Leonardo Facco, così come tutti quelli del Movimento Libertario, definiscono il problema del signoraggio bancario un “falso problema”, perchè secondo la loro tesi i signoraggisti cadono nell’errore di dare la facoltà allo Stato di emanare moneta e che tale manovra porterebbe anche a danni ben maggiori di quelli che stiamo subendo in questi giorni (come ce lo dice Francesco Carbone in “Signoraggio, un falso problema” del 12 agosto 2011). La sua casa editrice ha tradotto un libro di Murray N. Rothbard, un economista e filosofo statunitense nato nel 1926, portabandiera del libertarismo americano, intitolato “Lo Stato Falsario”, dove l’economista statunitense fa un analisi delle dinamiche della distruzione del sistema aureo e della progressiva appropriazione della politica monetaria da parte degli Stati mondiali, che hanno portato quelle conseguenze economiche disastrose che noi stiamo vivendo ancora tutt’oggi. La cosa più assurda è quanto segue nell’introduzione del libro: “Questo testo tratta inoltre della questione signoraggio bancario e supporta l’dea che trasformare l’attuale signoraggio bancario in signoraggio statale, nazionalizzando le banche emittenti (ora SPA private con scopo di lucro), come alcuni studiosi statalisti sostengono (vedi per esempio gli studi del professore Giacinto Auriti) risulta un rimedio peggiore del male che vorrebbe curare”. Giacinto Auriti che parla di signoraggio statale? Giacinto Aurti che parla di nazionalizzazione delle banche? Si vede che il signor Facco e compagnia bella non hanno seguito con attenzione gli studi del professore, se non con estrema superficialità. Il professore Auriti denunciava la grande truffa messa all’opera dalle grandi macchine usurocratiche, che emettono moneta prestando sia ai singoli Stati (Stato in senso di apparato) che ai cittadini, aumentando il costo del denaro del 200% e di conseguenza rendendo impossibile, da parte dei cittadini, il ripianamento totale dei debiti. Quando noi prestiamo un oggetto è implicito sapere che quello stesso oggetto è una nostra proprietà, ed è qui che Auriti ci poneva un quesito fondamentale: di chi è la proprietà della moneta? La banca presta quel denaro proprio perchè la moneta, oggigiorno, è uno strumento in mano alle banche e per questo ha la facoltà di emetterla. L’emissione di moneta non avviene solo con la carta stampata, ma anche quando una banca apre un credito, un fido, col 15% di liquido presta il 100%. Per circa l’80%, con una semplice annotazione scritturale, batte moneta in modo surrettizio (nel linguaggio giuridico, si dice di ciò che è stato ottenuto abusando dell’altri buona fede, e si basa pertanto su presupposti falsi), in modo occulto. E questa nasce perché la controparte l’accetta e l’accetta in prestito, accettando di conseguenza anche di essere espropriata ed indebitata. La moneta quindi non è una merce di scambio qualsiasi (come Facco e company pensano che sia), quando il suo potere di acquisto dipende dalle manovre inflazionistiche e deflazionistiche delle banche centrali. Il professor Auriti non ha mai parlato di nazionalizzazione delle banche o della nazionalizzazione del sistema monetario: lui parlava di una moneta di proprietà del portatore, distinguendo la differenza che c’è tra la moneta debito adottata come strumento dell’usura delle grandi banche centrali. Una volta capito questo, oggi il prelievo fiscale, come lo stesso Auriti ce lo spiega, è il pagamento di un debito non dovuto, il mezzo con cui lo Stato ritira dalla collettività quei soldi restituendoli al creditore principale che è la banca centrale (una rendita parassitaria di signoraggio); oltretutto bisognerebbe anche dire che quando parliamo di signoraggio bancario non stiamo parlando solo della differenza tra costo tipografico e valore nominale, ma stiamo parlando anche del fatto che esercitare signoraggio, in senso stretto, significa appropriarsi di risorse. I libertari parlano tanto del libero mercato, però come possono farlo se non sanno di chi è la proprietà della moneta?! Continuano a parlare di mercato in maniera quasi astratta e utopica, quando dalla fondazione della Banca d’Inghilterra sappiamo che sono le stesse banche centrali a dettare legge sulle manovre del cosiddetto “libero mercato”. Quando Facco parla di pressione fiscale punta il dito sempre sullo Stato, perchè secondo lui e i suoi compagni libertari è il maggior