Per capire come si stanno organizzando le Banche e le ripercussioni delle loro scelte sulla vita sociale è opportuno seguire le loro pubblicazioni e dichiarazioni. Noi italiani occupiamioci di seguire Mario Draghi, governatore di Bankitalia, candidato alla governance della BCE. In queste dichiarazioni, pubblicate sul sito http://www.bancaditalia.it/interventi/integov/2011/21032011/draghi_21_03_2011.pdf

Mario Draghi ripercorre in maniera molto sommaria la nascita della moneta unica affrontando anche le origini della moneta metallica ed il signoraggio dei sovrani sulla stessa. Come lui stesso dice:” battere moneta è attributo di Sovranità”.Verrebbe da dedurre, quindi, che nelle Sovranità degli Stati attuali ( in cui non esistono più i signorotti ) fosse inclusa anche quella “monetaria”. Ma, scorrendo il testo di Draghi, egli stesso dichiara che ” il Trattato di Maastricht del 1992 sancisce il passaggio della Sovranità Monetaria alle Banche Centrali”.Riteniamo doveroso pubblicare i passaggi salienti dell’intervento di Draghi all’Università Cattolica Sacro Cuore per farvi rendere conto che gli STATI CHE NON POSSONO DECIDERE DELLA PROPRIA POLITICA MONETARIA ..NON SONO SOVRANI.

 

 

“L’euro: un’idea che nasce da lontano”

L’idea di una sola moneta, invece di un insieme di valute locali o

nazionali, si fa strada nell’Europa moderna soltanto nella seconda metà

dell’Ottocento. Come mai? Sarebbe naturale pensare che la moneta

universale sia un’aspirazione senza tempo: ampliare il più possibile

nello spazio geografico le funzioni classiche, quindi i vantaggi, della

moneta.

Una spiegazione possibile sta nell’uso ridistributivo che per secoli

si è fatto della moneta: nel mondo classico, poi nel Medio Evo, la

manovra monetaria – aumentare o diminuire il contenuto d’oro o

d’argento dei pezzi metallici – è spesso strumento di appropriazione di

risorse da parte del Principe; battere moneta è un attributo della sovranità.

Nell’Ottocento si approda invece, dopo un lungo percorso, a definire

il valore di una unità monetaria unicamente dalla quantità di metallo

prezioso in essa contenuto; si proclama convertibile in metallo la

moneta cartacea; la moneta viene “spoliticizzata”.

(…)

Di una simile unione, l’Unione monetaria

latina inaugurata nel 1865, fa parte anche l’Italia, insieme con

la Francia, la Svizzera, il Belgio, la Grecia; avrà vita stentata, si

scioglierà di fatto all’inizio del nuovo secolo. Miglior sorte avranno

le unioni – quella svizzera, quella tedesca – realizzate all’interno di

Stati federali.

(…)

Ma l’uso della moneta a fini di ridistribuzione non è finito. Nonostante

la nascita e il consolidarsi di istituzioni tecniche – le banche

centrali – deputate a gestire l’emissione e la circolazione della moneta,

almeno in caso di guerra questa torna a essere strumento di finanziamento

dello Stato. La transizione alla moneta cartacea facilita il processo.

Durante la prima guerra mondiale, il Governatore della Banca

d’Italia Bonaldo Stringher annota che la Banca d’Italia “ha dato alla

produzione di biglietti un impulso corrispondente a quello che hanno

avuto le officine meccaniche per la produzione di proiettili”

(…)

Gli effetti rovinosi del secondo conflitto mondiale rilanciano fin

dagli anni Cinquanta l’idea di una integrazione fra le economie europee,

che sia al tempo stesso strumento di sviluppo e garanzia di pace.

(…)

A sospingere il disegno sono personaggi di una generazione che

serba la memoria della rovina bellica: Andreotti, Ciampi, Delors,

Giscard d’Estaing, Kohl, Mitterrand, Schmidt, a cui si affiancano figure

di una generazione successiva, come Tommaso Padoa-Schioppa.

Il trattato di Maastricht del 1992 crea le istituzioni della moderna

Europa monetaria, stabilendo il passaggio della sovranità monetaria al

Sistema europeo delle banche centrali. L’obiettivo di quest’ultimo

viene fissato con chiarezza e con norma di rango costituzionale – in

ciò mutuando dall’esperienza tedesca – nel mantenimento della stabilità

dei prezzi, valore che diviene patrimonio comune di tutti i cittadini

dell’area. Ne discende il principio fondamentale che i governi non

debbano ingerirsi nella politica monetaria; il finanziamento degli Stati

con moneta è vietato.

(…)

La costruzione monetaria europea funziona. L’euro non è in discussione.”

Il testo completo è leggibile su http://www.bancaditalia.it/interventi/integov/2011/21032011/draghi_21_03_2011.pdf

Diffondete per CONOSCENZA E CONSAPEVOLEZZA

Fonte: http://www.facebook.com/notes/giacinto-auriti/mario-draghi-i-governi-non-devono-ingerirsi-nella-politica-monetaria/10150221584428103

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