Draghi gran pilota per scaricare le perdite della banca privata sui contribuenti europei – Aumenta da 535 a 1450 euro il debito di ogni famiglia europea

Finora potevamo fare solo supposizioni sulle ragioni che inducevano la Banca Centrale Europea (BCE) e J.C. Trichet ad opporsi con modi persino virulenti –anche di fronte al governo tedesco- a qualsiasi idea di qualsiasi caratteristica di ristrutturare il debito della Grecia. Mario Draghi, ex Presidente di Goldman Sachs Europe, prende il comando della Banca centrale europea. Guidava la banca d’affari nordamericana nel momento in cui questa -negli anni 2000- aiutava la Grecia a truccare i suoi bilanci. Il suo ruolo sarà quello di preservare gli iteressi delle banche nell’attuale crisi europea.
Questo atteggiamento sembrava incomprensibile poichè tutti gli analisti, compresi gli economisti delle banche, erano d’accordo nel considerare che la Grecia non potrà garantire il pagamento degli interessi sul suo debito, con le presenti condizioni contrattuali. Una riprogrammazione, persino l’anullamento parziale del debito, appaiono come inevitabili. Ritardare non fa che aggravare i costi economici e sociali provocati dai piani di austerità brutali ed impopolari imposti alla Grecia.
L’elezione di M. Draghi chiarisce le cose. La BCE non difende gli interessi dei cittadini e dei contribuenti europei, ma l’interesse delle banche private. Uno Studio britannico citato ieri da L’Echos ha il pregio di quantificare con chiarezza la posta del gioco in corso. Questo Studio indica che grazie ai “piani di salvataggio” della Grecia ed al “meccanismo di stabilità europea” adottato dalla BCE, FMI e Unione E., “la parte del debito degli ellenici in mano ai contribuenti stranieri, passerà dal 26% al 64% prima del 2014.” Significa che l’esposizione di ogni famiglia della zona euro passerà dai 535 euro di oggi a 1450 euro.
Il “salvataggio” della Grecia è una gigantesca operazione di socializzazione delle perdite del sistema bancario. Scaricano la sostanza del debito greco –ma anche irlandese e spagnolo- dalle mani dei banchieri a quelle dei contribuenti. Così poi potranno scaricare anche i costi dell’inevitabile ristrutturazione di questi debiti sui bilanci pubblici europei.
Come dicono gli Indignati spagnoli, “non è una crisi, è una truffa!”. Il Parlamento europeo ha votato il “pacchetto governabilità” che riforma il patto di stabilità e rafforza le ritorsioni sui bilanci nazionali e aggrava le sanzioni contro I Paesa “infrattori”.
Fortunatamente la resistenza sociale dei cittadini sono in aumento in tutta Europa. Governare per i popoli o per la finanza? La risposta è finalmente chiara: bisogna che i popoli europei riprendano in mano le cose, per costruire un’altra Europa. Tutte le ATTAC ‘Europa organizzano a Friburgo (Germania) , dal 9 al 13 d’agosto, una Università dei movimenti sociali.
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