Gli attacchi all’antrace del 2001 dopo lo shock dell’11/9 alimentarono l’isteria su cui fece leva Bush per lanciare la Guerra Infinita e il Patriot Act, tanto da modificare per sempre la costituzione materiale USA. Eccovi l’inchiesta di Edward J. Epstein («The Wall Street Journal»), che solleva enormi interrogativi su chi organizzò davvero una tale operazione di evidente matrice militare.
Gli attacchi all’antrace restano un caso irrisolto.
L’FBI smentisce la sua teoria principale sul modo in cui le spore furono convertite in arma biologica.
di Edward Jay Epstein – «The Wall Street Journal».
Traduzione per Megachip a cura di Fanny Milazzo.
Per l’opinione pubblica le indagini sugli attacchi all’antrace del 2001 si sono concluse il 29 luglio del 2008 con la morte di Bruce Ivins, un esperto biologo ricercatore della Difesa presso lo U.S. Army Medical Research Institute of Infectious Diseases (USAMRIID), di Fort Detrick, nel Maryland. La morte è stata causata da un’overdose di Tylenol, un farmaco antidolorifico. Non è stata effettuata alcuna autopsia. E non è stato ritrovato alcun biglietto di addio.
Meno di una settimana dopo questo apparente suicidio, l’FBI ha dichiarato che Ivins è stato il solo esecutore degli attacchi all’antrace del 2001 nonché il responsabile dell’ invio delle spore mortali di antrace alla NBC, al New York Post e ai senatori Tom Daschle and Patrick Leahy.
Questi attacchi uccisero cinque persone, provocarono la chiusura di uno degli edifici del Senato, scatenarono il panico su tutto il territorio nazionale e paralizzarono quasi totalmente il sistema postale.
L’inchesta di sei anni – la più lunga della storia del Federal Bureau of Investigation – incentrata su novemila interrogatori, seimila mandati di comparizione e sull’esame di decine di migliaia di fotocopiatrici, macchine da scrivere, computer e caselle postali, non ha portato alla luce la benché minima prova che potesse condurre all’identificazione del killer, o almeno di un testimone delle spedizioni. Con l’aiuto di una task force di scienziati, l’FBI ha rinvenuto una fiala di antrace molto simile – in base ai suoi marcatori genetici – all’antrace utilizzato nell’attacco.
Tale fiala era stata affidata ad Invins, che stava lavorando allo sviluppo di vaccini contro l’antrace e che come microbiologo aveva firmato non meno di quarantaquattro pubblicazioni scientifiche negli ultimi tre decenni. Quale depositario della sostanza, forniva campioni ad altri scienziati a Fort Detrick, al Battelle Memorial Institute di Columbus, Ohio, e ad altre strutture impegnate nella ricerca sull’antrace.
Secondo una stima dell’FBI, oltre cento scienziati hanno avuto accesso a questo materiale. Ciascuno di questi scienziati (o un loro collaboratore) avrebbe potuto rubare una quantità esigua di questo antrace che, opportunamente posta in un idoneo terreno di coltura (acqua e nutrienti) avrebbe potuto produrre una quantità di spore sufficiente a sferrare l’attacco batteriologico.
Di conseguenza Ivins, che affiancava l’FBI nelle sue ricerche, nonché tutti gli scienziati che avevano accesso all’antrace, diventavano automaticamente individui sospetti in relazione all’inchiesta.
In quanto tali, sono stati interrogati strenuamente, sottoposti alla macchina della verità, messi l’uno contro l’altro in diverse combinazioni nel gioco del dilemma del prigioniero.
I loro laboratori, computer, telefoni, abitazioni ed effetti personali sono stati passati al setaccio alla ricerca di possibili indizi.
Mentre la cosiddetta inchiesta Amerithrax procedeva, l’FBI si infilava in mortificanti vicoli ciechi, come l’implacabile caccia all’uomo portata avanti per cinque anni nei confronti di Steven Hatfill, e conclusasi nel 2007 con tante scuse e con un versamento di quasi sei milioni di dollari da parte del governo USA a titolo di indennizzo. Un altro scienziato, Perry Mikesell, a seguito del forte stress subito a causa dei giochetti dell’FBI ha iniziato a bere pesantemente ed è morto per un attacco cardiaco nell’ottobre del 2002.
