Questa settimana il Senato degli Stati Uniti potrebbe approvare nuove sanzioni nei confronti della Russia per le presunte ingerenze alle elezioni presidenziali dello scorso novembre. La situazione si è sbloccata pochi giorni fa dopo mesi di impasse, come raccontaThe Hill. I leader di entrambi partiti – repubblicani e democratici – stanno negoziando un accordo che prevede nuove sanzioni economiche contro il Cremlino e un disegno di legge che riguarda invece la Repubblica Islamica dell’Iran – nemico numero uno dell’Arabia Saudita, Israele e di Washington in Medio Oriente alla pari dello Stato Islamico.
I neocon avvertono Trump
«Se il presidente Trump pone il veto contro le sanzioni tradisce la democrazia», afferma il senatore neocon Lindsey Graham, che spinge, insieme all’amico e collega John McCain, a varare nuove sanzioni contro Mosca. Graham, repubblicano neoconservatore della Carolina del Sud, ha dichiarato durante un programma della Cbs che la Russia deve essere punita per aver hackerato le e-mail del partito democratico statunitense e per altre azioni, tra le quali «aver fornito armi ai talebani che hanno ucciso soldati statunitensi, l’appoggio al regime siriano di Bashar al-Assad e la complicità nell’uso delle armi chimiche contro i bambini». Trump e i membri del Congresso dovrebbero sanzionare la Russia per quello che hanno fatto e se il presidente dovesse respingere il disegno di legge, il suo veto sarà ignorato, ha sottolineato Graham.
«Se il presidente non firma questo disegno di legge per punire la Federazione Russia tradirebbe la democrazia. Trump è il comandante in capo. E’ necessario resistere a Mosca. Non riusciremo mai a ripristinare i nostri rapporti con la Russia finché non li puniamo per aver tentato di danneggiare la nostra democrazia. La soluzione è imporre più sanzioni». E ha aggiunto: «Non ho alcuna prova che Trump sia colluso con i russi. Ma è evidente che la Russia vuole distruggere la nostra democrazia».
Inizia la discussione al Senato: nel mirino Mosca e Tehran
Come riporta Bloomberg, il Senato apre in queste ore il dibattito sulle nuove misure contro Mosca in contemporanea al disegno di legge che imporrebbe nuove sanzioni contro l’Iran «per via dei suoi test missilistici, del sostegno al terrorismo e delle violazioni dei diritti umani». Il senatore Bob Corker del Tennessee, presidente del comitato per le relazioni esterne del Senato e il senatore Ben Cardin del Maryland, hanno espresso ottimismo in vista di un accordo tra repubblicani e democratici in merito.
«Ci sarà un emendamento sulla Russia» ha confermato Corker ai giornalisti. E se i senatori non dovessero riuscire a fare sintesi delle diverse proposte in un unico emendamento, ce ne saranno degli altri. Difficile che il presidente Trump, nel pieno del «Russiagate», possa opporsi a un’iniziativa bipartisan di democratici e repubblicani di questa portata. L’applicazione di nuove sanzioni alla Russia e all’Iran è perfettamente coerente con la geo-strategia Usa di sposare la visione dell’alleato saudita del Medio Oriente e rispecchia il sentimento anti-russo che contraddistingue l’establishment americano.
“Sanzioni ingiustificate e illegali”
Igor Sechin, uno dei più stretti collaboratori del presidente Vladimir Putin, ha affermato in un’intervista al Financial Timesche le sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea rappresentano un tentativo di influenzare l’esito delle elezioni in Russia. «Ad essere onesti, non mi piace parlare di sanzioni. Credo che siano totalmente ingiustificate e anche illegali. L’obiettivo delle sanzioni è quello di influenzare la situazione socio-economica del Paese. Lo scopo è quello di peggiorare la situazione interna e influenzare così sulle elezioni. Questa è una mia convinzione profonda» – ha sottolineato Sechin. Dal Medio Oriente alle nuove (probabili) sanzioni, le relazioni tra Stati Uniti e Federazione Russia non sembrano essere migliorate dall’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, complice anche la bolla mediatica del Russiagate.