
da Information Clearing House
“Hitler uso’ l’incendio dell’edificio del Reichstag, nel 1933, a mano di un folle olandese, per dichiarare una “guerra al terrorismo” e per stabilire la sua legittimità come leader, anche se non aveva conquistato la maggioranza nelle precedenti elezioni”.
“State vedendo ora l’inizio di una grande epoca nella storia” , proclamo’ di fronte all’edificio incendiato e circondato dai media nazionali.
“Questo fuoco” disse con voce tremante dalla emozione “è l’inizio” Uso’ l’occasione come “un segno proveniente da Dio”. Cosi’ la chiamo’ , per dichiarare una guerra generale al terrorismo e al suo sponsor ideologico, un popolo, disse, le cui origini risalivano al Medio Oriente e trovava ragione per azioni “malefiche” nella loro religione.
Due settimane piu’ tardi, venne costruita la prima prigione per terroristi a Oranianberg, che teneva i primi sospetti alleati dell’infame terrorista. In uno scoppio nazionale di patriottismo, la bandiera della nazione fu ovunque, persino stampata sui quotidiani e pronta per essere dispiegata.
A 4 settimane dall’attaco terroritico, il leader della nazione, ora-popolare , aveva spinto parecchio le leggi, nel nome della battaglia al terrorismo e alla filosofia che, diceva, lo aveva generato, sospendendo garanzia costituzionali del libero discorso (non censurato) , della privacy e dell’ habeas corpus (ovvero, divieto di detenzione senza provvedimento giudiziario)
Ora la polizia poteva intercettare la corrispondenza e spiare le conversazioni telefoniche; i terrorist sospetti potevano venire incarcerati senza accuse specifiche e senza poter consultare i loro avvocati; la polizia poteva intrufolarsi nella case della gente, senza mandati, se i casi riguardavano terrorismo.’
(…) ad un mese da quell’attacco terroristico, su suggerimento di un consulente politico, porto’ ad uso comune una parola che prima era oscura. Anzichè riferirsi alla nazione usando il suo nome, comincio’ a riferirvisi come “patria” , (Vaterland/ The Fatherland)