La Repubblica Islamica dell’Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU più la Germania hanno raggiunto dopo estenuanti trattative un accordo definitivo sulla questione del nucleare civile di Teheran.
Termina una querelle annosa e totalmente ingiustificata, motivata unicamente dalla capacità del mondo occidentale di accusare, senza particolari prove, un paese aderente al NNPT, che ha più volte reiterato la propria intenzione di perseguire lo sviluppo dell’atomo unicamente per scopi civili, in primis per diversificare il proprio mercato energetico.
Punto fondamentale dell’accordo, la rimozione di ogni tipo di sanzione economica da parte dei paesi occidentali. A quanto filtrato finora queste saranno dapprima ‘congelate’ fino alla fine dell’anno e poscia completamente annullate. Ma é chiaro a tutti i contraenti che la possibilità che esse vengano re-applicate é praticamente nulla e l’arzigogolo diplomatico serve solo come ‘schermo’ per rendere meno evidente la vittoria negoziale di Teheran, che su questo punto ha tenuto duro contro ripetuti tentativi da parte degli USA di legare la rimozione delle sanzioni a cessioni di sovranità, come ad esempio ispezioni “improvvise” non previamente concordate, o intrusioni straniere nei siti legati alla difesa nazionale.
In via totalmente teorica gli ispettori ONU dopo aver fatto richiesta con largo anticipo “potrebbero” entrare nel sito di Parchin (che é ‘parzialmente’ militare) ma la Repubblica Islamica ha disinnescato questa possibilità riservandosi la facoltà di porre veto a tale genere di richiesta.
Rimarranno restrizioni per il commercio di armi per cinque anni, ma NON verso i paesi vicini e alleati di Teheran che siano impegnati contro “forze estremiste e gruppi terroristici”; Teheran non abbandonerà Baghdad, Damasco ed Hezbollah, smentendo una previsione di molte ‘cassandre’ sempre pronte a vedere tradimenti e voltafaccia dietro ogni angolo.
Più a lungo (otto anni) durerà un interdetto sul trasferimento di tecnologie sensibili per i vettori balistici; misura pressoché inutile visto che ormai da vent’anni Teheran ha dimostrato di saper sviluppare in proprio, mantenere efficiente e migliorare costantemente un impressionante arsenale missilistico.
E’ la prima volta che una questione simile viene risolta per via diplomatica e questo dimostra quanto i paesi occidentali fossero a corto di opzioni tra il continuare a negarsi l’accesso ai beni iraniani (in primis gas naturale e greggio), fondamentali per ‘lubrificare’ la propria faticosa ripresa economica, e l’impossibilità, più volte verificata in questi ultimi anni, di forzare un ‘cambio di regime’ attraverso i soliti metodi della ‘rivoluzione colorata’ (ricordiamo il fallimento dei ‘disordini verdi’ del 2009).
Quanto alla possibilità di un’aggressione militare contro la Repubblica Islamica, nonostante sia stata ponderata più volte (annunciata e minacciata), né gli Usa né tanto meno i loro lacché europei si sono mai azzardati a valutare la cosa al di fuori degli studi di fattibilità e dei calcoli dei loro stati maggiori, che, evidentemente, avevano dato risultati ampiamente scoraggianti in proposito.
[Potete aiutare i blogger a sopravvivere anche con una piccolissima donazione di 1€ ciascuno]
L’informazione libera non può accedere ai finanziamenti statali ma vive di pubblicità… USALA