Yago Martínez Álvarez
El Salmon Contracorriente
Questo progetto prevede la costruzione di un oleodotto di 1770 km, con un costo di 3,7 miliardi di dollari, che prevede di trasportare più di 500.000 barili di greggio al giorno, dal North Dakota al centro-ovest e, infine, alla costa orientale e meridionale degli Stati Uniti. Il progetto di costruzione di questo oleodotto ha generato un notevole movimento di opposizione internazionale, guidato dalla tribù Sioux di Standing Rock, ma supportato da governi tribali di oltre 280 altre città e alleati in tutto il mondo. Questa crescente resistenza in tutto il mondo si oppone al Dakota Acces Pipeline (DAPL) perché il percorso dell’oleodotto divide i territori sacri dei nativi americani, nonché le terre a loro attribuite dal Trattato, e minaccia la qualità dell’aria e delle risorse idriche nella regione. Inoltre, questa infrastruttura è una minaccia a tutti gli effetti del clima, poiché ciò significherebbe un notevole impulso per l’industria petrolifera nella regione.
Il movimento di opposizione al progetto dell’oleodotto, che utilizza solo metodi di resistenza pacifica per esprimere il loro rifiuto al DAPL, è stata repressa nel sangue più volte dal suo lancio in aprile 2016 da parte della polizia in diversi stati e agenzie degli Stati Uniti, membri della Guardia nazionale degli Stati Uniti e le forze di sicurezza private armate che lavorano per i sostenitori del progetto. Le forze di sicurezza hanno utilizzato cani da attacco, proiettili di gomma, granate assordanti, pistole elettriche (Taser, NdT) pistole al pepe contro i manifestanti in modo indiscriminato, e ci sono stati numerosi arresti.
Le banche che compongono il consorzio che finanzia il DAPL sono firmatarie dei Principi dell’Ecuador, un quadro volontario di buone pratiche finalizzato a identificare e gestire i rischi sociali e ambientali connessi alle operazioni di finanziamento di progetti. Questi principi riflettono il rispetto dei diritti indigeni, e in particolare il diritto delle comunità indigene di rifiutare il consenso a progetti che interessano le loro terre ancestrali. E’ quindi difficile spiegare come non sia stata identificata fin dall’inizio della forte opposizione al progetto da parte della tribù Sioux di Standing Rock, e ampiamente documentata di gravi violazioni dei titoli terre native, le minacce per le fonti d’acqua e profanazione di cimiteri come ragione per cui le banche che partecipano al consorzio non finanzino questo progetto.
Delle 17 banche contattate, 8, tra cui il BBVA, non hanno risposto alla lettera. Quelle che hanno risposto si limitano a prendere nota o dichiarano che le politiche di riservatezza accettate nell’operazione impediscono loro di discutere gli aspetti di questo. Mere formalità per non assumersi le proprie responsabilità.