“L’Ucraina non sarà certamente in grado di diventare un membro dell’UE nei prossimi 20-25 anni, e neanche della NATO.” Indovinello. Chi ha fatto questa dichiarazione la scorsa settimana?
Era:
(a) Vladimir Putin
(b) Sergei Lavrov
(c) Viktor Yanukovich
(d) Jean-Claude Juncker
Se la risposta corretta era (a) o (b), i giornalisti occidentali e gli attivisti regime filo-Kiev – che sono spesso indistinguibili – farebbero la fila per respingere la citazione quale “propaganda russa”. O “guerra ibrida”. O qualunque sia lo slogan/Twitter hashtag concordato del mese.
Come spesso accade, la Russia è stata costante su un punto particolare dalla ‘rivoluzione arancione’ di Kiev, nel 2004 – che l’obiettivo primario degli Stati Uniti è quello di sfruttare le divisioni fratricide dell’Ucraina per conseguire i propri obiettivi geopolitici. Che Mosca ritiene essere di spingere le forze americane più vicino possibile ai confini della Russia, nel nome del ‘contenimento’.
Due cose hanno impedito la completa riuscita di questo piano. In primo luogo i conflitti interni dell’Ucraina. I manifestanti della Capitale, aiutati da alleati della Galizia, hanno ora rimosso i due governi dominati dagli orientali. Il secondo dei quali era stato correttamente eletto. Poiché il sentimento a Kiev e Lviv non riflette l’intero Paese, i regimi creati da queste dimostrazioni non sono stati in grado di consolidare un sostegno popolare, a livello nazionale. Ad esempio, l’attuale presidente Petro Poroshenko, ora gode di indici di gradimento più bassi di quelli che il suo predecessore spodestato, Viktor Yanukovich, ha avuto prima di Maidan. L’altro ostacolo è stata la riluttanza di molti membri della NATO e dell’UE a permettere una piena adesione ucraina alle loro istituzioni.
Così, l’Ucraina è alimentata con aiuti a goccia, e calorose parole di lode, mentre non si avvicina ad entrare in entrambi i club. E’ ‘istruttivo il fatto che la NATO è più che disposta a fornire assistenza militare e finanziamenti per l’Ucraina ma, nonostante pressioni pesanti del calibro di un Bernard-Henri Lévy, una strategia economica del tipo piano Marshall rimane insondabile ai leader occidentali.
Pistole contro burro
Sentiamo un sacco di, spesso bellicosa, solidarietà di Washington con l’esercito dell’Ucraina, ma molto poco sui suoi pensionati, che sono costretti a sopravvivere con pensioni medie di soli 14,07 dollari a settimana, al cambio attuale. Ciò a fronte di 40,51 dollari in Bulgaria e 41,25 in Russia , dove le utenze sono notevolmente più convenienti.
Sarebbe anche errato suppore la risposta (c). Yanukovich poteva pure essere un Presidente terribilmente corrotto e debole, ma, indietro nel 2013, in ritardo, si rese conto di una cosa: l’accordo di associazione con l’Unione Europea, che egli si astenne dal firmare, sarebbe diventato un disastro per l’Ucraina. Questo perché si trattava di sacrificare i legami con il principale partner commerciale del Paese, la Russia, e sostituirli con una alternativa molto meno sicura.
Il libero scambio con l’UE è in gran parte inutile per l’Ucraina, allo stato attuale. Negli ultimi due decenni, le classi dirigenti del Paese hanno rubato tutto quello che potevano, e trasferito il denaro all’estero. Di conseguenza, vi è stato poco o nessun investimento nella modernizzazione dell’industria ucraina. Ciò significa che i suoi prodotti sono di qualità insufficiente per competere negli impietosi mercati europei.
Confusamente, molti attivisti a Maidan sembravano credere che l’adesione all’UE fosse possibile per l’Ucraina. Non lo è mai stata. Un patto di libero scambio, molto squilibrato a favore di Bruxelles, era tutto ciò che era disponibile.
Al contrario, la Russia offrì 15 miliardi di dollari e uno sconto del 30% sul gas. Questo fu in risposta alla richiesta del FMI che l’Ucraina aumentasse i prezzi delle utenze e tagliasse la spesa pubblica in cambio di un salvataggio. Dopo il colpo di Stato, l’Ucraina è stata costretta in quest’ultimo scenario dal fallimento. Da allora, il PIL è sceso da 183 a circa 90 miliardi di dollari. Nel frattempo, il debito pubblico era pari al 94% del PIL nel 2015 e gli stipendi annuali ora sono in media di circa 2.000 dollari, i più bassi in Europa. Il 1° gennaio, le riserve in valuta estera erano pari a 12,5 miseri miliardi di dollari.
La voce del padrone
Avrete sicuramente indovinato ora che la risposta (d) Jean-Claude Juncker è il nostro uomo. Il presidente della Commissione Europea ha parlato in Olanda, dove si terrà un referendum per l’accordo di libero scambio UE-Ucraina nel mese di aprile. Durante il tentativo di placare i timori degli elettori olandesi circa l’impopolare, ulteriore espansione verso est dell’Unione Europea, ha svuotato il sacco su come gli Eurocrati vedono l’Ucraina.
Nei giorni inebrianti della fine del 2013, i leader europei, come la coppia di filo-americani ultimamente deposti Carl Bildt e Radoslaw Sikorski, diede ai manifestanti di Maidan l’impressione che Bruxelles fosse aperta all’adesione dell’Ucraina. Anche ora, Kiev ha ONG devote all’integrazione nell’UE e abbiamo sentito infiniti discorsi circa la “scelta europea” dell’Ucraina. Per inciso, dato che l’UE controlla solo il 44% della superficie del continente, è infinitamente divertente quando gli attivisti dicono ‘Europa’ riferendosi all’Unione Europea.
Le parole di Juncker, anche se rappresentano un esempio di rara sincerità da parte di un Eurocrate, sono un calcio nei denti per gli integrazionisti europei di Kiev. Mentre sta semplicemente confermando ciò che agli analisti intelligenti è già noto da tempo, il fatto che qualcuno della sua statura stia apertamente congedando le ambizioni ucraine è altamente significativo.
Il presidente della Commissione Europea ha riconosciuto che l’Unione Europea si è allargata troppo in fretta in passato e ha insistito che Bruxelles “non farà lo stesso errore”. È interessante notare, la fretta di ammettere la Romania e la Bulgaria nel 2007, e la reazione dei media britannici ad essa, hanno creato le condizioni per votare la Brexit quest’anno. Per questo motivo, il comportamento delle autorità del Regno Unito durante Maidan fu sempre molto divertente. Abbiamo visto il Sottosegretario agli esteri Philip Hammond promuovere l’idea di adesione ucraina alla UE, mentre allo stesso tempo egli ammetteva che avrebbe votato per rimuovere il suo Paese dall’orbita di Bruxelles. Strabiliante ipocrisia.
Gli Ucraini vivono sotto l’illusione che il loro Paese sia sulla strada verso l’adesione all’UE e l’accettazione nel sistema politico ed economico occidentale. Per realizzare queste aspirazioni, essi stanno sopportando grandi sacrifici. Il problema è che l’élite UE non vuole l’Ucraina nel club. E’ troppo grande, troppo corrotta, troppo povera e troppo vicina alla Russia. E’ ora che l’élite legislativa, e oligarchica, di Kiev dica la verità al proprio popolo. La ‘scelta europea’ dell’Ucraina è una truffa, costruita su false promesse.
Bryan MacDonald
Fonte – traduzione di F. Roberti