Questa è la statua di Atante, il Telemone per eccellenza, presente nella Valle dei Templi ad Agrigento, è caduto indietro supino con le mani alle spalle e il mappamondo è volato via come ieri a Piazza Affari.
Ieri mattina parlando del famigerato fondo salva banche Atlante abbiamo scherzato, ma in realtà anche se si tratta di un episodio, ieri il mercato ha celebrato il funerale di Atlante collassato sotto il peso della realtà.
Grazie alla segnalazione del nostro Giovanni, è bastato che sul Messaggero apparisse un documento “riservato e confidenziale” che condivideva sino all’essenza i particolari del fondo Atlante che a Piazza Affari si è celebrato il funerale del nostro eroe…
Piano banche, ecco il progetto Atlante per Pop Vicenza e Veneto Banca: il documento in esclusiva
IL TESTO DEL PIANO ATLANTE
In realtà non ci voleva chissà quale scoop giornalistico per comprendere che questo piano avrebbe affossato le due principali banche italiane, Unicredit e Banca Intesa, uniche due banche nel primo pomeriggio ad essere bloccate subito per eccesso di ribasso una volta aperta Wall Street.
Probabilmente ciò che ha scatenato le vendite è osservare nero su bianco quello che noi diciamo da sempre, ovvero il rischio sistemico di un eventuale fallimento degli aumenti di capitale di Banca Veneta e soprattutto Popolare di Vicenza, anche se la questione è molto ma molto più complessa.
Per risolvere la questione dei cosiddetti NPL, chiamiamoli “crediti deteriorati” per chi non sa di cosa stiamo parlando, dovremmo uscire dalla depressione economica nella quale ci siamo cacciati da soli seguendo le indicazioni dell’Europa e del governo Monti con tutta una serie di imposizioni idiote a partire dalla DEFLAZIONE SALARIALE sino a giungere all’ AUSTERITA’.
Qui sotto nero su bianco il rischio sistemico, la trappola nella quale ci siamo cacciati sottoscrivendo l’idiozia del BAILIN.
Inutile ripetere spero quello che abbiamo più volte condiviso qui. Solo un idiota sottoscrive la formula BAILIN in mezzo ad una depressione economica con un sistema finanziario che esprime centinaia di miliardi di crediti deteriorati dalla crisi o dalla disinvoltura demenziale con la quale qualche manager esaltato ed incapace ha concesso credito.
Fermiamoci qui per amor di Patria!
Già il dover ricorrere ad un fondino per salvare le proprie banche ed attendere il parere di Bruxelles sulla presenza nel fondo della Cassa Depositi Prestiti che potrebbe configurarsi come aiuto di Stato la dice lunga sulla sovranità di questo Paese.
Su dai aspettiamo ancora un pò a farci gli affari nostri come stanno sistematicamente facendo la Germania e le sue banche e poi raccoglieremo solo le macerie in mezzo al panico!
Chi pensate che abbia fornito a Deutsche Bank ,la voragine con la banca intorno, i capitali per ricomprarsi cinque miliardi di cocos bond, che non sono certo barrette al cocco?
Spero di sbagliarmi, ma aver “costretto” le due più grandi banche italiane a partecipare al salvataggio delle mele marce è come aver messo una mela marcia in un cestino.
La mia sintesi ?
E’ una toppina, 6 miliardi per un buco di oltre 200 miliardi di crediti deteriorati lordi che al netto valgono più o meno 88 miliardi visto che sono stati svalutati
Sono di più, sono di meno oggi? Non importa queste sono le cifre che girano, ma sei miliardi servono solo per fare gli aumenti di capitale di Banco Popolare, Banca Veneta e Popolare di Vicenza sempre che non arrivi qualcunaltro.
Questa è la realtà il resto chiacchiere da bar!