Sangue a Kiev. Lo scrivono tutti, e fa male a tutti, ma chi è il carnefice? Tutti dicono che è la Russia, che è Putin a incendiare la piazza, ma non è affatto così e lo scrive addirittura Romano Prodi che da presidente della Commissione Europea fu il “padre” dell’allargamento ad est della UE ed è quindi assolutamente insospettabile di euroscetticismo o putinismo.
Peccato che per leggerlo occorra rintracciare un suo scritto pubblicato dal New York Times che i giornali italiani, solitamente prontissimi a raccontarci il Prodi pensiero, si sono ben guardati dal riportare. Stavolta Romano ha detto cose “sgradite” e quindi silenzio.
Prodi infatti si è permesso di scrivere che non è stata la polizia ad attaccare i manifestanti, ma sono stati gli estremisti filo-UE a cercare lo scontro, a colpire duramente le forze dell’ordine e ha aggiunto che non si può pensare di pacificare l’Ucraina a spese dei russofoni e senza coinvolgere la Russia. Pensieri proibiti! Frasi che smontano tutto il film hollywoodiano con Putin nella parte del russo cattivo e l’occidente buono e disinteressato che interviene in Ucraina solo per amore di giustizia. Ma leggiamo alcuni passi:
“Poche settimane fa ci sono stati segni di progresso in Ucraina, con il governo che ha fatto concessioni a chi protestava. E’ stata fatta un’amnistia, sono stati rilasciati detenuti ed è stata introdotta la possibilità di correggere la costituzione per dare più potere al parlamento. I dimostranti avevano cominciato ad evacuare i palazzi di governo e il paese pareva tornare alla stabilità. Ma adesso le dimostrazioni hanno preso un nuovo verso pericoloso: annullando questi recenti progressi, agenti radicali hanno iniziato ad attaccare la polizia, appiccare incendi, assediare palazzi e creare un panorama di distruzione. Molti dimostranti vogliono una Ucraina stabile e democratica, ma c’è anche una fazione violenta che sta occupando i palazzi del governo e sta attaccando le forze dell’ordine con armi da fuoco ed esplosivi”.
Già qui, Prodi, racconta cose divergenti rispetto ai giornali che parlano di aggressioni della polizia agli ordini di Yanukovic (un cerchiobottista da sempre, che oggi viene descritto come un filorusso senza scrupoli, ma fino a pochi mesi fa quando pareva intenzionato a entrare nel club UE era corteggiatissimo e descritto come uno statista di prima grandezza) ma poi va oltre e, indirettamente, mostra un’altra grande ipocrisia della UE: quella UE che in Francia, Austria e Italia tenta di perseguire come pericolosi fascisti tutti coloro che non stanno a sinistra, ma poi finge di non sapere che la colonna portante dei ribelli ucraini appoggiati da Bruxelles in nome della “democrazia” è formata da gruppi apertamente di estrema destra. Gente che probabilmente ha maturato le proprie convinzioni a seguito di una storia patria tribolata e dolorosa sotto il tallone comunista, ma Bruxelles non ha scuse: se appoggi le falangi armate a Kiev non puoi permetterti di strepitare contro le frasi della Le Pen o gli innocui manifesti anti-islamizzazione della Lega.
Scrive Prodi: “Molti manifestanti vogliono un’Ucraina stabile e democratica ma c’è anche una fazione violenta che sta occupando i palazzi del governo e sta attaccando la polizia con armi ed esplosivi. Include estremisti di destra e Svoboda un gruppo apertamente antisemita”.
Cose inaudite e indicibili ad un certo livello e poi arriva la stoccata: “L’Ucraina è un fragile ponte tra noi e la Russia: minacciare sanzioni, condonare gli estremisti violenti e ignorare i problemi economici ucraini, come sembra fare qualche leader europeo- significa contribuire a distruggere questo ponte che noi dobbiamo riparare”.
Come? Prodi, ancora una volta controcorrente spiega che occorre fare un governo bipartisan, incoraggiare i dimostranti ad andare a casa e poi osa l’inosabile scrivendo: “I leader europei dovrebbero pianificare colloqui con il presidente russo Vladimir Putin e i suoi alti funzionari, nell’ottica di trovare una soluzione temporanea allo spargimento di sangue e un piano a più lungo termine che consenta agli ucraini di determinare il proprio destino politico in modo pacifico e democratico”. Coinvolgere Putin? A qualcuno a Bruxelles e Washington si saranno rizzati i capelli in testa, visto che tutto questo pandemonio è stato creato ad arte proprio per escludere ogni influenza russa sulla vicina Ucraina.
Detto questo quando Prodi parla di trovare poi una soluzione in modo pacifico rimane nel vago, ma come abbiamo già scritto, visto che il paese è nettamente diviso da una crescente barriera etno-culturale, l’unica soluzione è una federazione (ma se va a finire come in Bosnia non funziona) o una pacifica secessione per via referendaria. La UE assurdamente si oppone e pretenderebbe di passare da un governo russofono legittimamente in carica ma malvisto dagli ucrainofoni ad uno ucrainofono piazzato lì dai mandarini di Bruxelles e intollerabile per i russofoni. Se così fosse dalle regioni orientali e la Crimea si stanno già attrezzando, col nascente Fronte Ucraino, alla rivolta e alla resistenza. Secessione unica, pacifica, soluzione. Peccato che nei palazzi UE parlino di democrazia ma non abbiano alcun rispetto della volontà dei popoli.

Max Ferrari (La Padania del 20 febbraio 2014)

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