L’alveare che dice Sì! è un social network dedicato ai Gruppi d’Acquisto che incontrano le nuove tecnologie. Si propone come una rete di vendita di prodotti locali e come un modo più giusto di mangiare e sfruttare la filiera corta, con vantaggi sia per i produttori che per i consumatori.
Il progetto è partito dalla Francia e ora arriva in Italia come startup per sostenere il consumo di prodotti freschi, genuini e a chilometri zero. Grazie al nuovo social network i produttori e i consumatori si uniscono a favore del cibo locale e sostenibile.
L’idea sfrutta internet e la sharing economy. Grazie all’economia della condivisione, vendere e comprare i prodotti locali diventa più semplice. In Francia il progetto è nato nel 2011 e ha ottenuto risultati molto positivi.
L’alveare che dice Sì! permette agli agricoltori di accedere ad una distribuzione più efficiente dei prodotti locali e di dare vita a un modello di impresa sociale. Con il nuovo social network si favoriscono gli scambi diretti tra gli agricoltori locali e la comunità dei consumatori.
Gli agricoltori si ritrovano una volta alla settimana per creare dei piccoli mercati temporanei a chilometro zero che vengono chiamati Alveari. Dall’inizio del 2016 sono già nati 30 Alveari in Italia, mente in Francia gli Alveari creati sono già più di 650.
E’ davvero importante che questo progetto si espanda anche in Italia per favorire la diffusione dei prodotti locali e per consentire agli agricoltori di presentarsi ad un pubblico più vasto, soprattutto alle famiglie e ai giovani che amano fare la spesa in modo alternativo, che cercano prodotti sani e a chilometro zero e che utilizzano abitualmente i social network e il web per svago ma anche per fare acquisti. Inoltre, in un mondo in cui le frodi alimentari sono sempre dietro l’angolo, favorire il contatto tra produttori e consumatori permette di instaurare una nuova relazione di fiducia, positiva e duratura.
Come funziona L’alveare che dice Sì!
1) I produttori locali si iscrivono al portale L’alveare che dice Sì! e si uniscono in un “Alveare”, mettendo in vendita online i loro prodotti: frutta, verdura, latticini, formaggi.
2) I consumatori che si registrano sul sito possono acquistare ciò che desiderano presso l’Alveare più vicino, scegliendo direttamente sulla piattaforma. Il ritiro dei prodottiavviene settimanalmente nel giorno della distribuzione organizzata dal gestore dell’Alveare, cioè colui che ha preso l’impegno di tenere il contatto con gli agricoltori e che si occupa di pianificare eventi, aperitivi e visite guidate nelle aziende dei produttori per creare un vero network di relazione e conoscenza diretta.
3) L’incontro tra agricoltori e consumatori può avvenire in luoghi diversi, dal bar al ristorante, alla sala dell’associazione che mette a disposizione i propri spazi. Lo spirito però è sempre lo stesso: permettere ai produttori di vendere direttamente e in modo facile e dare ai consumatori accesso ad alimenti freschi, locali e di qualità, rivalutando il cibo e il suo ruolo nella promozione di uno stile di vita sano.
4) Negli Alveari, i produttori e gli artigiani fissano liberamente i loro prezzi: percepiscono una remunerazione giusta, che permette loro di sviluppare la loro attività. In questo modo i consumatori possono sostenere davvero l’economia rurale e l’agricoltura locale.
5) La formula dell’acquisto online permette ai consumatori di scegliere i prodotti che desiderano direttamente da casa, in tutta tranquillità. Al momento di ritirare i prodotti, ecco finalmente l’occasione di incontrare e conoscere di persona gli agricoltori locali.
Perché il meccanismo funzioni, il ruolo della tecnologia è fondamentale. Infatti la piattaforma è stata sviluppata lavorando a stretto contatto con gli utilizzatori, per modernizzare ed accelerare la filiera corta e promuovere un modello di commercio più equo.
Scopri qui il social network L’alveare che dice Sì!
Guarda il video per comprendere meglio come funziona il nuovo progetto a favore dei prodotti a chilometro zero e di qualità, ad un prezzo giusto sia per i produttori che per i consumatori.
Marta Albè su GreenBiz