“Dunque anche il fatto di girare la testa, di guardare agli eventi del mondo esteriore con disdegno o malinteso senso di superiorità – io penso solo allo spirito, non mi interessano i fatti esteriori, la politica, la società – si rivela un atto di corresponsabilità con quanto di negativo accade intorno a noi.
Che fare dunque?
Pensare a fondo la realtà che ci circonda – in modo spregiudicato e libero – è allora un dovere di ogni libero pensatore e di ogni ricercatore spirituale.
La ricerca della verità ‘occulta’, nascosta, non è un obiettivo da perseguire solo nei confronti del mondo spirituale, ma anche del mondo fisico in cui viviamo.
Ancora Steiner: “Occulto, miei cari amici, non è solo ciò che riguarda i mondi superiori – inizialmente questi sono certo nascosti, occulti per tutti gli uomini. Ma per molti uomini è già occulto anche quello che avviene nel mondo fisico! E vogliamo augurarci che molto di ciò che è nascosto qui da noi diventi visibile! Che così tanti fatti rimangano nascosti a così tanta gente, costituisce una delle fonti della miseria in cui viviamo”. (ibid.)
Alla luce delle premesse e di queste linee-guida, è pertanto doveroso indagare con questo atteggiamento interiore anche gli eventi geopolitici più recenti.
Naturalmente il grado di disvelamento che riusciamo a realizzare è direttamente proporzionale al nostro livello evolutivo, all’impegno che profondiamo nella ricerca e alle nostre capacità di applicare il pensiero alla realtà.
Il disvelamento, poi, è per sua natura progressivo, il che significa che passare dall’essere vittime della manipolazione e della propaganda – come siamo tutti all’inizio del percorso – all’alétheia non è cosa che può avvenire d’un colpo.
Le illuminazioni sulla via di Damasco accadono, ma non sono poi così frequenti.
Ci vogliono spesso anni di studio e soprattutto una ferrea volontà d’indipendenza dalle verità dominanti, dal pensiero unico che domina incontrastato la vita della maggior parte delle persone, dalla culla alla tomba.
Per questo motivo, anche se siamo giunti a livelli abbastanza avanzati di disvelamento degli eventi del mondo sensibile – tanto da farci chiamare complottisti dai nostri amici, che magari ci tolgono l’amicizia su Facebook o addirittura il saluto – abbiamo tuttavia la responsabilità di essere tolleranti nei confronti di chi ancora crede parzialmente alle verità dominanti.
Per farlo, un aiuto pratico: basta pensare a come eravamo noi stessi prima di iniziare questo percorso.
Un percorso che a volte abbiamo vissuto come una vera e propria discesa agli inferi, tanto è stato l’orrore che ci ha afferrato quando – dopo aver smantellato i dogmi del pensiero unico – abbiamo iniziato a renderci conto di “che lacrime grondi e di che sangue” il reale volto del potere.
Insomma, dobbiamo imparare a non pretendere dagli altri – come non l’abbiamo preteso da noi stessi – il ‘tutto o niente’.
È vero, a livello dei poteri forti la cospirazione, il complotto, non sono l’eccezione, bensì la regola e spesso chi li ridicolizza ne è complice, ma dobbiamo anche imparare a non fare di ogni erba un fascio, tacciando di correità con il sistema tutti coloro cui ancora non si sono disvelati alcuni scenari.
Creare e alimentare opposizioni all’interno di chi si sta destando dal sopore del neo-pensiero, fa il gioco delle Entità – occulte e manifeste – che vogliono l’asservimento e la rovina dell’uomo.
Ricordiamocene sempre.”

Da Tutto o niente di Piero Cammerinesi.

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