Antonello Boassa
Una parola Contro la Guerra

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La conosci la storia di quell’uomo che precipita da un palazzo di cinquanta piani , e a ogni piano si ripete : fin qui tutto bene ,fin qui tutto bene , fin qui tutto bene … il problema non sta nella caduta ,ma nell’atterraggio “*

Il capitalismo precipita verso un ulteriore disastro ma sarà un disastro per la popolazione non per il “complesso politico-finanziario“* . Chi pagherà all’incanto saranno il “parco buoi “ * e i lavoratori impiegati nelle imprese “finanziarizzate“.
La prossima bolla esploderà ( e non sarà una bollicina similcinese) e i guru alla George Soros ne sono consapevoli e ne sono consapevoli le banche centrali …
Si cercano , si dice , strumenti adeguati per “contrastarla” ( vedi accordo Basilea 3 che entrerà in vigore nel 2019 !) ma tali strumenti sono spuntati perché sebbene vengano introdotte regole di un certo peso ( 7% nel rapporto tra capitale e rischio ponderato contro il precedente 2% ) non si porta tale rapporto a un 20/30% che darebbe maggiori garanzie contro una possibile insolvenza mentre si favoriscono invece “un’eccessiva discrezionalità nell’assunzione del rischio “ , la mancanza “di norme stringenti sulla liquidità … e su come limitare la leva finanziaria “* e soprattutto è assente un progetto serio di contrasto al sistema ombra bancario illegale che favorisce il diffondersi di una criminalità quotidiana di fatto autorizzata .

Per il complesso politico-finanziario occidentale non si può fare altrimenti . Una regolazione seria del sistema finanziario che provenga dal ceto dominante non è fattibile in quanto fermamente impedito non solo dalle banche che avrebbero forti restrizioni nella riduzione del credito ma anche dall’imprenditoria che subirebbe danni non da poco per un’eventuale stretta creditizia .
E dunque nessuna strategia d’attacco contro il ripetersi di una nuova crisi economico-finanziaria . Il volano oggi accreditato dai governi occidentali per la “crescita “ e per la realizzazione del profitto è dato dal fluire ininterrotto del giuoco finanziario planetario che crea un “consumo” alternativo a quello miserrimo prodotto dalle attività produttive . Poco importa se non si è a conoscenza della reale quantità di titoli “tossici” vaganti come di quelli “in itinere” . Secondo alcune stime 54 volte il PIL mondiale . Poco importa perché le bolle sono sempre necessarie e utili perché fanno “ pulizia”.

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Il neoliberismo come teorizzato dal suo supremo teorico Milton Friedman cambia pragmaticamente pelle , date le gravi difficoltà per la realizzazione del profitto a causa della “crisi” , e dunque richiede/pretende un deciso intervento della politica e dello stato . Non solo dunque la finanziarizzazione estrema che ha allontanato per quindici/venti anni la crisi da accumulazione produttiva ma anche la richiesta di un forte sostegno dello stato per salvare le banche “esuberanti”, per favorire liquidità , per interventi che ridiano fiducia ai risparmiatori … uno stato che perda naturalmente il suo ruolo di regolatore dell’economia e che acquisisca la dimensione di sportello al servizio della grande finanza … uno stato che tuttavia , secondo dottrina , va smantellato del suo patrimonio economico , immobiliare , demaniale , dei suoi beni comuni ,dei servizi essenziali per la popolazione .

Se è vero che viene ribadito il concetto di mercato come supremo regolatore indispensabile per l’economia , di fatto viene introdotta , con gli ultimi aggiustamenti pragmatici , una importante novità : la valutazione della non autosufficienza del mercato .

Comunque sia , anche con iniezioni di keynesismo militare e del lusso ( perché un super-ricco deve accontentarsi di un solo aereo personale quando potrebbe averne almeno tre ? ) , le prospettive future di una stagnazione permanente vanno in direzione di una ulteriore devastazione sociale ed ambientale di cui i guru della politica e della finanza occidentale sono consapevoli , come anche della necessità finanziaria di ulteriori guerre a ” pezzi “*, di ennesimi atti indotti di terrorismo , della possibilità concreta di conflitto nucleare .

Ma sulle “magnifiche sorti e progressive” del finanzcapitalismo* avremo modo di ritornare .

Note:

*1) dal film “L’odio” di Mathieu Kassovitz cit. da M.Bertorello , D. Corradi ,Capitalismo tossico , 2011*2)L. Gallino ritiene tale definizione più appropriata di “complesso militare/industriale” .*3)definizione ironica sui piccoli risparmiatori che comunque hanno un’enorme importanza per il sistema bancario .*4) da ” M. Bertorello , D. corradi , op. cit .*5) La definizione è di Papa Bergoglio che in seguito preciserà : “Io ho parlato di terza guerra mondiale a pezzi . In realtà non è a pezzi : è proprio una guerra”.*6) vedi L. Gallino , Finanzcapitalismo , 2013

foto di Una parola contro le guerre. Fonte: SaDefenza

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