A proposito delle scie chimiche, Lannes è categorico. La Geoingegneria è una realtà concreta, documentata e verificabile. Si tratta di una guerra ambientale combattuta contro il pianeta e la popolazione. Tra i fini principali si annovera la depopulation: gli ecosistemi vengono contaminati ed impoveriti per sterminare, in modo quasi inavvertito ma implacabile, interi gruppi umani. Altro che fantascienza: al bando le leggende metropolitane, le paranoie ed il catastrofismo gratuito.
www.sciechimiche.org – Lo staff tecnico del sito specializzato non ha dubbi: «Le scie che noi segnaliamo come anomale non seguono le leggi della fisica che determinano la formazione e l’eventuale esistenza delle normali scie di condensazione degli aerei. Inizialmente avevamo pensato che fossero dovute all’aumento del traffico aereo civile che cresce del 5 per cento ogni anno, ma poi l’Ente nazionale aviazione civile (Enac) ha smentito che il fenomeno fosse a loro imputabile.
La testimonianza di un pilota civile – Tom Bosco ha assistito al fenomeno per la prima volta nel 1999: “Ho visto due aerei bianchi senza insegne volare paralleli a non più di 4 mila metri di altitudine rilasciando una scia densa, che non si dissipava e attraversava il cielo da orizzonte a orizzonte; queste scie inoltre si formavano in corrispondenza della fusoliera o dei bordi di uscita delle ali, quindi ben lontani dai motori. A cosa siamo di fronte? Sono giunto alla conclusione che si tratti di dispersione di aerosol in atmosfera, in particolare metalli pesanti, i cui scopi non sono chiariti dalle autorità”.
Il negazionista – A ritenere infondata l’ipotesi dell’esistenza di scie chimiche per il controllo del clima è il professor Franco Prodi, fisico delle nubi, docente di fisica dell’atmosfera e direttore dell’Isac (Cnr). “Quello che abbiamo davanti agli occhi va sotto il nome di “contrail”, cioè scie aeree di condensazione del trasporto civile. Queste nubi cirriformi di tipo particolare possono senz’altro avere qualche effetto sul bilancio di radiazioni elettromagnetiche e ci sono effetti inquinanti che possono rimanere in stratosfera. Non mi consta che esistano esperimenti militari con dispersione di aerosol. Se ci fossero sono certo che noi l’avremmo comunque saputo”.
L’esperto militare – Il generale Fabio Mini intervistato in proposito non ha dubbi. L’alto ufficiale ci ha confermato quanto aveva scritto chiaro e tondo già nel novembre 2007 sulla rivista Limes: “La guerra ambientale, in qualunque forma, è proibita dalle leggi internazionali. Le nazioni Unite fin dal 1977 hanno approvato la convenzione contro le modificazioni ambientali che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sull’ambiente. Ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 è stata ignorata ed ha anzi accelerato la ricerca e l’applicazione della guerra ambientale facendola passare alla clandestinità… La guerra ambientale è oggi definita come “l’intenzionale modificazione di un sistema ecologico naturale (come il clima, i fenomeni metereologici, gli equilibri dell’atmosfera, della ionosfera, della magnetosfera, le piattaforme tettoniche, eccetera) allo scopo di causare distruzioni fisiche, economiche e psico-sociali nei riguardi di un determinato obiettivo geofisico o una particolare popolazione”… E così, ad esempio, si modificano le condizioni meteo locali per consentire i bombardamenti aerei… Non è un caso che uno dei più moderni programmi di ricerca militare di questi ultimi tempi si chiami proprio “OWNING THE WEATHER IN 2025”, data entro la quale si ritiene di riuscire a possedere il tempo meteorologico, e quindi il clima, aumentando le proprie capacità di intervento militare e annullando le limitazioni imposte dalla natura… La strategia della negazione e il cinismo adottati per la guerra ambientale consentono d’impiegare armi e tecnologie sofisticate o brutali senza che ciò faccia scalpore. Consentono di camuffare azioni di guerra e perfino di distruzione di massa spacciandole per ricerche scientifiche… Il sistema per provocare terremoti e tsunami non è una novità per la ricerca militare». Oltretutto, nella puntata di “Tg2 Dossier storie” di sabato 14 giugno 2008 è stato dedicato uno spazio alla guerra ambientale. Nel servizio “Le armi “ambientali” del terzo millennio: dalle trombe d’aria agli interventi sullo strato dell’ozono” è stato intervistato il generale Fabio Mini il quale ha parlato di bombardamento delle fasce di Van Allen con onde elettromagnetiche, di tsunami e di cambiamenti climatici determinati da armi.”
La scoperta – Il Parlamento Europeo (con Atto Deliberativo A – 40005/99) del 14 gennaio 1999 si è espresso contro la sperimentazioni HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program). Nel 2002 l’Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli Usa sulla ricerca climatica: il capo dei ricercatori italiano è nientedimeno che il professor Franco Prodi. Successivamente, nel 2003, l’allora Ministro della Difesa Antonio Martino ha autorizzato l’aviazione Usa a sorvolare gli spazi aerei italiani per questo genere di attività specifica. Perché non si misura il livello di bario e di alluminio presente nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale, promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari? Perché non si misura il tasso di inquinamento dell’aria correlato ad alcuni metalli? Perché non si determina il rischio ambientale che le operazioni militari segrete hanno avuto dal 2003 a tutt’oggi sulla salute della popolazione italiana? In materia incombe un segreto di Stato. Il Ministro della Difesa (in carica fino a metà novembre 2011) Ignazio La Russa interpellato in merito ha preferito tacere. [Fonte]