Di Oltrelacoltre

di Gianni Tirelli

“La passione deterge, purifica, rigenera, forgia la volontà ed è messaggera di bellezza – trascende ogni debolezza e paura, per dare forma e contenuto alle aspirazioni umane, suggerendo all’uomo, il significato della vita –
Quale passione, oggi, arde nel cuore di quest’uomo? Quale spirito divino alberga nella sua anima? Da quale pozzo misura il livello della sua felicità e, l’acqua di quale sorgente, ristora e placa l’arsura della sua sete di conoscenza?”

L’immagine raccapricciante di quest’epoca insensata, pregna di relativismo, è la rappresentazione iconografica di un’umanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Un mondo affollato di anime dannate che, al pari di cavallette fameliche, si agitano impazzite dentro il caos di pensieri schizofrenici, vagando avanti e indietro, senza una meta e una qualsiasi comprensibile ragione, lasciando dietro di loro, morte, dolore e distruzione. Tutto questo, ha innescato un processo di necrosi che, dal tessuto sociale, si è esteso all’ambiente tutto, compromettendo irrimediabilmente, ogni auspicabile e radicale riconversione e più remota speranza.
Per tanto, non esiste una via di uscita da una tale condizione! E’ partito il conto alla rovescia e il Sistema, come una bomba ad orologeria, è sul punto di esplodere.
Gli individui della società delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e, incapaci di qualsiasi rinuncia, si sono resi responsabili e complici di quella immane tragedia che segnerà un punto di svolta radicale e di non ritorno, nella storia dell’umanità.

Il male, un tempo riconoscibile e collocabile, ha assunto le sembianze della normalità, espropriando lo spirito dell’uomo, privandolo così, della consapevolezza, del discernimento e dell’impulso rivoluzionario. Abbiamo voluto sfidare le ragioni imperiture del nostro destino, come alieni venuti da un’altra galassia, ma presto, la terra, ci ripagherà con la stessa moneta, per averla infamata e violentata.
Oggi, il Sistema Consumista Relativista ha raggiunto il suo picco massimo di perversione. A questo punto, comincia a rotolare come un grande masso, lungo la china scoscesa di quella montagna di cose effimere da lui stesso prodotte, per sfracellarsi sul fondo di un baratro di menzogne e di pura cazzonaggine
Definire questo momento socio-economico, una normale crisi, è dunque un’imperdonabile ingenuità, a dimostrazione, ancora un’ennesima volta, dell’assoluta incapacità dell’uomanoide moderno, di separare la libertà dalla licenza, il giusto dall’iniquo e la forza dalla debolezza. Una tale circostanza, esula da un’interpretazione di bene e di male ma, per la sua natura relativista, si colloca all’interno di una dimensione eccezionale di pertinenza della sfera del Nulla e della percezione di Vuoto.
Non esistono, oggi, aggettivi in grado di descrivere la portata e la crudeltà dei criminini relativi a questo ultimo secolo, e l’opera di profanazione e di violazione sistematica, perpetrata dall’uomo tecnologico contro la natura e le sue leggi.
I principi etici, regolatori e sentinelle dei comportamenti umani, sono stati rimossi per sempre e, vizio, paura, li hanno sostituiti.
Il futuro dell’umanità, è stato divorato dalla voracità di un presente ipertrofico, che come un buco nero travolge nel suo vortice le nostre esistenze.
Proprio in ragione di queste mie ultime considerazioni, posso affermare, con la certezza e il disincanto di chi ancora sa interpretare i segnali del cielo, ascoltare il tormento straziante degli spiriti della terra e le loro promesse di vendetta che, la fine di questo mondo, è prossima.
Siamo fuori tempo massimo per reclamare quei diritti sociali che per decenni abbiamo mercificato a fronte di effimere libertà, falsi bisogni e dipendenze – quando il Sistema Potere, da tempo, esibiva con orgoglio la sua indole maligna sull’onda di false promesse di benessere e felicità – quando il fumo di migliaia di ciminiere oscurava il cielo, e scorie, rifiuti di ogni genere contaminavano il nostro habitat compromettendo irreversibilmente la qualità della nostra vita!
Noi tutti abbiamo concorso a trasformare la società in azienda e mari e fiumi in cloache a cielo aperto – come tanti pinocchi che si illudevano di vivere nel paese dei balocchi. Ma si sa, presto o tardi tutti i nodi vengono al pettine!!
E per tanto, sarebbe più onesto un salutare “mea culpa” prima ancora di puntare il dito contro quell’orribile Bestia Nera che noi stessi abbiamo creato e alimentato.

Le società moderne consumiste – così come oggi sono organizzate e finalizzate e che con tanto accanimento deploriamo e (a parole) combattiamo – non sono che il risultato dei nostri comportamenti insensati ai quali non sappiamo rinunciare. Neppure ora che siamo alla fine.

La situazione odierna è talmente drammatica, da avere segnato un punto di non ritorno. In una tale condizione, non c’è spazio per le parole, le recriminazioni e le criminalizzazioni! Solo una rivolta di popolo risulterebbe conforme alle circostanze, ma quel nemico che tanto vorremmo combattere e sconfiggere, in realtà siamo noi.

Perseverare e persistere nel tenere in vita fino al suo ultimo secondo, questo baraccone industriale, è un’autentica follia.

Non ci resta molto tempo e se oggi, non aiutiamo il Sistema Bestia a morire, in una sorta di benevola e cristiana eutanasia, ma passivamente prolunghiamo la sua agonia (e quindi la nostra) fino al suo naturale e ineluttabile spegnimento, avremo perso un’ulteriore e ultima occasione di pacificare le nostre coscienze e dare un senso alla nostra esistenza.
Certo, è una medicina molto amara, dagli effetti collaterali devastanti, ma è la sola di cui disponiamo. Il Sistema va resettato totalmente e solo dalle sue ceneri, potrà sorgere una nuova alba.

E’ quindi il caso di abbandonarlo a se stesso, al fine di isolarlo e in seguito, di spegnerlo. Dobbiamo recidere ogni canale di alimentazione che concorra al suo mantenimento e a rafforzarne il suo potere.
Combatterlo, è uno sforzo improduttivo, e un’inutile spreco di energie. Energia che dobbiamo conservare per ricostruire una nuova esistenza lontana da ogni subdola lusinga, illusoria modernità ed effimera dipendenza.

Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=12806

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