draghi

Il crollo dell’euro e dell’intera UE ci verrà imposto dai mercati e dalla Germania che utilizzerà tutti gli strumenti politici a sua disposizione per uscirne nel miglior modo possibile.

Questo bene o male è risaputo, si dovrebbe invece iniziare a discutere sul quando ciò avverrà: meno saremo preparati e più sarà violento l’impatto. Per tutti.

A mio parere, la scadenza è la tanto attesa sentenza della Corte di Giustizia Europea (che potrebbe arrivare nei prossimi mesi) sull’utilizzo dello strumento non convenzionale, l’OMT, che la BCE vuole mettere in campo per sostenere l’acquisto dei titoli di debito pubblico nel mercato secondario per supportare gli stati in difficoltà che ne fanno richiesta. La Germania, in particolare la Bundesbank, si oppone fermanente all’utilizzo dell’OMT utilizzando la propria “carta del diritto”, ossia rivendicando la violazione dei trattati fondamentali europei nella parte in cui sostanzialmente si vieta di finanziare i bilanci dei paesi più deboli. Il programma inedito era stato annunciato da Mario Draghi nel 2012 quando dichiarò che avrebbe fatto di tutto per salvare l’euro.

Il motivo per cui ritengo che il punto di non ritorno sia la pronuncia dei giudici di Bruxelles è semplice,come spiego in modo più approfondito nel mio libro “Il ricatto dei mercati”, e così come anticipato in un mio intervento televisivo del mese di agosto (Tgcom24). E’ improbabile che lo scontro si risolva con un compromesso poichè, in questo intreccio fra pretese economiche e rivendicazioni giuridiche, da un lato l’istituzione tedesca non intende fare alcun passo indietro e, dall’altro, viste le condizioni in cui versa l’Eurozona, Draghi non potrà “salvare l’euro”. I tedeschi sostengono che un intervento di questo tipo comporterebbe un allentamento quantitativo (QE) che finirebbe con lo spostare, come sottolineato in un interessante e lucido articolo di Pritchard, “il rischio di credito dagli stati ad alto debito verso il centro dei creditori (una politica quasi fiscale che aggira le prerogative sovrane del Bundestag)“.

E mentre la politica italiana continua a fantasticare sulla creazione degli Stati Uniti d’Europa, la Germania ci dà una lezione di rispetto dello Stato, dichiarando che anche qualora i giudici di Bruxelles decidano di dare ragione alla BCE e salvare l’OMT, eserciterà comunque la propria sovranità non permettendo la propria partecipazione a queste condizioni, in quanto si è di fronte ad una manifesta violazione dei trattati fondamentali dell’UE. Ricordiamoci, infatti, che nell’ambito dell’Eurozona la realizzazione di accordi “straordinari” è concessa a patto che non venga violato il diritto primario comunitario.

E’ chiaro che uno scontro di questo tipo comprette non soltanto la sopravvivenza dell’euro ma anche dell’intera UE, ovvero la legittimazione delle istituzioni europee nell’ambito della politiche economiche e monetarie degli stati membri. E visto che, come non ho mai smesso di sottolineare, gli stati continuano ad essere enti sovrani, la guerra istituzionale non può che concludersi con la delegittimazione della BCE e della Corte di Giustizia Europea.

Insomma, siamo pure riusciti a farci dare una lezione di sovranità dalla Germania che, si badi bene, prima utilizza il MES (accordo extra-UE) per ottenere i salvataggi dei propri interessi finanziaria, salvo poi rivendicare il rispetto delle regole “comuni” quando si tratta di dovere anch’essa contribuire al salvataggio dell’euro, il cui destino, a questo punto, dipende dalle esigenze dei tedeschi, e credo ne rimangano ben poche da potere soddisfare, a meno che loro stessi non si ritrovino ad avere bisogno dello stesso strumento.

Credo che sia questa la spiegazione di una certa aggressività di Mario Draghi nello spingere l’Italia ad attuare le riforme volute dalla Troika – “Chi non riforma sparirà” -, forse nella speranza che così facendo si possa ancora raggiungere un accordo per la sopravvivenza dell’UE. Il ricorso all’OMT è d’altronde possibile solo se lo Stato che lo richiede rispetta precise condizionalità.

Vedremo quello che accadrà, probabilmente dovremo preparaci per un ritorno allo Stato. A quali condizioni? Dipenderà dalla capacità della politica italiana di stare al passo con l’evolversi degli eventi.

Il tecnicismo è la chiave di accesso alla verità politica.

Fonte: http://www.lidiaundiemi.it/2014/10/ecco-quando-crolleranno-leuro-e-lue-prepariamoci-al-ritorno-allo-stato/

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