di J. W. Whitehead

Traduzione di Anticorpi.info

“Fino a che punto un uomo deve arrivare per essere considerato così pericoloso da dovere essere rinchiuso, fisicamente separato dal resto del mondo, dietro muri di pietra e spranghe di ferro? Chiaramente, è l’ultima risorsa.”
Joe – Land of the Blind

Nella celebre pellicola dei Wachowski Bros. –The Matrix – il protagonista Neo viene risvegliato da un sonno permanente grazie all’intervento di Morpheus, combattente rivoluzionario che cerca di liberare l’uomo dalla schiavitù virtuale imposta da una nuova generazione di macchine intelligenti e iper-avanzate. Essendo la mente di ogni essere umano inserita in una realtà virtuale indistinguibile dalla realtà reale, pochi esseri umani riescono a rendersi conto di stare vivendo in un mondo onirico, al punto che la maggior parte di essi è disposta a dare la vita pur di preservare il sistema che li rende schiavi.
Vi suona familiare?

Dovrebbe, perché come spiego nel mio nuovo libro, Governo di Lupi: l’Emergenza dello Stato di Polizia in America (disponibile su Amazon.com e nei negozi), anche noi viviamo in un mondo di fantasia progettato per assomigliare ad una democrazia rappresentativa, mentre in realtà siamo poco più che schiavi in balia di un regime autoritario fondato su una costante sorveglianza, su spettacoli multimediali posticci, corti segrete, giustizia invertita e violenta repressione del dissenso. E ai pochi che osino sfidare lo status quo, come Edward Snowden, è riservato il marchio indelebile di complottisti, allarmisti, pazzi o traditori.