Alla fine, le attenzioni dell’FBI si sono concentrate su Ivins, il quale non solo aveva accesso all’antrace, ma avrebbe anche dirottato astutamente gli agenti federali verso la falsa pista di Hatfill. Una ricerca effettuata nella sua posta elettronica ha portato alla luce pornografia e strane e-mail che, sebbene non correlate all’antrace, hanno rivelato un individuo profondamente disturbato.
L’FBI lo aveva messo sotto pressione, isolandolo al lavoro e obbligandolo a spendere il suo poco denaro per pagare gli avvocati e difendersi. Il suo livello di stress cresceva significativamente. Il suo analista ha riferito che Ivins sembrava ossessionato dall’idea della vendetta e persino dell’omicidio. Fino ad arrivare al suicidio (che, come Eric Nadler e Bob Coen mostrano nel loro documentario “The Anthrax War,” la guerra dell’antrace, è stato uno dei quattro suicidi avvenuti negli ultimi anni tra i ricercatori americani ed inglesi che si sono occupati di armi biologiche).
Dato che lo strano comportamento di Ivins corrispondeva pienamente al profilo dello scienziato pazzo cui l’FBI stava dando la caccia, il suo suicidio ha fornito l’occasione ideale per la chiusura del caso. Così l’agenzia federale tenne un’audizione al Congresso in cui dichiarò di tutto tranne che Ivins fosse il killer dell’antrace.
Restava comunque un grave problema: il silicio.
Il silicio era usato negli anni Sessanta per convertire l’antrace in arma batteriologica. Attraverso un processo elaborato, le spore di antrace erano ricoperte con questa sostanza per evitare che si aggregassero e potessero quindi formare un aerosol letale. Ma poiché tale trattamento è stato bandito dai trattati internazionali, l’antrace usato per le ricerche non contiene più il silicio, e la fiala di Fort Detrick ne era priva.
*****
Ciò nonostante, secondo l’ U.S. Armed Forces Institute of Pathology l’antrace da essa ricavato conteneva silicio. Questo spiegherebbe perché, quando le lettere indirizzate ai senatori Leahy and Daschle furono aperte, l’antrace si trasformò in una soluzione gassosa. Se ciò avvenne, significa che qualcuno aveva aggiunto del silicio all’antrace. Ma Invins, per quanto strano potesse essere, non disponeva dei mezzi e delle competenze per applicare il silicio alle spore di antrace.
Per lo meno, tale processo avrebbe richiesto un’attrezzatura altamente sofisticata che non esisteva nel laboratorio di Ivins né, se è per questo, in nessuna delle strutture di Fort Detrick.
Come ha spiegato Richard Spertzel, un scienziato che lavorava con Ivins alla ricerca sulle armi biologiche in un documento scritto datato 7 gennaio 2009, il laboratorio non aveva mai trattato antrace in forma polverizzata, e ha aggiunto: «Non ritengo che ci sia nessuno in quel posto che abbia la benché minima idea di come farlo.»
Così, mentre la morte di Ivins forniva il capro espiatorio ideale, il contenuto di silicio restava ancora da spiegare.
La risposta dell’FBI è stata che l’antrace ritrovato conteneva soltanto delle tracce di silicio e che queste, in teoria, potrebbero essere state assorbite incidentalmente dalle spore dall’acqua e dai nutrienti nel quale le spore erano state coltivate.
Nessun tipo di nutriente simile è stato ritrovato nel laboratorio di Ivins e nessuno ha mai visto Ivins alle prese con la produzione di antrace non autorizzato (una procedura questa che avrebbe implicato l’uso di grandi quantità di fiale). Ma dal momento che nessuno conosceva il tipo di nutrienti utilizzati per far proliferare l’antrace dell’attacco, era quanto meno possibile che essi contenessero le tracce di silicio che avevano incidentalmente contaminato l’antrace.
