
Oggi aggiungiamo l’ultimo paese che si è associato alla zona asiatica di esclusione del dollaro: “India e Iran si sono accordati per pagare una parte dei 12 miliardi di dollari annui per gli scambi petroliferi in rupie, ha riferito venerdì una fonte governativa, ricorrendo alla valuta sanzionata dopo più di un anno di problemi di pagamento di fronte alle nuove e ancora più dure sanzioni degli Stati Uniti.”
Per sintetizzare: Giappone, Cina, Russia, India e Iran, i paesi che insieme fanno la parte del leone della produzione mondiale e che, combinati, sono tra i più grandi esploratori e produttori di energia. E ora hanno tutti accordi bilaterali parziali, e sarà molto probabile che questi accordi da bilaterali diventino multilaterali, grazie alle iniziative di politica estera di Obama che, cercando di spingere questi paesi nell’angolo, li ha costretti a cercare piattaforme alternative, escludendo il dollaro.
Ma sì, a parte quanto detto sopra, il dollaro è ancora la moneta di riserva… se non altro quello con cui si fanno i calcoli per sapere quanto soldi si pagano in cambio di un collaterale del “mondo sviluppato”.
Sull’insediamento dell’India nel circolo del dollaro sfortunato, dalla Reuters:
“La Banca Centrale dell’Iran aprirà un conto con una banca indiana per ricevere i pagamenti e per trattare le importazioni”, ha detto la fonte che ha conoscenza diretta della materia, aggiungendo che il sistema nuovo partirà “presto”.
La fonte non ha specificato il nome della banca indiana. Ma altre fonti hanno riferito che l’Iran potrebbe aver aperto un conto con la Banca UCO indiana che non ha interessi negli Stati Uniti.
Cosa è diventata l’India?
E, oh sì, abbiamo dimenticato la Turchia, la porta d’ingresso (ultimamente molto incazzata) per l’Europa.
Quando il dollaro va a vuoto e la valuta è svalutata, comincia il baratto:
La fonte statale ha riferito che l’Iran ha acconsentito a incrementare le importazioni dall’India che assommavano a circa 2,7 miliardi di dollari nel 2010/11 e che comprendono farina di semi di lino, riso e tè.
“Ciò proteggerà in qualche modo (l’Iran) dalla volatilità del tasso di cambio”, ha detto la fonte.
Ironicamente, come è stato affermato qui in passato varie volte, decretando le sanzioni proposte e l’embargo, gli Stati Uniti, ma soprattutto l’Europa, non stanno facendo altro che tirarsi la zappa sui piedi, preparando il terreno per un disprezzo assoluto, e così la fata buona politica aguzza nazionalmente per il piace di Cina, degli Stati Uniti ma permetterà alla “zona asiatica di esclusione del dollaro” di acquistare ancora più greggio e a prezzi più convenienti, mentre nel contempo costringerà a costruire relazioni monetarie più strette con i paesi vicini, relazioni che si affidano sempre meno sulla sempre meno rilevante valuta di riserva mondiale.
La Cina, il più grande cliente petroliero dell’Iran, ha rifiutato le sanzioni statunitensi ritenendole inadeguate e ha difeso le sue massicce importazioni dal secondo maggiore produttore petroliero nell’OPEC.
La necessità può essere la madre di tutte le virtù del dollaro, ma Obama è sicuramente il padre delle necessità.
Fonte: http://www.zerohedge.com/news/india-joins-asian-dollar-exclusion-zone-will-transact-iran-rupees
21.01.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE