Bravo ma lento. Anche il “Sole 24 Ore” attraverso Luigi Zingales, editorialista di pregio del giornale, alla fine c’è arrivato. Dall’altissima cattedra dell’Università di Chicago che vanta un invidiabile albo d’oro Premi Nobel per l’economia, il Professore ha concesso quello che finora considerava una chiacchiera per populisti di scarse letture. Un rumore di fondo che in tutti questi anni per il Giornale e il Professore è stato poco più che un fastidioso brusio. Ora è stato piantato il seme del dubbio «È probabile che nel prossimo Parlamento italiano gli euroscettici siano in maggioranza», scrive. «Una nostra uscita unilaterale dall’euro, non è più un’ipotesi remota, ma una possibilità che va discussa con serietà. Eppure nella maggior parte dei giornali non se ne parla, o almeno non se ne parla in modo serio». Forse il professore non si è molto applicato alla lettura. O forse un argomento diventa serio solo quando ne occupa lui. E quindi è egli stesso a fissare le regole del dibattito che auspica si aprirà sulle pagine del “Sole”, che certo non è stato rapido a capire che di uscita dall’euro si poteva parlare. Tanta apertura sarà forse dovuta al fatto che il Professore è indicato come ministro dell’Economia di un futuro governo a Cinque Stelle? Lui si schernisce. Preferisce parlare di un dibattito «serio e costruttivo» che sta registrando punti di convergenze fra Matteo Renzi e Beppe Grillo su una futura eurozona molto diversa dall’attuale. Un economista della caratura di Zingales non riesce a sottrarsi alla tentazione di dire qualcosa a entrambi. Tanto più che nella sua convinzione il compito degli economisti è proprio quello di orientare il dibattito politico. «Purtroppo –scrive- la categoria degli esperti economici non è molto popolare. Se le quotazioni sono in ribasso è anche perché molti sedicenti esperti si sono avventurati in previsioni catastrofiche sulle conseguenze della Brexit e del No alla referendum costituzionale. Previsioni che si basavano più sulla passione politica dell’esperto che sulla sua expertise economica». Quindi cosa c’è meglio di un bel dibattito? Serio naturalmente. I fatti seguiranno.