DI TRACY ALLOWAY
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Willem Buiter vuole portarvi a conoscenza delle ELA.
È con le Emergency Liquidity Assistance (ELA) che le banche centrali nazionali dell’eurozona (BCN) riescono a fornire supporto in modo fumoso alle banche locali dell’eurozona. L’acronimo è riuscito a ottenere qualche titolo di prima pagina in Irlanda, ma per molti le ELA rimangono poco conosciute. E allora forniamo qualche dettaglio.
In teoria le ELA sono abbastanza indipendenti visto che (tecnicamente) non fanno parte delle operazioni dell’eurosistema. Le banche centrali nazionali possono offrirle dove e quando credono sia necessario, fino a che vengano seguite alcune regole basilari. Ad esempio, le ELA devono essere adeguate alla Proibizione del Finanziamento Monetario dell’UE. E in base alle considerazioni della BCE, ogni estensione delle ELA deve essere temporanea, destinata alle istituzioni illiquide (non quelle insolventi) e contro buoni collaterali.
E ora è il momento in cui entra l’ultima indicazione degli strateghi di Citigroup:
Anche se ci sono alcune indicazioni che la Banca Centrale di Irlanda abbia fornito le ELA con “differenti collaterali e haircuts più consistenti” comparati ai collaterali usati per le operazioni dell’eurosistema, non è chiaro se sia stato comminato un tasso di penalità […] Considerando, in modo per noi plausibile, che i termini delle ELA erano almeno non più favorevoli di quelli offerti dalla BCE, è probabile che il collaterale offerto non sarebbe stato accettato dalla BCE.
Non siamo a conoscenza dei dettagli, perché i collaterali detenuti e i termini delle ELA non sono stati diffusi. Comunque, la loro esistenza generalmente diventa nota agli osservatori esterni solo dopo un notevole lasso di tempo. Tutto molto alla chetichella.
Ancora Buiter:
Prima abbiamo menzionato che, almeno nelle interpretazioni della BCE, la proibizione di finanziamento monetario presente nel Trattato verrebbe violata se le ELA fossero concesse a un’istituzione che non solo era illiquida, ma anche insolvente. Naturalmente, la distinzione tra questi due aspetti è davvero complessa, specialmente durante periodi di forte stress dei mercati e di prezzi molto volatili. In ogni caso, nel caso irlandese, sembra che i principali beneficiari delle ELA siano state quelle istituzioni la cui solvibilità doveva almeno essere indagata prima che venissero elargite.
Buiter a questo punto non si trattiene.
Se si volesse fare una stima quantitativa del valore delle ELA nell’eurozona, è qui per aiutarci. Ricordate che queste vengono di solito registrate come “Altri Beni” o “Altre Priorità delle istituzioni creditizie della zona euro denominate in euro” alle BCN.
Ecco i dati di Buiter:
Dall’inizio del 2007 le “Altre Priorità delle istituzioni creditizie della zona euro denominate in euro” dell’Eurosistema sono incrementate da 34 a45 miliardi di euro (al 14 gennaio 2011) e gli “Altri Asset” sono saliti da 75 a 297 miliardi di euro nello stesso periodo.
Ci sono, secondo Buiter, alcune conseguenze di questi affari extra-monetari dell’Unione. Intanto, oscurano i dati sull’indebitamento pubblico delle nazioni, dato che gli ELA sono, in tutta legalità, sotto la responsabilità dei singoli paesi.
Che porta simpaticamente a un altro punto: l’insolvenza delle ELA e delle BCN.
Alcuni numeri terrificanti da Buiter. Alla banca centrale irlandese le ELA rappresentavano già il 24 per cento degli asset totali. E se anche tutti i capitali della banca centrale irlandese fossero stati a disposizione per assorbire le perdite di 49 miliardi di euro delle ELA, le perdite probabili avrebbero spazzato via completamente le riserve e il capitale della banca, pari a 1,5 miliardi di euro, sempre secondo Buiter. (Buiter, dobbiamo segnalarlo, dice che la Banca Centrale di Irlanda (BCI) non “dovrebbe poter stampare moneta”.)
E allora entriamo nell’eurosistema. Buiter dice:
L’alternativa ai default della BCN, se lo stato non fosse in grado di salvare la sua banca centrale, sarebbe un sostegno finanziario dal resto dell’eurosistema, un accentramento delle perdite, forse anche oltre, se la quota irlandese delle perdite unificate dovesse eccedere il capitale della BCI. In quel caso, l’ora insolvente BCN dovrebbe creare liquidità (‘soldi’) indipendentemente dalla BCE, una sfida all’essenza stessa dell’unione monetaria. Sarebbe l’equivalente di ritenere le ELA garantite dalla responsabilità e dal credito dell’intero Eurosistema. Un’unione monetaria con vari centri indipendenti di creazione di moneta avrebbe lo stesso destino della zona del Rublo, che è sopravvissuta per un po’ al crollo dell’Unione Sovietica alla fine del 1991 per poi crollare in una serie di caotiche iperinflazioni.
E poi c’è la combinazione della BCE con quelle BCN:
Se le banche irlandesi non riuscissero a prendere a prestito somme aggiuntive dall’Eurosistema usando collaterali emessi o garantiti dall’Irlanda, perché sono interessate a prendere a prestito delle ELA della BCI? Nel caso migliore, i debiti delle ELA sono buoni (in termini di rischio creditizio) quanto il debito sovrano irlandese. Le controparti delle banche irlandesi, che vengono pagate con gli asset liquidi forniti alle stesse banche dalle ELA, hanno l’impressione che questi asset siano passività dell’Eurosistema, invece che dell’informale sussidiaria ELA alla Banca Centrale di Irlanda che non fa parte dell’Eurosistema. Perché tutti accettano pagamenti in debiti ELA? È perché nessuno può dire la differenza tra i depositi ELA alla BCI e un deposito dell’Eurosistema alla BCI?
Non c’è da sorprendersi che il nome dell’ultimo articolo di Buiter sia “ELA: un imperatore senza vestiti?”
Fonte: Buiter on Europe’s secret liquidity operations
24.01.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE