Di Italo Romano
Oltre la Coltre
Fu una “manovra di riconoscenza” da parte di Re Silvio, difatti vi rammento che la MpS fu l’unica banca a concedere prestiti al rampante imprenditore Silvio Berlusconi per la costruzione di Milano2 e Milano3.
Il legame tra il mondo politico e l’élite bancaria, nonostante il divorzio tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia avvenuto nel 1981, è sempre stato solido e indissolubile, al motto socializziamo i debiti e privatizziamo i crediti. Hanno ceduto la sovranità monetaria ad enti privati in cambio del sogno ultraliberista, e questi sono i risultati.
L’ultimo in ordine di tempo a commentare la vicenda è stato l’ex Ministro dell’Economia del governo Monti-Bersani-Berlusconi-Casini-Fini e uomo di punta della tecnocrazia europea, Vittorio Grilli:
“La situazione di Mps non è una novità, non è un fulmine a ciel sereno. Conoscevamo le sue problematicità già da un anno. Non ho evidenza di problemi in altre banche. Sui controlli dico solo che sono di competenza di Banca d’Italia”.
La replica di Bankitalia non si è fatta attendere, ecco quanto dichiarato in una nota apparsa sull’Ansa:
“La vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa é emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps”.
Molto divertente, ma le cose non stanno proprio così.
Secondo quanto riportato dal sito della Banca d’Italia, che nonotante le rassicurazioni della Corte di Cassazioneè una S.p.a. in mano ai potentati nazionali e non solo, tra gli azionisti della stessa figura l’istituto bancario delMonte dei Paschi di Siena, con un percentuale del 2,5%, 7.500 quote e 19 votanti nell’Assemblea degli Azionisti.
Ricordo che tra le funzioni svolte dalla Banca d’Italia vi è quello di vigilare sull’azione degli intermediari finanziari, ovvero le altre banche presenti sul territorio italiano [articoli 106 (“elenco generale”) e 107 (“elenco speciale”) delTesto Unico Bancario (d.lgs. n. 385/1993)], emanando regolamenti, impartendo istruzioni e assumendo provvedimenti nei confronti degli intermediari finanziari.
In questo caso, chi è il controllore? E chi è il controllato? Qual è la linea di demarcazione che separa queste due figure? Chi dovrebbe punire chi? Di chi è la responsabilità?
Ci prendono per il culo, mi pare ovvio.
La Banca d’Italia non è più l’istituto pubblico e democratico ante ’81, ma è un cartello bancario, in mano alla finanza internazionale.
Ad esempio, la Mps è solo in parte italiana, i suoi maggiori azionisti, oltre alla Fondazione MontePaschi sono:
– JPMorgan Chase & Co. è una società finanziaria con sede a New York, ed è leader nei servizi finanziari globali;
– AXA è una compagnia di assicurazioni francese, leader mondiale nel settore con ramificazioni sull’intero pianeta;
– Finamonte Srl, società specializzata in attività di servizi finanziari;