Come produrre cibo e a beneficio di chi? Un documento dell’Aiab per promuovere il diritto al cibo e la produzione su piccola scala, ricostruendo antiche alleanze

In tutta Europa, le persone si stanno organizzando dal basso per riprendere il controllo del loro cibo, dell’agricoltura e della pesca. Stiamo promuovendo e sostenendo sistemi alimentari locali e lo scambio di semi, rafforzando e aumentando la resilienza del nostro modello ecologico di fornitura di alimenti.
Tutto questo nel quadro della sovranità alimentare, rimettendo in relazione virtuosa il mondo rurale e urbano e le loro catene alimentari e ricostruendo alleanze tra piccoli produttori di cibo, artigiani, ricercatori, istituzioni e consumatori.
Che cosa vogliamo?

Cibo per la gente: le nostre pratiche ecologiche su piccola scala, che hanno la priorità di sfamare le persone a livello locale, minimizzano gli sprechi e le perdite di cibo e non creano i danni causati da sistemi di produzione industriale centrati su produzione, trasformazione e consumo di commodity. Queste pratiche sono resilienti e possono adattarsi e mitigare il cambiamento climatico. Noi insistiamo che il cibo e l’agricoltura devono essere tenute fuori dal mercato della CO2, dei servizi ecologici e della biodiversità. Noi difendiamo e sviluppiamo la nostra biodiversità agricola (di specie, colture, bestiame, pesci e altri organismi acquatici, impollinatori, predatori, microrganismi del suolo, ecc), e rispettiamo i diritti collettivi alla terra, all’acqua, alle sementi. Li difendiamo dalla mercificazione aggressiva della natura, del cibo e della conoscenza, rifiutando brevetti e altri controlli sulle forme di vita. Dobbiamo lottare per difendere la moratoria europea sulle colture GM, contro la promozione di semi non riproducibili sul mercato e per prevenire leggi europee che limitino ulteriormente i nostri diritti a salvare, seminare, scambiare e vendere i semi. Dovremmo rafforzare i movimenti dei semi locali/rurali/contadini diversificandoli per sostenere la produzione locale di alimenti. Dovremmo rifiutare gli obiettivi europei vincolanti sui biocarburanti.

Sistemi alimentari locali: Dobbiamo accorciare le distanze tra i fornitori di prodotti alimentari e i consumatori attraverso il miglioramento delle filiere locali, i gruppi di acquisto biologici, la vendita diretta, ecc. Abbiamo bisogno di far avanzare l’agricoltura urbana e periurbana. Dobbiamo rivendicare un linguaggio alimentare appropriato ai nostri sistemi di produzione e consumo, enfatizzando il valore nutrizionale e la diversità dei diversi regimi dietetici che escludono la carne fornita dall’industria zootecnica. Dovremmo promuovere la produzione locale di proteine per l’allevamento del bestiame e rifiutare filiere che poggiano sul disboscamento dell’Amazzonia per la produzione di soia per il bestiame o sull’esaurimento degli stock ittici selvatici per nutrire pesci di allevamento. Le nostre pratiche richiedono politiche di gestione delle forniture alimentari al fine di garantire la necessaria disponibilità di cibo oltre al binomio salari dignitosi & prezzi equi. Ciò richiama i governi a proteggere e regolamentare correttamente i mercati alimentari interni. Abbiamo bisogno che i quadri giuridici, quali la PAC, siano al servizio di queste pratiche.

Ricerca partecipata: Siamo gli innovatori che hanno prodotto, socializzato e arricchito conoscenze e competenze. Noi riabilitiamo i semi locali e le razze zootecniche e ittiche per un clima che cambia. Chiediamo l’assunzione di responsabilità da parte dei ricercatori, sia nel settore pubblico che privato, eliminando il sostegno pubblico alla ricerca di nuove tecnologie per il sistema alimentare che potrebbero avere un impatto sull’ambiente (come OGM, nanotecnologie, biologia sintetica). La ricerca dovrebbe essere trasformata e deve divenire capace di utilizzare metodi partecipativi nelle aziende agricole e nelle comunità. Noi promuoveremo le nostre innovazioni attraverso mezzi di comunicazione appropriati a raggiungere i giusti destinatari ed elaboreremo programmi di formazione, educazione e informazione che la qualifichino e diffondano.

Fonte: Aiab
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