La contaminazione naturale era una teoria ingegnosa ma è entrata in crisi dopo che, nel settembre 2008 Jerry Nadler, un membro del Congresso, ha messo sotto torchio il direttore dell’FBI Robert Mueller affinché fornisse alla commissione giudiziaria della Camera dei Rappresentanti il dato mancante, ossia la percentuale esatta di silicio contenuta nell’antrace usato per l’attacco.
La risposta è arrivata sette mesi più tardi, il 17 aprile del 2009. Secondo i laboratori dell’FBI, l’1.4% delle polveri contenute nella lettera di Leahy era silicio. «Si tratta di una percentuale mostruosamente elevata» ha spiegato Stuart Jacobson, un esperto di chimica delle nanoparticelle. «È una cifra che ci si aspetterebbe da un deliberato uso terroristico dell’antrace, non certo da una contaminazione accidentale.»
Ciò nonostante, in un tentativo di sostenere le sue tesi, l’FBI ha ingaggiato gli scienziati dei laboratori nazionali Lawrence Livermore in California affinché conducessero degli esperimenti nei quali l’antrace fosse accidentalmente assorbito da un fluido speciale pesantemente contaminato dal silicio. Quando – nel settembre del 2009 – i risultati sono stati resi noti all’Accademia Nazionale delle Scienze, la teoria dell’FBI è andata definitivamente a picco.
Gli scienziati del Livermore infatti hanno provato a replicare per cinquantasei volte e senza alcun successo l’elevato contenuto di silicio. Anche aggiungendo dosi progressivamente elevate al fluido speciale, non sono mai giunti nemmeno lontanamente all’1,4% dell’attacco all’antrace. La maggior parte dei risultati davano cifre assolutamente inferiori, alcune addirittura pari a 0,001%.
Ciò che questi esperimenti hanno involontariamente dimostrato è che le spore di antrace non avrebbero potuto essere contaminate incidentalmente dai nutrienti presenti nel fluido di coltura. «Se c’è tutto quel silicio, allora deve essere stato aggiunto,» mi ha scritto il mese scorso Jeffrey Adamovicz, il supervisore del lavoro di Ivins a Fort Detrick. Ha anche affermato che il silici dell’attacco terroristico potrebbe essere stato addizionato attraverso un grande fermentatore, «che Battelle ed altri laboratori utilizzano», ma «non si usavano fermentatori per coltivare antrace nei nostri laboratori dell’USAMRID… [e] non avevamo le risorse per aggiungere composti siliconici alle spore di antrace.»
***
Se Ivins non possedeva né le attrezzature né le competenze per approntare antrace per usi terroristici, allora qualche altro soggetto con libero accesso all’antrace deve averlo fatto. Ancor prima di questi sorprendenti sviluppi, il Sen. Leahy aveva detto al direttore dell’FBI Mueller: «Ritengo assolutamente impossibile che Ivins sia la sola persona coinvolta in questo attacco al Congresso.»
Quando questo mese ho interpellato un portavoce dell’FBI a proposito delle conclusioni del Livermore, ha detto che l’FBI non rilascia dichiarazioni specifiche su questo caso a parte quanto già riportato nella relazione del 2008 (ossia un anno prima rispetto alla pubblicazione dei risultati del Livermore) e ha dichiarato che «Il Dipartimento di Giustizia e l’FBI continueranno a lavorare per concludere l’indagine sugli attacchi all’antrace del 2001. Prevediamo di chiudere il caso a breve.»
Quindi, sebbene l’opinione pubblica possa avere l’impressione che il caso dell’antrace sia stato risolto nel 2008, l’inchiesta dell’FBI è ancora aperta e – a meno che sia in grado di confutare i risultati del Livermore sul silicio – si trova ancora al punto di partenza.
Edward J. Epstein sta attualmente completando un libro sulla Commissione sull’11/9.
Copyright 2009 Dow Jones & Company, Inc. All Rights Reserved
Fonte: http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704541004575011421223515284.html.