Fonte: LA GRANDE DEPRESSIONE UMANA da Iceberg Finanza
Prima di andare a dare un’occhiata a quello che è accaduto venerdì in merito ai dati sul mercato del lavoro americano, non posso fare a meno di osservare come dopo aver prospettato mirabolanti guadagni per i mercati finanziari e crescite iperboliche per l’economia americana, gli analisti e gli economisti di Goldman Sachs, oggi fanno a gara nel disegnare nuovi scenari negativi per l’economia americana e mondiale.
Non solo Goldman, le maggiori banche americane e Federal Reserve hanno rivisto sensibilmente al ribasso le loro previsioni, ma giovedì anche la Casa Bianca la quale ha rivisto pesantemente al ribasso le sue aspettative passando da un’irreale 3,6 % di crescita ad un’altrettanto irreale 1,6 %.
Peccato che nel frattempo la stessa Goldman, in privato, consigli caldamente i propri clienti, spesso hedge fund, di scommettere pesantemente al ribasso sulla disintegrazione dell’Euro acquistando i soliti cds, giusto per fare qualche dollaro, perchè in Europa avremmo bisogno di 1000 miliardi di dollari. Ma i calcoli questi ragazzi li fanno con l’immaginazione ?
Affascinante è pensare che sarebbe bastato ancora un piccolo istante nel 2008, per vedere sparire nel nulla molte di queste inutili banche d’affari, salvate con i soldi dei contribuenti americani, degli stati, banche ora in prima linea nel fomentare la speculazione contro gli Stati europei.
Altro che rischio sistemico, questi sono sciacalli per i quali non basterebbe una nuova Norimberga della finanza e ora in America c’è qualcuno che sogna di far pagare oltre 190 miliardi di sanzioni alle grandi banche americane e internazionali per aver confezionato un oceano di prodotti finanziari tossici.
Ma chi li pagherà questi 196 miliardi, banche ormai fallite o gli Stati a loro volta falliti!
Il conto per Bank of America sarebbe di oltre 50 miliardi per Countrywide e Merrill Lynch e altri 6 riconducibili a se stessa.
E dove li trovano 56 miliardi se hanno appena negoziato l’ingresso nel capitale di quel simpatico ragazzo di nome Warren Buffet a condizioni a dir poco onerose.
E i 28 miliardi di Credit Suisse e di Deutsche Bank insieme chi li paga la Svizzera o la Germania o magari il fondo salvastati EFSF che raccoglie denaro dagli stati per girarlo ad altri stati i quali lo reciclano alle loro banche le quali salvano quelle tedesche e francesi…
E meno male che le banche italiane, quelle sull’orlo del fallimento, distrutte da speculazioni estreme sui mutui subprime e sul debito sovrano dei paesi periferici, non ci sono mai nelle liste di questi istituti virtuosi come sottolinea la lista allegata… http://www.fhfa.gov e non compaiono neanche ai primi posti nella lista delle “volpi” che hanno concesso miliardi di crediti alla Grecia, all’Islanda, all’Irlanda, al Portogallo o alla Spagna.
Sono sull’orlo del fallimento perchè infarcite di titoli di stato italiani…wow!
Affascinante è inoltre ascoltare economisti e commentatori che si sforzano di intravvedere dietro il maggiore costo di assicurazione contro il rischio di fallimento del nostro Paese rispetto a quello spagnolo, la presunzione di una maggiore solidità e affidabilità della Spagna senza comprendere che alla speculazione ormai interessa solo colpire l’Italia, l’ultima difesa prima della disintegrazione europea.
Chi glielo spiega a questi signori che i CDS sono strumenti in mano alla speculazione, ovvero nelle mani di coloro che non hanno nessuno titolo di stato italiano da proteggere, ma che amano alimentare il panico per vincere le loro scommesse aiutati da un manipolo di politici a loro volta mercanti e speculatori di voti, che giocano con le manovre finanziarie, i condoni e i contributi di solidarietà.
Comunque sia loro non si arrenderanno… ma gli conviene? Qualche illuso spera che il sette settembre la corte costituzionale tedesca cancelli la leggittimità del fondosalvastati e che in Germania qualche voto perso possa cambiare il volto della storia.
Quando si renderanno conto di aver sbagliato bersaglio, di continuare a battere con un martello su una bomba atomica, forse sarà troppo tardi e anche le loro fragili banchette verranno spazzate via dall’onda d’urto.
L’unione europea è un progetto fallito, un’unione di monete e capitali, prima che sociale, ma ormai non c’è alternativa, nessuno ha interesse a lasciarlo fallire.
Tornando a noi, ecco che Jan Hatzius, capo economista di Goldman, uno dei tanti che in questi ultimi mesi a preso lucciole per lanterne a proposito della crescita economica, pensa, che nel prossimo incontro di settembre della Federal Reserve, Bernanke darà vita alla cosiddetta “Operation Twist”, una sorta di “scambio” tra titoli del Tesoro di breve termine e di lungo termine, vendendo i primi e acquistando i secondi, in maniera da far scender ancora di più i rendimenti e i tassi a lungo termine ripercorrendo per l’ennesima volta il sentiero del lungo decennio perduto giapponese, dove i tassi di riferimento per lungo tempo rimasero abbondantemente sotto l’1 %.
