di Redazione Cadoinpiedi.it – 16 settembre 2011

Il Wwf lancia l’allarme: in quel sito riciclano uranio e plutonio. Chiesto l’intervento del Governo italiano per verificare l’entità dell’incidente

nucleare-2.jpgRicordate l’incidente nucleare di qualche giorno fa in Francia? Bene, secondo fonti ufficiali non c’è stata alcuna fuga radioattiva. Le preoccupazioni sono state sedate immediatamente dal Governo francese.
Considerando, però, la categoria dell’incidente e i grossi interessi che ruotano attorno al nucleare, il timore che la verità potesse essere insabbiata ha attraversato per almeno un attimo ognuno di noi.
Ed oggi il WWF Italia esce fuori con una nota nella quale chiede chiarezza. «L’impianto nucleare di Marcoule in Francia è usato per riciclare l’uranio e il plutonio contenuti nelle bombe nucleari e nelle barre di combustibile esaurite e farne MOX (Mixed Oxide Fuel), combustibile usato in impianti nucleari» afferma il professor Sergio Ulgiati del Comitato scientifico del WWF Italia. «Il MOX contiene plutonio e uranio di varia origine (riciclato, impoverito o naturale). Siccome la sua produzione richiede una serie di fasi molto delicate di separazione del plutonio e dell’uranio dal combustibile esaurito o dagli ordigni nucleari smantellati, il rischio di tale lavorazione è evidente, e così pure la possibilità di fuoriuscita di materiale altamente contaminato in atmosfera».
«Resta pertanto il timore – dice ancor Ulgiati – che l’incidente possa aver coinvolto anche scorie di elevata attività e per questa ragione sono necessarie informazioni chiare e dettagliate».
E’ doveroso sottolineare che il WWF Italia, tenuto conto della ridotta distanza che separa l’Italia dal luogo dell’incidente, ha chiesto al Governo del nostro Paese di attivarsi per ottenere dati completi sulla reale natura dell’incidente e della sua entità.
«Questo incidente – dice Mariagrazia Midulla, Responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia – mostra come ogni singola fase del ciclo nucleare rappresenti una potenziale fonte di pericolo».
A noi non resta che incrociare le dita.
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