responsabile attribuendo le tasse come dei mezzi per ingrassare i politici e la classe dirigente (che li definisce, come le definisco pure io, dei parassiti), ed è qui che dovrebbe riflettere un attimo e pensare a quello che diceva Giacinto Auriti sulle tasse e sul prelievo fiscale in particolare. In realtà dovrebbe sapere che gli Stati (gli apparati) hanno formalizzato norme e manovre di natura economico-finanziaria, sotto la direzione delle banche centrali e della grande finanza (che non conosce barriere nazionali), e quando Pound diceva “i politici sono camerieri dei banchieri” intendeva proprio questo (il braccio sono i governi, la mente sono le banche centrali). Ci sono per esempio organizzazioni sovranazionali come la World Trade Organization che sono in stretta collaborazione con le grandi banche mondiali (come l’FMI e la Banca Mondiale), che stabilisce il prezzo dei prodotti alimentari di tutti i Paesi membri (con i governi fuori da ogni decisione). Senza contare che quelli del movimento libertario, supportando anche le tesi Rothbard, vogliono un ritorno al gold standard, non sapendo che da poche settimane il valore stesso dell’oro è calato quasi del 20%, ed è il Financial Times che ci mostra questi dati. Inoltre l’oro è un bene-rifugio ed è proprio quando la “crisi” morde e c’è una scarsa circolazione di moneta che gli investitori o gli Stati cercano di salvare il salvabile comprando più oro; per questo la crescita economica di Cina e India, grandi “consumatori di oro”, sta perdendo colpi prosciugando le risorse finanziarie, comprando meno e i prezzi crollano sempre più.Un ritorno al gold standard è impossibile per il semplice fatto che richiederebbe un balzo enorme del metallo e l’offerta dovrebbe crescere in maniera molto lenta. Nonostante il sistema bancario è fallito, oggigiorno le banche sopravvivono perchè sono autorizzate a valorizzare il loro debito tossico. Ritornando su discorso della proprietà della moneta, il professore Auriti si rifà a quello che disse Raffaele Mattioli, ex presidente della banca commerciale di Vasto, quando gli fu chiesto se c’erano differenze tra banca pubblica o privata. Mattioli rispose così: “le differenze sono moltissime, tranne quella di essere diverse”. Questo perchè? Giacinto Auriti disse questo: “A noi non ce ne frega niente che la banca sia in mano a pubblici o a privati o in mano allo stato. A noi quello che interessa è di chi è la proprietà della moneta all’atto dell’emissione. Per cui quando la banca limita la sua funzione alla custodia del denaro e alla stampa dei simboli e la proprietà è nostra, la custodia anche se sta in mano a privati, non da fastidio. Ecco perché c’aveva ragione Raffaele Mattioli. Le differenze non ci sono perché oggi sia le banche pubbliche che le banche private sono delle mangiatoie perché sono delle organizzazioni della soggettività strumentali che servono gli interessi delle società strumentalizzate che sono quelli che controllano il pacchetto di maggioranza della società per azione perché tutte le banche sono società per azione anonime. Chi controlla il pacchetto di maggioranza sono proprietari dei soldi e noi sappiamo oggi che la Banca d’Italia è una società privata”; da notare che fino al 2005 non sono mai stati esposti pubblicamente l’elenco degli azionisti della Banca d’Italia. Facco e i suoi compari dovrebbero cominciare a capire che la moneta (moneta debito) in circolazione è prodotto di mercato diretto e controllato da grandi enti sovranazionali e dalle grandi banche centrali, oltre al semplice fatto che la moneta, e che Auriti si è battuto (come lo testimoniano i cittadini di Guardiagrele) per questi principi (non ha mai parlato di nazionalizzazione delle banche, ovvero la statalizzazione delle banche come alcuni partiti politici propongono). Io condivido molte cose dette da Leonardo Facco, ma oltre a capire che la politica economica non la decidono i singoli Stati ma i grandi gruppi della finanza europea e mondiale (i governi formalizzano), dovrebbe cominciare a domandarsi di chi è la proprietà della moneta e a non sottovalutare il problema del signoraggio bancario o mal interpretare gli studi di Giacinto Auriti e dalla sua scuola, perchè non si può parlare di moneta separatamente dal contesto del signoraggio delle grandi banche; poi se vogliamo parlare di falsi problemi, parliamo del “debito pubblico”. Giustino Iezzi