Si consideri quanto velocemente i mastini del governo sono scattati per difendere l’azione di monitoraggio con cui la NSA – senza possederne mandato – si è messa a sorvegliare i cittadini americani e a criminalizzare qualsiasi soggetto coinvolto in questa fuga di informazioni, compresi i governi che si fossero azzardati a concedere asilo al ‘traditore’ Snowden. Aggiungendo al dramma un tocco di surrealismo, il presidente Obama ha iniziato a predicare la necessità che gli americani si “fidino” del loro governo, insistendo sul fatto che la sorveglianza della NSA è perfettamente legale, ma ignorando che le informazioni rivelate da Snowden mettono in luce una serie di corruttele, programmi illeciti ed atti di tradimento da parte dei nostri cosiddetti rappresentanti.
Gli ingranaggi che muovono l’apparato sono talmente bene oliati e interconnessi da rendere quasi impossibile l’individuazione di precisi responsabili ai quali attribuire la colpa dello sfascio. Ciò che alcuni stanno lentamente arrivando a capire, tuttavia, è che l’apparato stesso è mutato. La sua funzione non è più quella di tutelare la nostra repubblica. Al contrario, lo scopo del nuovo meccanismo è quello di mantenere al potere lo stato di polizia mercantile. Così, quando lo si sente stridere e grattare, il problema non è causato da un malfunzionamento interno del meccanismo, ma da un elemento esterno che disturba il moto degli ingranaggi ed interrompe il costante lavoro a tutela dello stato mercantile.
Basti vedere il modo incestuoso con cui le varie “parti” del meccanismo sono andate mischiandosi.
Il Congresso.
Forse il più evidente responsabile dell’avvento dello stato mercantile, il Congresso ha dimostrato di essere sia inetto che avido, diventando l’autolesionistico braccio operativo del sistema autoritario che lo sta  via via esautorando. La colpa più grave del Congresso – tuttavia – è data dalla sua incapacità di limitare il raggio d’azione del Presidente, che ormai da tempo, a tutti gli effetti, sta operando al di sopra della legge. Il precedente fissato nella amministrazione Bush, quando i membri del Congresso aderirono alle insensate ed illegali politiche della Casa Bianca, ha trasformato la figura istituzionale del presidente in una forza inarrestabile ed intoccabile.
Il Presidente. 
Pur avendo cavalcato in campagna elettorale una ondata di ottimismo dovuta alla promessa di una nuova America libera da violazioni delle libertà civili, il presidente Obama sta dimostrando di essere un manipolatore ancora più subdolo dei suoi predecessori (v. correlati). La sua è detta la presidenza delle “kill list”; uccisione di civili mediante attacchi di droni; proseguimento delle attività di Guantanamo Bay, difesa della attività di violazione della privacy da parte della NSA, e più recentemente l’invio di armi ad al-Qaeda per il sostegno dei ribelli in Siria.
La Corte Suprema.
La Corte Suprema – che un tempo era l’ultimo baluardo della giustizia, l’istituzione con l’autorevolezza ed il potere per arginare la tirannia che andava lentamente avvolgendo l’America – ha finito invece per diventare il campione dello stato di polizia americano, concedendo la assoluzione ai funzionari governativi e delle multinazionali colpevoli di gravi crimini, e punendo inesorabilmente l’americano medio tutte le volte che cerca di fare valere i propri diritti. Si consideri che nel solo mese scorso, i giudici hanno stabilito che i sospetti criminali – che di norma dovrebbero essere trattati da innocenti in ossequio al principio di non colpevolezza – possano essere obbligati dalle forze di polizia a lasciarsi prelevare un campione di DNA. Poi hanno deciso che il rimanere in silenzio durante un interrogatorio della polizia sia valutabile come una ammissione di colpevolezza, nonostante sia ancora in vigore il Quinto Emendamento contro l’auto-incriminazione ed il ben noto “diritto di rimanere in silenzio.” Infine, la Corte ha deciso che in tutte le zone ed edifici in cui essa opera cessino di esistere le protezioni del Primo Emendamento, ed in base a questa decisione ha unilateralmente messo a tacere le proteste sorte fuori dal palazzo in cui esercita. Questi sono solo tre esempi di una Corte che – come il resto del governo – ha deciso di anteporre il profitto, la sicurezza, la convenienza personale, ai nostri diritti fondamentali.
I Media. 
Naturalmente, tale triumvirato dedito al controllo totale sarebbe inefficace senza una macchina di propaganda fornita dalle più grandi multinazionali al mondo. Oltre a blaterare di sciocchezze in ogni momento possibile, le cosiddette agenzie di stampa che dovrebbero agire da baluardi contro la propaganda statale sono invece diventate portavoce dello Stato. Basti considerare il comportamento dei media all’indomani dell’11 Settembre, per capire cosa intendo. Siamo andati dalla difesa della invasione dell’Iraq basata su invenzioni assolute, al fanatico supporto di qualsiasi politica di sorveglianza, alla demonizzazione dei ‘pentiti’ come Edward Snowden e Bradley Manning. I sapientoni che inquinano le nostre onde radio sono nel migliore dei casi dei pagliacci di corte e nel peggiore dei professionisti della propaganda stipendiati per diffondere la falsa realtà creata dal governo americano.
Il Popolo Americano. 
Naturalmente, anche il motore più potente necessita di un carburante che lo faccia funzionare, e in questo meccanismo l’energia è fornita proprio dal “popolo.” Nel bene e nel male, noi costituiamo la benzina che alimenta questo meccanismo. Noi ora apparteniamo a una sottoclasse permanente in America. Non importa quale sia il termine più appropriato per definirci: beni mobili, schiavi, api operaie; il senso non cambia; ciò che conta è che da noi ci si aspetta che marciamo in fila per tre ed obbediamo senza fare domande ad ogni disposizione proveniente dalle autorità.
Attraverso la nostra complicità in ogni ambito abbiamo ingenuamente lasciato che un apparato estraneo non democratico assumesse il controllo di ogni elemento della società americana. La nostra incapacità di informarci su ciò che stava accadendo nel nostro governo; la ignoranza ed il non esercizio dei nostri diritti, sono stati la nostra rovina. Dopo esserci fatti condurre nelle tenebre, rifiutando di vedere ciò che stava realmente accadendo, abbiamo felicemente negoziato la verità in cambio di false promesse di sicurezza e libertà, e abbiamo permesso l’emersione e l’affermazione dello stato di polizia.
Ho iniziato l’articolo citando The Matrix. Permettetemi di concluderlo citando un film tristemente trascurato, Land of the Blind (2006), una cupa satira politica in cui governanti tirannici sono rovesciati da nuovi leader che si dimostrano altrettanto malvagi, se non di più. Nel film, i cittadini che pongono in discussione lo stato sono inviati presso dei “campi di rieducazione”, dove vengono sottoposti a lavaggio del cervello. Joe, una guardia carceraria, resta così colpita dall’eloquio del prigioniero politico Thorne, che alla fine decide di unirsi ad un colpo di stato per spodestare l’attuale dittatore e sostituirlo con Thorne. In poco tempo, però, Joe diventa il bersaglio del nuovo governo e si rende conto che il vecchio capo è uguale al precedente (ovvio – n.d.t.)
In un’epoca di governo ambiguo, di oscurità mediatica e di insidiosi sotterfugi, a volte è assai difficile avere ben chiaro per chi si stia lavorando, per quali ragioni, e se si stia operando realmente per il ‘bene’, ammesso che il bene esista realmente. In caso di dubbi, basta ricordare ciò che Orwell ebbe a dire sulla questione ne La Fattoria degli Animali: “Quattro zampe buono, due zampe cattivo“.

Articolo in lingua inglese pubblicato sul sito del Rutheford Institute
Link diretto:
https://www.rutherford.org/publications_resources/john_whiteheads_commentary/the_land_of_the_blind_the_illusion_of_freedom_in_america

Traduzione a cura di Anticorpi.inf
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