Le acque dell’Oceano indiano al largo di Zanzibar sono diventate troppo calde e le nuove alghe stentano a germogliare. Il raccolto è decimato e la concorrenza asiatica sta creando notevoli problemi alle coltivatrici locali. Fra queste c’è Mtumwa Vuai Ameir, una fra le 20mila donne tanzaniane che lavorano immerse nell’acqua fino ai fianchi: “Appendo le giovani alghe su queste corde, aspetto due mesi affinché crescano prima di raccoglierle”, spiega raccontando come abbia iniziato a lavorare in questo settore per fornire un sostegno economico alla sua famiglia. Nel settore delle alghe è rappresentato all’80% dalle donne.

Una volta seccate le alghe vengono esportate negli Stati Uniti, in Francia e Cina, per essere utilizzate come gelificante alimentare, nel campo dei cosmetici o della medicina.

La concorrenza alla produzione tanzaniana arriva soprattutto dall’Indonesia e dalleFilippine, due paesi che hanno alterato gli equilibri del mercato facendo ridurre i prezzi e i salari. E il riscaldamento delle acque non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

Via | Askanews

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