Con l’istituzione del meccanismo di Vigilanza Bancaria Europea il mirino delle grandi istituzioni e associazioni finanziarie comunitarie si è spostato da Bruxelles alla tedescaFrancoforte, dove ha sede la Banca Centrale Europea. Da pochi mesi, infatti, le decisioni più importanti sul sistema bancario verranno prese nella città dell’Assia, e le principali lobby del settore hanno scelto di posizionare le proprie sedi istituzionali in riva al Meno. Ed è stato anche possibile mapparle.
Tra queste, ad esempio, la FBE (Federazione delle Banche Europee), principale gruppo di pressione finanziaria che ha scelto il n. 12 di Weissfrauenstrasse per ospitare i propri lobbisti. O la European Banking Association, altra associazione del settore. Francoforte sta quindi diventando la Bruxelles delle banche, o la Wall Street europea. Anche attori nazionali si sono affacciate a Francoforte, ad esempio la FBF (Federazione Bancaria Francese). Insomma, il processo di “allargamento” del campo di azione delle lobby continua di pari passo con l’aumento delle competenze dell’Unione, con una differenza tra la capitale politica e quella finanziaria: a Francoforte non c’è un registro per i lobbisti che accedono alla BCE, a differenza di Bruxelles (dove, anche alla luce delle ultime dichiarazioni del commissario Timmermans, il processo di trasparenza e partecipazione al processo decisionale delle lobby sta comunque avendo un’accelerazione). Questo può essere spiegato per il semplice fatto che a Francoforte non si prendono decisioni esecutive o legislative, ma esclusivamente vigilanza bancaria, un tema che però sta molto a cuore alle imprese del settore.
L’Europa ha incaricato l’agenzia di marketing Newmark per la promozione di Francoforte come nuovo polo finanziario comunitario. Hubertus Väth, direttore della società, spiega come un lobbista deve lavorare a Francoforte: “Bisogna sottolineare il ruolo della BCE come organo che produce standard regolamentari. Questo giustifica la presenza di lobby, che possano monitorare, mappare e influenzare il processo decisionale della BCE”.
All’interno del polo finanziario europeo vi è infatti il MUS (Meccanismo Unico di Sorveglianza), regolatore unico delle banche, la sua “sorella maggiore” BCE, che ospita il Comitato di rischio dell’ESRB (European Systemic Risk Board) europeo, ma anche laEIOPA, autorità regolatrice delle assicurazioni. Aggiungendo i regolatori tedeschi già presenti (BaFin, Bundesbank e il fondo di sostegno finanziario pubblico Soffin), più di 2.500 persone lavorano per le banche tedesche ed europee, tra cui un migliaio solo per il MUS. Questa nuova geografia della vigilanza europea attira una prima ondata di player verso il suo epicentro.
L’EBF ha scelto i suoi uffici a Francoforte a pochi passi passi dalla torre del MUS. La FBE ha già quattro coinquilini: le associazioni bancarie nazionali di Francia, Irlanda, Italia e Germania. A Berlino il BDB dice che non intende fornire all’ufficio di Francoforte personale permanente, ma di utilizzare i locali per organizzare i contatti. Altre banche hanno invece scelto di aprire un ufficio di rappresentanza, come l’italiana Intesa San Paolo, guidata dall’ex ENI Stefano Lucchini, e la spagnola BBVA. Questa non sembra una priorità tra le 123 più grandi banche sotto il MUS, nei pressi del quale solo una trentina aveva già installato una propria base a Francoforte e in altre parti della Germania. In effetti, il MUS invia spesso le sue squadre di ispezione direttamente alle sedi delle banche nelle città europee. Questo è il motivo per cui non c’è ancora la necessità di istituire un ufficio di Francoforte, come afferma la Société Générale di Parigi. BNP Paribas non ha fatto nulla se non nominare, due anni fa, un responsabile public affairs in Germania.
Sembra che gli scambi tra le istituzioni europee e le istituzioni finanziarie a Francoforte beneficeranno del contributo di “think tank” locali (il “Safe” e “Firm”, nel seno dell’Università Goethe): non solo le banche, quindi, vogliono far sentire la loro voce nel dibattito sulla vigilanza.
(foto tratta da Les Echos)
[Potete aiutare i blogger a sopravvivere anche con una piccolissima donazione di 1€ ciascuno]
L’informazione libera non può accedere ai finanziamenti statali ma vive di pubblicità… USALA