Estratto dal libro “Il Coniglio nel Cilindro – Contabilità bancaria e creazione monetaria” di Daniele Pace

“Come evidenziato finora, con la sola eccezione del regolamento bilaterale dei pagamenti tra banche, il sistema nazionale di compensazione, in cui gioca un ruolo la clearing house (in italiano camera di compensazione), è fondamentale per i trasferimenti dei mezzi di pagamento/moneta bancaria e quindi per l’esistenza stessa di questa moneta.

Seppur a semplice titolo di curiosità, è opportuno fare un breve riassunto di come questo strumento, oggi così importante, sia stato creato, seguendo la ricostruzione dell’economista William Stanley Jevons, autore del libro La moneta e il meccanismo dello scambio, del 1876, e disponibile anche in italiano.

Come descrive Jevons, la camera di compensazione nazionale era in essere ed operativa già nell’Ottocento.

Grazie allo studioso, abbiamo anche idea di come la moneta bancaria circoli e si conservi con un minimo costo in moneta legale per le banche.

Egli infatti scriveva nel libro sopra menzionato che:

Grazie al sistema delle agenzie londinesi, le transazioni bancarie […] vengono tutte concentrate in un solo punto della City di Londra. La liquidazione delle singole partite delle 26 principali banche della city è dunque della massima entità ed importanza. […] In una sala di moderata ampiezza, a cui si accede per uno stretto passaggio, che dall’ufficio postale in King-William Street mena a Lombard Street, si liquidano giornalmente, senza il concorso di una sola lira o di un solo biglietto di banca, debiti per l’ammontare medio di circa venti milioni di sterline. Nella classica e vicina Lombard Street, ed anche in questa stessa sala, il sistema dell’uso della carta ha quasi raggiunto le perfezione. […]

Pare che la Clearing House sia stata fondata precisamente un secolo fa. Circa [nel] 1775 alcuni banchieri della city presero in affitto una camera, nella quale i loro commessi i riunivano per scambiarsi biglietti e cambiali, e liquidare le loro reciproche partite […] Tale società aveva la natura di una riunione affatto privata; il pubblico [non] sapeva nulla della sua esistenza, perché si manteneva il massimo segreto sugli affari che vi si facevano. Il signor Gilbart narra che, anche sotto questa forma, essa veniva considerata come un’innovazione discutibile, e che alcuni dei principali banchieri rifiutavano di avere il minimo affare con essa. Poco a poco però la comodità di tale istituzione si fece palese; si ammise nella società un maggior numero di banchieri; si nominò un comitato direttivo e si stabili un apposito regolamento. Benché fino a tutt’oggi essa sia sempre rimasta una società privala, indipendente, non privilegiata e di fatto estranea alla legge, la Clearing House crebbe rapidamente in importanza, e continuò a dare sempre maggiore pubblicità alle sue operazioni”. 1

Come è possibile intuire, anche se vi fossero alcune imprecisioni nella descrizione di Jevons, la camera di compensazione nacque su iniziativa di alcuni banchieri privati per poi essere istituzionalizzata solo in seguito, senza però cambiarne gli aspetti essenziali. Anche oggi nulla è cambiato, a parte l’informatizzazione che chiaramente Jevons non poteva prevedere, che ha reso realmente il sistema pressoché perfetto, molto più della carta da lui considerata innovativa in luogo del denaro reale [NdA, per carta si intende le scritture contabili].

Egli testimoniava come, già nella sua epoca, le banche riuscissero a movimentare 20 milioni di sterline di loro ricevute contabili, senza dover spendere un solo penny di denaro reale. Inoltre possiamo, attraverso i suoi scritti, rintracciare come nacque la camera di compensazione a Londra, inizialmente coinvolgendo solo alcune banche, che trovarono così vantaggi da queste compensazioni.

La Clearing House o Camera di compensazione, viene descritta da Jevons come una vera sala, molto spartana, dove si riunivano fisicamente e giornalmente i commessi di alcune banche, autorizzati a stilare i conti tra istituti, per poi comunicarli ai funzionari che avrebbero provveduto alla liquidazione dei saldi.

Dal momento della sua prima fondazione, questa istituzione privata, ebbe molti miglioramenti nel meccanismo di liquidazione, ma rimase una sorta di circolo chiuso tanto che nessuna banca nata dal 1833, in poi, poté accedervi fino al giugno del 1854, quando vennero incluse anche questi istituti.

