La Banca di Russia e la People’s Bank cinese starebbero creando una piattaforma comuneper il commercio di oro. Una mossa, quella delle due banche centrali, che potrebbe unire i primi due Paesi al mondo per acquisto di metallo prezioso. E tutto questo, naturalmente, porterebbe ad una profonda frizione con il sistema economico e finanziario occidentale.
“I Paesi BRICS sono grandi economie con grandi riserve d’oro e possono vantare un volume impressionante di produzione e consumo di questo metallo prezioso – ha spiegato all’agenzia di stampa russa TASS il Vice Governatore della Banca centrale russa Sergey Shvetsov -. In Cina il commercio dell’oro è coordinato da Shanghai, in Russia da Mosca. La nostra idea è quella di creare un collegamento tra le due città al fine di incrementare gli scambi tra i due mercati”.
Continua così la febbrile corsa all’oro di Russia e Cina. I due Paesi, appartenenti ai Brics e quindi alle economia emergenti, hanno iniziato a rimpinguare d’oro le casse di Stato dal settembre 2014, momento in cui il valore del petrolio, espresso in dollari, ha incominciato il proprio declino, assestandosi al prezzo attuale di 30 dollari al barile. Una perdita di valore di circa il 70% in due anni.
E quindi perché la Banca centrale russa e quella cinese si affannano per l’acquisto d’oro? Come spiega William Engdahl sulla rivista New Eastern Outlook: “In tempi di crisi finanziaria mondiale, come già accaduto nel 1930, l’oro è preferito come riserva dalla maggior parte delle banche centrali e dei cittadini comuni, in seguito alla perdita di valore della moneta. È quindi altamente significativo vedere che le banche centrali russa e cinese stanno comprando tutto questo oro”.
Il metallo prezioso come argine alla crisi monetaria e petrolifera, quindi. E non importa se la convertibilità della moneta in oro sia vietata dal 1971, quando il Presidente statunitense Nixon decise di abrogare unilateralmente il Trattato di Bretton Woods. Ora, però, occorrerà attendere la reazione di Washington che dovrà necessariamente scontrarsi con la realtà:Pechino, ad oggi, rappresenta il primo creditore del debito pubblico americano, detenendo la cifra record di 1.317 miliardi di dollari. E quindi gli Stati Uniti non potranno limitare più di tanto le scelte economiche del loro primo creditore.
Come se non bastasse, la Cina si rivela essere anche il primo produttore mondiale di oro.Secondo il sito Russia Today solo lo scorso anno Pechino avrebbe prodotto circa 490 tonnellate d’oro. E la Russia non è da meno con le sue 295 tonnellate per il 2015. Insieme le due potenze rappresentano il 25% della produzione di metallo prezioso al mondo.
Nonostante ciò le Banche centrali cinesi e russe, qualora stabilissero una piattaforma comune d’acquisto, non avrebbero avversari, diventando così i primi acquirenti al mondo d’oro. E bisogna, inoltre, considerare che dal 2008 le riserve d’oro della Cina sono triplicate, raggiungendo le 1.762 tonnellate. La Russia, invece, attualmente, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, potrebbe vantare riserve per 1.415 tonnellate di oro. E sempre secondo il FMI la Cina sarebbe il quinto Paese al mondo per riserve d’oro, sesta la Russia, dopo Stati Uniti, Germania, Italia e Francia.
Fonte: Gli occhi della guerra