La Svezia dichiara guerra all’astice americano: “Specie aliena”

Stoccolma ha chiesto alla Commissione Ue di intervenire con fermezza contro l’arrivo nelle acque europee degli astici americani: troppo grossi e invasivi, dice la Svezia, che chiede di catalogarli fra le “invasive alien species”

di ANDREA TARQUINI

BERLINO – Infuria una guerra invisibile e dura tra Unione europea e Stati Uniti: la guerra dell’astice. Sì, avete capito bene, il delizioso crostaceo che senza pietà mangiamo bollito vivo o grigliato. Perché l’export di astici americani (prodotti per la maggior parte nello Stato del Maine) va proibito, dice un civilissimo paese europeo rivendicando i diritti del vecchio continente a difendere la sua sovranità nella sorveglianza delle specie e i suoi posti di lavoro. Chi, la Francia orgogliosa e iperpatriottica con le sue 300 atomiche? O la Germania leader spesso assertivo dell’Eurozona? No, sbagliato: la pacifica, neutrale Svezia, paese globalizzato e aperto al mondo come pochi altri, e che non conduce guerre da oltre duecento anni.

“Gli astici americani pongono molti rischi alle specie di astici europei”, ha spiegato al Guardian il dottor Paul Stebbing del serissimo, autorevole centro per l’ambiente, la pesca e le scienze dell’aquacultura. Almeno 32 astici americani, aggiungono fonti del governo di Stoccolma, sono stati reperiti vivendo in libertà in acque territoriali svedesi. Col rischio appunto che si accoppino con astici locali producendo specie ibride, o che diffondano chi sa quali malattie. Anche nel Regno Unito sono stati identificati almeno 24 “letali” astici del Maine. “Secondo noi”, avvertono citate dal Guardian fonti del ministero dell’Ambiente di Stoccolma, “quegli astici sono stati posti in libertà nelle nostre acque pensando a un loro futuro ‘consumo’ alimentare, alcuni avevano ancora addosso le etichette di esportatori americani'”.

Sembra uno scherzo. Invece no, Stoccolma prende la questione della guerra degli astici molto sul serio. “Non ci arrendiamo, se necessario ci difenderemo per vie legali, ne va dei nostri posti di lavoro e del nostro export, e noi non abbiamo mai lasciato astici vivi in acque svedesi”, avverte Beth Casoni, direttore dell’associazione Usa per l’allevamento di astici.  Stoccolma non molla: chiede alla Commissione europea di catalogare gli astici americani tra le “invasive alien species“, insomma specie animali migranti clandestine. Vedremo come andrà a finire.

Fonte: www.repubblica.it

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