglio comunale sul petrolio in Valpolcevera e avverte chiaramente, anche se con tutte le cautele del caso, che Tursi e’ pronto a procedere per le vie legali. In aula ad ascoltare la relazione ci sono alcuni abitanti di Fegino, che urlano la loro esasperazione per la convivenza forzata col petrolio, dicono “basta”, “vergogna” e anche “quelle tubature non ci devono essere piu”. A fare la cronaca precisa, minuto per minuto della notte fra domenica e lunedi’ e’ stato l’assessore comunale alle protezione civile Gianni Crivello.
“Alle 19.42 di domenica un cittadino chiama il Coa – ha raccontato – tre minuti dopo il Coa chiama i vigili del fuoco e due pattuglie dell’ambiente sono in loco alle 20.15”. Crivello e’ stato subito sul posto con la presidente del municipio Iole Murruni e ha trascorso tutta la notte tra rio Fegino e Polcevera, mentre i vigili del fuoco iniziavano a costruire la barriera per evitare che il petrolio finisse in mare e scattava la chiusura di via Borzoli e quella del plesso scolastico della Due giugno, per arrivare, il giorno successivo alle due, alla riunione del Coc con i vigili del fuoco, l’azienda e la Capitaneria di Porto. “Gli interventi di messa in sicurezza in emergenza  – ha spiegato poi il sindaco Doria – devono tradursi in un piano  sottoposto alla supervisione per l’acqua del porto alla Capitaneria di porto e per i rivi e la terra alla Citta’ metropolitana e al Comune di Genova”.

L’interpellanza. I deputati liguri del Pd Mara Carocci, Raffaella Mariani, Mario Tullo, Anna Giacobbe, Lorenzo Basso e Franco Vazio hanno depositato stamani un’interpellanza al ministro dell’Ambiente Maurizio Galletti in cui chiedono “se non ritenga opportuno verificare se le misure di sicurezza dell’impianto fossero adeguate e se siano state immediatamente attivate”. Ma anche di “vigilare affinché si concretizzino nel più breve tempo possibile le operazioni di bonifica e recupero ambientale dei torrenti e del territorio e l’attivazione dei procedimenti risarcitori che si rendano necessari alla luce dei risultati delle analisi e dei sopralluoghi condotti da Arpal e dagli organismi competenti sul territorio interessato dall’incidente”.

Inoltre, i deputati pd chiedono “se non ritenga urgente, dopo aver provveduto a  tutti gli approfondimenti necessari per valutare lo stato d’emergenza, attivare le risorse che sarà possibile mettere in campo per rispondere tempestivamente ai danni ambientali provocati da questo grave incidente” e “quali iniziative intenda attuare affinché si concretizzino nel più breve tempo possibile le necessarie operazioni di bonifica e recupero ambientale dei torrenti e del territorio interessato, e che vengano istruiti con solerzia i procedimenti risarcitori che saranno individuati e quantificati dalle autorità competenti”.

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