Operation Twist and the Effect of Large-Scale Asset Purchases
http://www.frbsf.org/publications/economics/letter/2011/el2011-13.html
Coloro che da anni inutilmente agitano lo spauracchio dell’inflazione o addirittura dell’iperinflazione, dimenticano che stiamo vivendo una depressione, una terrificante deflazione da debiti, dove Stati e Famiglie quotidianamente utilizzano la liquidità disponibile per cancellare lentamente il proprio debito.
Coraggio, un giorno quando non vi crederà più nessuno, arriverà anche l’iperinflazione!
Ma andiamo ora ad osservare quanto è accaduto venerdì in quella che ormai si può considerare una vera e propria depressione umana, l’economia americana ha partorito il suo “Goose egg” il suo uovo d’oca, uno zero, tondo, tondo, una depressione che forse dimentica gli oltre 46 milioni di americani che vivono quotidianamente con i food stamps, una sorta di buoni pasto per la sopravvivenza, accreditati mensilmente sul conto corrente, in grado di evitare l’onta di un immaginario popolare che ricordi le file interminabili di anime con la gamella in mano, tipiche della Grande Depressione del ’29.
Mentre Martin Feldstein, presidente dell’ente che certifica l’inizio e la fine di ogni recessione tecnica (NBER ) ma anche consigliere di amministrazione di una AIG letteralmente fallita sotto i suoi occhi , sussurra di come siano terribili i dati sull’occupazione e di come ormai non ci sia poi molto da fare, in termini di politica monetaria o fiscale, oltre il 42 % di 14 milioni di anime in America sono disoccupati ormai da ben oltre sei mesi.
Ma non solo, sommando i lavoratori sottoccupati e quelli scoraggiati, la dimensione ufficiale raggiunge quasi 17 milioni di anime violentate dall’avidità e dall’onnipotenza di un manipolo di politici, finanziari ed imprenditori esaltati da un’autentica orgia del debito.
Aggiungetevi pure almeno otto o nove milioni di persone buttate fuori di casa, undici o dodici che rischiano di fare le valigie nei prossimi mesi e anni, senza dimenticare gli oltre 46 milioni di persone che sopravvivono quotidianamente e avrete una dimensione di questa terra promessa che è oggi l’America, dove la classe media è stata sistematicamente violentata come in Italia del resto da un manipolo di esaltati che continua a tenere in mano le redini del gioco chiedendo sempre meno tasse.
Robert Reich ha fatto uno splendido riassunto sul New York Times!
Non solo, in America non è stato creato un solo posto di lavoro, ma quelli dei mesi scorsi sono stati rivisti sensibilmente al ribasso quasi a cancellare l’attendibilità di un sistema di rilevazione, quello del BLS che come abbiamo visto in questi anni si basa su una serie di sondaggi assolutamente inaffidabili e spesso e volentieri basati su modelli altamente fallibili.
Prima o poi finirà anche la leggenda metropolitana del settore sanitario, la creazione di posti di lavoro in un settore estremamente costoso e poco efficiente che costa oltre il 17 % dell’intero crescita economica americana, visto che i repubblicani vogliono smantellarlo.
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Come ho spesso sottolineato l’alta percentuale di lavoratori a tempo parziale che sostiene le imprese americane è una seria ipoteca sulle future assunzioni, in quanto qualunque impresa preferisce ripristinare i propri lavoratori a tempo pieno, piuttosto che procedere ad nuove assunzioni. Il numero delle ore lavorate è sceso nuovamente il mese scorso, un ulteriore segnale di disagio nell’economia reale.
Cercherò di sintetizzare al massimo con due grafici quello che in realtà ci attende nei prossimi anni, quello che attende l’America ma anche l’intera economia occidentale.
a) La dinamica di ripresa dalle ultime recessioni, il numero di mesi necessari per cancellare la percentuale di disoccupazione accumulata sta aumentando progressivamente e strutturalmente come dimostra il grafico di Bill di Calculatedrisk…
b) …come spesso abbiamo osservato, sono necessari almeno 125.000 posti di lavoro al mese solo per attenuare le pressioni migratorie e demografiche in America e almeno altri 80.000 posti in dieci anni aggiuntivi per cancellare la depressione umana creata in questi anni, ovvero oltre 8 milioni di posti cancellati…
Non ci vuole poi molto a comprendere che solo negli anni felici della new economy l’America fu in grado di creare ben oltre 200.000 posti di lavoro al mese, mentre recentemente con le bolle immobiliari, industriali e del credito non si è riusciti a superare se non in una sola occasione i 200.000 posti di lavoro mensili.
Se la matematica non è un’opinione non basteranno altri dieci anni per assorbire questa depressione umana, sempre facendo finta che non sia in corso o diatro l’angolo ci attenda una nuova recessione! Quale nuova invenzione è dietro l’angolo, quale settore potrà ricreare occupazione in America e nel mondo, quale rivoluzione industriale o tecnologica, visto che la tecnologia ha contribuito si a migliorare la nostra esistenza ma anche a distruggere posti di lavoro e noi abbiamo lentamente ma inesorabilmente smantellato le nostre industrie manifatturiere.
Se qualcuno ha bisogno di un’ulteriore impostazione grafica per comprendere quello che sta accadendo date un’occhiata alla dinamica di lungo termine, al distacco dalla propria tendenza di lungo termine
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Benvenuti nel nuovo decennio perduto, benvenuti in questa autentica depressione umana, l’inevitabile risultato di dinamiche che vanno oltre la facile spiegazione della dinamica macroeconomica e che dimentica come in fondo l’avidità di un manipolo di esaltati ha contribuito a distruggere in tutto o in parte, il presente e il futuro delle Giovani Generazioni.