Nemmeno la Banca d’Inghilterra rimase immune da questa esclusione, e vi prese parte solo dopo il 1854. Inizialmente la banca centrale limitava le sue operazioni alla sola presentazione dei titoli sulle altre banche.

Le banche della zona ovest di Londra erano escluse, in quanto fisicamente lontane, così come quelle provinciali che non inviavano i loro incaricati, in quanto il tempo necessario allo spostamento rendeva inutile la speditezza delle operazioni ottenuta nella compensazione.

Inizialmente, fino al 1858, la camera di compensazione londinese trattava solo lo scambio di assegni e cambiali delle banche iscritte, mentre per tutte le banche lontane, si utilizzava la posta, per inviare le tratte.

Dal 1858, anche le banche provinciali, su iniziativa di William Gillet e Sir John Lubbock, parteciparono alla liquidazione, attraverso degli agenti delle banche debitrici a Londra, sotto l’intermediazione e la vigilanza della Clearing House.

La Clearing House di Londra, con sede in Lombard Street, prevedeva tre liquidazioni giornaliere, alle 10 e 30 e alle 12 e 30 del mattino, e quindi alle 2 e 30 pomeridiane. Alle 12 e 30 si liquidavano, fino alle 14 e 15, i saldi delle banche provinciali mentre la liquidazione di chiusura era quella più consistente, e perdurava fino alle 4 o 5 del pomeriggio. Erano presenti due sovraintendi e i rappresentanti delle banche, fino a sei per quelle più importanti, e ogni banca consegnava alla camera i suoi assegni e le sue cambiali per registrarli sul libro delle liquidazioni in uscita.

Successivamente le registrazioni venivano consegnate a tutte le banche per le relative iscrizioni in entrata a seconda della banca in controparte.

Essendo, all’epoca di Jevons, 26 le banche partecipanti, erano 25 i pacchi consegnati ai rispettivi rappresentanti. Una volta effettuate le registrazioni, queste venivano inviate alle proprie banche per l’esame e la registrazione.

I saldi compilati venivano consegnati anche ai sovrintendenti della camera per un’ulteriore registrazione sullo stato volante, per il calcolo, che si sarebbero dovuto bilanciare o essere prossimi allo zero. Secondo Jevons, nel 1839, la Clearing House di Londra compensò valori pari a 3 milioni di sterline, che vennero liquidate con biglietti di banca per un valore di 200 mila sterline, mentre furono solo 20 le sterline liquidate in monete d’oro. In pratica, tutto il volume di assegni e cambiali che venivano poi registrati nei conti correnti delle singole banche come moneta scritturale, venne pagato dalle banche con 1/150.000 del loro valore in moneta legale.

Successivamente, dietro il suggerimento di Carlo Babbage, i saldi furono regolati con cambiali alla Banca d’Inghilterra, presso cui erano depositate le riserve delle varie banche.

Un’altra innovazione della Clearing House fu la divisione in tre gruppi delle 26 banche aderenti, in modo da dividere meglio i vari incarichi di compensazione. Le banche non ammesse alla camera, in pratica dovevano, o utilizzare gli istituti ammessi come agenti, o rinunciare al suo utilizzo.

All’epoca in cui Jevons scriveva, l’esempio londinese era stato imitato da altre città, in particolare inglesi come Liverpool, Newcastle e Manchester, considerata la più avanzata ed efficace. Al di fuori dell’Inghilterra invece vi erano solo New York, di cui Jevons lodava l’ampiezza e l’igiene della sala, Parigi, con 18 banche associate, e Berlino. I costi di commissione della camera di compensazione di Londra erano variabili ma comunque sotto al 1% della transazione, decisamente poco rispetto all’uso di denaro reale.

La Clearing House londinese dunque, nacque spontaneamente su iniziativa dei banchieri, e nessuna legge la regolarizzò; i giudici ne riconobbero le operazioni solo dopo che queste erano divenute una consuetudine, senza per altro intervenire sul funzionamento. Rappresentava un sistema con dei rischi minimi, in cui gli assegni e le cambiali circolavano mentre l’oro della banca restava al sicuro nei forzieri. Grazie agli assegni, Jevons calcolò che in quegli anni solo il 30% delle transazioni in Inghilterra venivano regolate per contanti, e la camera di compensazione divenne subito fondamentale per la rapidità e la sicurezza dei pagamenti tra banche a nome dei clienti, senza l’utilizzo di denaro reale.”

Capitolo 7.1, La nascita della camera di compensazione moderna.

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IL CONIGLIO NEL CILINDRO


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