Il lobbismo vero è invece indissociabile dal potere del denaro e delle complicità occulte, e nella vicenda dell’Ilva ha fatto la sua comparsa con la rivelazione delle relazioni tra il lobbista Archinà ed il ministro per l’Ambiente Clini. Il ministro si è trovato così immediatamente messo all’angolo. In effetti, in tutto ciò che riguarda l’industria in Italia, i governi sembrano ridotti al rango di spettatori o, ancora peggio, di tifosi. [2]
La recente decisione del Tribunale del Riesame di Taranto colloca la sorte dell’Ilva nel limbo dell’incertezza, con l’unico effetto sicuro di disperdere la resistenza operaia nel labirinto delle speranze e delle aspettative, come accadde a Bagnoli negli anni ’80. Nel frattempo potrebbero arrivare i fondi dell’Unione Europea per finanziare la delocalizzazione in Romania o in Polonia.
Il caso dell’Ilva di Taranto ha anche dimostrato che il gruppo sociale di riferimento per molti progressisti non è più la classe operaia, ma la magistratura. Sembrerebbe una materializzazione degli slogan della propaganda della destra, che individuano nei magistrati il nuovo partito leninista. Bisogna però, anche qui, distinguere la realtà dal fumo mediatico, ricordandosi che il potere della magistratura si trova di fronte ad un limite invalicabile, che è quello della extraterritorialità, giuridica o di fatto, delle basi NATO ed USA.
Le aggressioni della NATO alla Libia ed alla Siria hanno determinato un’intensificazione non soltanto di questi voli senza pilota, ma anche dei voli militari in genere, ovviamente senza nessuna preoccupazione per la sicurezza del territorio. Gli effetti sul traffico aereo civile sono stati disastrosi. L’aeroporto civile di Fontanarossa chiude in continuazione con i più vari pretesti ufficiali.
Le storie si somigliano. Il Molo Polisettoriale del Porto di Taranto è una struttura avveniristica, attuata con enormi finanziamenti pubblici, ufficialmente finalizzati allo sviluppo della Regione Puglia. Di fatto oggi l’insediamento militare della NATO nel Molo Polisettoriale ha già tolto ogni prospettiva alla sopravvivenza dell’acciaieria Ilva, e chissà a cos’altro ancora. [6]
A questo punto anche la notizia che nel Porto di Napoli sia in atto un ammodernamento ed allargamento delle banchine, con i soliti fondi pubblici, non fa altro che ricordarci che già ora la maggioranza delle banchine è sotto il controllo della USNavy. Oggi le spese militari italiane non figurano neanche più a livello ufficiale, ma risultano come “finanziamenti allo sviluppo”. [8]
Porti ed aeroporti sono infrastrutture costose, giustificate con necessità civili; alla fine però, chissà come, è l’uso militare a prevalere, e l’utilizzatore finale è sempre a stelle e strisce. E, come ci ha spiegato l’avvocato Ghedini, l’utilizzatore finale non paga mai di tasca propria.
[1] http://www.rassegna.it/articoli/2011/05/11/74193/disastri-nucleari-le-assicurazioni-se-ne-lavano-le-mani
[2] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-04/caso-ilva-taranto-azienda-182610.shtml?uuid=AbZbWcJG
[3] http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/06/sicilia-bambini-che-muoiono-di.html#morehttp://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/06/24/foto/i_militari_di_sigonella_in_campo_per_ripulire_i_siti_archeologici-37818021/1/
[4] http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2012/21-maggio-2012/sigonella-arriva-smart-defensela-nato-schiera-droni-antiterrorismo-201273206591.shtml
[5] http://www.agoravox.it/Aeroporto
[6] http://www.tarantoporto.com/logistica/polisett.htm
[7] http://tarantobuonasera.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8903:accordo-per-i-dragaggi-subito-i-lavori&catid=36:giorno-e-notte&Itemid=1028
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/13856.html
[8] http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=212218&sez=NAPOLI
[9] http://www.altalex.com/index.php?idnot=41693