L’ennesima proroga del divieto di usare i veleni che uccidono api e insetti non convince gli apicoltori
Il divieto di conciare i semi di mais con insetticidi neonicotinoidi, in scadenza il 31 ottobre, è stato prorogato di due mesi. È l’ennesimo provvedimento provvisorio (e per di più a breve termine) per una vicenda che da anni non fa dormire sonni tranquilli agli apicoltori di tutta Italia. Si sperava che si mettesse al bando per sempre questa classe chimica di pesticidi. I monitoraggi effettuati nel corso degli ultimi 3 anni hanno ampiamente dimostrato che le api godono di migliore salute da quando è entrata in vigore la sospensiva e anche il mais sembra passarsela bene, tanto che il 2011 sarà ricordato per i raccolti quantitativamente molto ricchi.
I Ministeri della Salute e dell’Agricoltura sostengono che non c’è ancora un quadro sufficientemente chiaro per prendere una decisione definitiva e chiamano ora in causa le Regioni direttamente interessate alla produzione maidicola. È ormai evidente il tentativo di trovare una soluzione che possa tornare a consentire l’uso di questi pericolosi pesticidi, apportando semplicemente alcune modifiche ai macchinari utilizzati per la semina.
Slow Food Italia chiede invece che il divieto di uso di insetticidi neonicotinoidi diventi definitivo per la concia delle sementi di mais e venga esteso (almeno in via provvisoria, per effettuare monitoraggi e indagini scientifiche) anche ad altre colture, dove l’uso di queste sostanze diventa spesso un abuso che mette a rischio non solo la salute delle api ma anche quella di altre specie animali e delle persone.
Per fortuna alcune Regioni (a partire dall’Emilia Romagna con l’Assessore all’agricoltura Rabboni) hanno già chiesto a chiare lettere il divieto definitivo. Abbiamo altri due mesi davanti, speriamo che sia la volta buona per arrivare ad uno stop definitivo. Altrimenti toccherà ritornare sull’argomento e alzare ancora di più la voce, perché l’interesse di poche multinazionali produttrici dei neonicotinoidi non potrà mai essere più importante della salute nostra e delle api.
Fonte: La Stampa
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